Averara

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comune in provincia di Bergamo (44 km), 650 m s.m., 10,56 km², 202 ab. (averatesi), patrono: san Giacomo (25 luglio).

Centro situato nella val Mora, tributaria di destra dell'alta valle del fiume Brembo. Appartenne ai conti Torriani, ai Visconti e alla Repubblica di Venezia (1428), sotto la cui dominazione fu stazione di confine. § La parrocchiale di San Giacomo, di origine quattrocentesca ma rifatta nel sec. XVIII, conserva affreschi di Simone Baschenis (1513), un pulpito e stalli corali, intagliati dalla bottega di Antonio Rovelli di Cusio, e una pala di G. B. Guerinoni (1576). In località Redivo si distinguono la chiesa di San Pantaleo, con un campanile quattrocentesco a bifore, e una casa dell'inizio del Seicento, con strutture di legno, un tempo sede della dogana veneta. Nel territorio, infine, si trovano diversi resti di fortificazioni, dovute all'antica posizione di confine. § Le risorse economiche provengono dalle tradizionali pratiche agricole montane (foraggi e patate, cui si affiancano la coltivazione di piante officinali e l'allevamento bovino) e dallo sfruttamento delle cave di gesso. Altre attività sono rappresentate dall'industria chimica (medicinali e cosmetici omeopatici) e della lavorazione del legno. È sviluppato il turismo estivo, di villeggiatura ed escursionistico (passo San Marco).

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