Epittèto (filosofo)

filosofo stoico (Ierapoli ca. 55-Nicopoli ca. 135). Schiavo di un liberto di Nerone, fu affrancato e frequentò la scuola dello stoico Musonio Rufo. Espulso con altri filosofi da Domiziano nell'89, si trasferì a Nicopoli, in Epiro, dove fondò una scuola che ebbe molto successo. Non scrisse nulla ma il suo insegnamento fu tramandato da due opere, redatte sulla base di appunti dal discepolo Arriano di Nicomedia: le Diatribe in 8 libri, di cui 4 conservati, e il Manuale, raccolta di massime con le principali dottrine. Il suo pensiero si rifà all'opposizione fra il mondo esterno dominato da una necessità, di fronte alla quale l'uomo non può nulla, e la ragione, di cui l'uomo può disporre per affrancarsi dalla schiavitù delle cose che non sono in suo potere. La libertà, dunque, consiste in un esercizio di sopportazione e di astinenza (sustine et abstine): in tal modo, nella dottrina della saggezza, propria dello stoicismo, Epitteto introduceva forti motivi rigoristici che davano a essa una impronta cinica. Il Manuale di Epitteto fu interpretato da Marco Aurelio, da Sant'Agostino e da Pascal e tradotto da Leopardi.

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