Mohrt, Michel

scrittore ed editore francese (Morlaix, Finistère, 1914). Dopo la guerra, combattuta sul fronte italiano ed evocata nel primo romanzo Le répit (1945; La tregua), si trasferì a Marsiglia come consulente d'industria per poi emigrare negli Stati Uniti dove ha svolto attività di conferenziere, pubblicando Mon royaume pour un cheval (1949; Il mio regno per un cavallo) e il saggio Le nouveau roman américain (1955; Il nuovo romanzo americano). Tornato in Francia, ottenne il Grand Prix du roman de l'Académie Française per La prison maritime (1961; La prigione marittima). Temi della sua narrativa sono l'instabilità e l'impotenza dell'uomo nei confronti dell'azione (Les nomades, 1951; I nomadi), per cui egli troverà riparo solo presso gli organismi fortemente strutturati come l'esercito, la chiesa e la famiglia, evocati nei ricordi di La maison du Père (1979; La casa del Padre) e in Vers l'ouest (1988; Verso l'occidente). Tra le opere successive: Le télésiège (1988; La seggiovia) e Benjamin ou lettres sur l'inconstance (1989; Beniamino o lettere sull'incostanza), On liquide et on s’en va (1992; Liquidiamo e ce ne andiamo) e La leçon de morale dans une loge (1996; La lezione di morale in un palco), in cui sviluppa dei dialoghi immaginari tra Stendhal e Laclos, e Les dimanches de Venise (1996; Le domeniche di Venezia) che riunisce aneddoti, incontri e ritratti di scrittori. Tra i saggi ricordiamo: L'air du large (1970; In alto mare), L'air du large II (1987 In alto mare II) ed Essais sur le roman étranger (1987; Saggio sul romanzo straniero). È accademico di Francia dal 1985.

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