Becque, Henry

autore drammatico francese (Parigi 1837-1899). Di famiglia modesta, esordì nel teatro nel 1867 con un melodramma, Sardanapale, musicato da un suo giovane amico, V. Joncières. Nel 1868, con l'aiuto di V. Sardou, riuscì a portare sulle scene un vaudeville, L'enfant prodigue (Il figliol prodigo), che ottenne un discreto successo. La sua seconda commedia, già più ambiziosa, Michel Pauper, rappresentata a sue spese nel 1870, ebbe un esito assai contrastato. Nel 1871 Becque divenne critico teatrale del giornale Le Peuple. Nel 1877 stese la sua opera più importante, Les corbeaux (I corvi), che per cinque anni nessuno volle rappresentare. Intanto scrisse e portò sulle scene due brevi lavori: La navette (1878; La spola) e Les honnêtes femmes (1880; Le donne oneste). Quando infine Les corbeaux fu rappresentata alla Comédie-Française, suscitò grande scalpore. L'opera è il dramma di una famiglia che, morto il suo capo, rimane preda di affaristi privi di scrupoli. Alla crudezza di Les corbeaux fece riscontro l'amara, scintillante ironia de La parisienne (1885; La parigina), tuttora rappresentata anche in Italia. Qui l'autore disegnò con arte finissima il ritratto di una donna borghese, maestra nel mantenere un suo egoistico equilibrio tra marito, amante fisso e amante occasionale. La sdegnosa consapevolezza del suo valore e la sua ritrosia resero Becque sgradito a molti. Passò gli ultimi anni della vita in povertà e in solitudine. Di lui ricordiamo anche la raccolta di poesie Notes d'album (postume, 1926; Note d'album) e i Souvenirs d'un auteur dramatique (1895; Ricordi di un autore drammatico), le commedie La veuve (1897; La vedova) e Les polichinelles (I pulcinella), rimasta incompiuta. Becque può essere considerato il rinnovatore della drammaturgia ottocentesca, nemico delle convenzioni teatrali, acre e asciutto osservatore della realtà.

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