De Nicòla, Enrico

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uomo politico italiano (Napoli 1877-Torre del Greco 1959). Avvocato di fama, nel 1909 fu eletto deputato, schierandosi in Parlamento tra le file dei liberali giolittiani. Sottosegretario alle Colonie nel gabinetto Salandra e poi nel gabinetto Orlando; sottosegretario al Tesoro (gennaio-giugno 1919), fu chiamato a presiedere la Camera nel 1920 e in tale veste promosse il “patto di pacificazione” tra socialisti e fascisti dell'agosto 1921. Mantenne la carica fino al dicembre 1923, estraniandosi poi dalla vita pubblica. Caduto il fascismo, propose la formula della luogotenenza di Umberto II quale mezzo per sbloccare l'opposizione pregiudiziale dei partiti verso una collaborazione con un sovrano troppo compromesso con il passato regime. Dopo il referendum istituzionale del 2 giugno 1946 venne designato dalla Costituente come capo provvisorio dello Stato. Riconfermato nel giugno 1947, il 1º gennaio 1948 divenne presidente della Repubblica rimanendo in carica fino all'11 maggio dello stesso anno. Scaduto il mandato rifiutò una successiva candidatura. Presidente del Senato (1951-52), nel 1956 fu chiamato a presiedere la Corte Costituzionale, incarico da cui diede le dimissioni nel marzo 1957.

Bibliografia

G. Natale, Enrico De Nicola, primo capo dello Stato repubblicano, in “Nuova Antologia”, novembre 1959; D. Bartoli, Da Vittorio Emanuele a Gronchi, Milano, 1961.

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