Queneau, Raymond

scrittore francese (Le Havre 1903-Parigi 1976). Dall'esperienza surrealista (1924-29) derivò il gusto della provocazione e della dissacrazione e ricerca linguistica, presenti in forme lambiccate, barocche, gergali, ortograficamente rivoluzionarie, ma sempre esplosive e burlesche, in ciascuna delle sue numerosissime opere di incerta classificazione: romanzi o racconti poetici quali Le chiendent (1932; La gramigna), Les enfants du limon (1938), Pierrot mon ami (1942; Pierrot amico mio), Loin de Rueil (1944; Lontano da Rueil), Exercices de style (1947; Esercizi di stile), Saint-Glinglin (1948), Zazie dans le métro (1959; Zazie nel metrò), il più noto e popolare, Les fleurs bleues (1965; I fiori blu), Le vol d'Icare (1968; Icaro involato); poesie, come Chêne et Chien (1937; Quercia e cane), Les Ziaux (1943), Petite cosmogonie portative (1950), Si tu t'imagines (1952; Se credi che), Le chien à la mandoline (1965; Il cane col mandolino), Cent mille miliards de poèmes (1961), Fendre les flots (1969; Fendere i flutti), Morale élémentaire (1975). Allo stupore suscitato da un'opera all'avanguardia della ricerca stilistica si aggiunge quello del personaggio Queneau, indifferentemente calato nelle vesti di dignitario del burlesco collegio di patafisica e di direttore dell'Encyclopédie de la Pléiade di Gallimard o di membro dell'Académie Goncourt, poeta appassionato di numeri (Bâtons, chiffres et lettres) e autore di un libro sulla matematica (Bords, 1963). Nel 1993 è stato pubblicato un suo singolare testo politico, il Traité des vertus démocratiques: una raccolta di aforismi e brevi annotazioni avviata nel 1937 e rimasta incompiuta.

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