capitale della Bosnia ed Erzegovina, 537 m s.m., 401.687 ab. (stima 2004), l'agglomerato urbano 602.500 ab. (stima 2004)

Generalità

Situata nella valle della Miljacka, in una conca racchiusa dai monti Ozren (1452 m), Romanija (1649 m) e Jahorina (1913 m). Residenza di un metropolita ortodosso, di un arcivescovo cattolico e del capo della comunità musulmana, Sarajevo ospita un'università (1946), un'accademia di musica e numerosi istituti di ricerca, biblioteche, gallerie d'arte, teatri e altre istituzioni educative e culturali. La città, fondata dai Turchi nel sec. XV, ha conservato in parte caratteristiche orientali, particolarmente nel pittoresco quartiere della Charshija. In seguito alla guerra civile che ha insanguinato la Bosnia nel triennio 1992-95, la città – sottoposta a un lungo assedio dalle forze serbe – ha subito gravissimi danni al patrimonio artistico e abitativo e il suo sistema produttivo è andato in gran parte distrutto. Nel 1984 fu sede dei XIV Giochi Olimpici Invernali.

Storia

Insediamento ungherese nel sec. XIII (Bosnavàr), acquistò importanza all'inizio della dominazione turca, allorché (1426) col nome di Bosna Saraj divenne residenza del governatore. Grazie alla sua posizione all'intersezione di frequentate vie di comunicazione, divenne un fiorente centro commerciale, ma nel 1697 fu occupata dagli Imperiali e data alle fiamme dal principe Eugenio di Savoia. Ne seguì una fase di decadenza protrattasi per circa un secolo. Nel 1850, riacquistato completamente il proprio ruolo economico, tornò a essere un centro amministrativo di grande importanza, residenza del pascià. Conquistata dagli Austriaci nel 1878, fu scelta come sede del governo della Bosnia-Erzegovina (1878-1918). Il 28 giugno 1914 la città fu teatro dell'episodio che scatenò la prima guerra mondiale, quando il nazionalista serbo Gavrilo Princip uccise in un attentato l'erede al trono austro-ungarico, Francesco Ferdinando, insieme con la moglie Sofia. Entrata a far parte della Iugoslavia nel 1918, fu gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra visse un cospicuo sviluppo industriale, registrando un conseguente sensibile aumento di popolazione e la nascita di nuovi quartieri. La città venne pesantemente coinvolta dalla guerra civile iugoslava scoppiata nel 1991 e intensificatasi nell'aprile 1992 all'indomani della proclamazione dell'indipendenza della Serbia-Erzegovina. Sarajevo fu infatti teatro di violenti scontri etnici e sottoposta a un lungo assedio, durante il quale fu fatta segno da bombardamenti e dal tiro dei cecchini serbi appostati sulle alture circostanti, che provocarono centinaia di vittime tra la popolazione civile e ingenti danni al suo patrimonio monumentale e abitativo. Il conflitto ebbe fine solo nel 1995 in seguito all'intervento delle forze della NATO e ai successivi accordi di pace di Dayton, sottoscritti a dicembre a Parigi da tutte le parti in causa.

Prospettive di ricostruzione

L'assedio imposto alla città di Sarajevo da parte dell'esercito serbo, durato quasi quattro anni, è stato uno dei simboli della guerra civile che ha devastato la Bosnia. Le migliaia di granate che hanno sistematicamente colpito la città, causando un altissimo numero di vittime, hanno anche mutato il suo assetto urbanistico, risultato di un lungo processo di assorbimento e rielaborazione dei mutamenti imposti dalla storia nel corso dei secoli e perfetta espressione della multietnicità della popolazione. Il quartiere che ha subito i maggiori danni è quello più moderno, più lontano dal centro, sorto durante il regime di Tito, che si estende per 10 km e in cui si mescolano abitazioni civili e fabbriche, senza alcuna coerenza urbana: certi settori sono stati meticolosamente rasi al suolo, altri sono stati talmente danneggiati da richiedere una totale ricostruzione. I quartieri più antichi, come quello turco, che rispecchia in pieno il genio architettonico degli antichi invasori, o quello austro-ungarico, divenuto il centro di Sarajevo e che si sviluppa lungo le anse del fiume Miljaska, hanno risentito in misura minore dei bombardamenti e potranno più facilmente essere restaurati. È, invece, irrimediabilmente perduta buona parte del patrimonio culturale che era conservato nelle migliaia di volumi della Biblioteca Nazionale, testimonianza della storia dell'intera Bosnia ed Erzegovina. Sarajevo e che si sviluppa lungo le anse del fiume Miljaska, hanno risentito in misura minore dei bombardamenti e potranno più facilmente essere restaurati. È, invece, irrimediabilmente perduta buona parte del patrimonio culturale che era conservato nelle migliaia di volumi della Biblioteca Nazionale, testimonianza della storia dell'intera Bosnia ed Erzegovina.

Arte

Fra i più antichi monumenti turchi è la Careva Džamija (Moschea imperiale), costruita nel 1460, ma quasi interamente rifatta nel 1566 per volere del sultano Solimano il Magnifico. Varie moschee risalgono al sec. XVI; fra esse le più importanti sono l'Ali-Pašina Džamija (1560) e quella di Bey Gazi Husrev (1531), seriamente danneggiata da un bombardamento nel 1992 e restaurata nel 2000, ispirata al modello di Santa Sofia di Costantinopoli, con grande cupola su tamburo ottagonale, due cupole minori e alto minareto. La affiancano due türbe (mausolei a cupola). La casa di Svrzo, trasformata in un museo, è un esempio di abitazione ottomana dei sec. XV-XVII. Agli ultimi decenni dell'Ottocento risalgono invece la cattedrale cattolica neogotica (1889, architetto Josip Vancaš), la chiesa ortodossa degli Arcangeli Michele e Gabriele (1539 ca.) con una preziosa iconostasi del 1674, e il Municipio (1878) di gusto eclettico. Il Museo Nazionale della Bosnia-Erzegovina possiede una collezione di reperti che vanno dall'età della pietra fino al periodo ottomano, una sezione di storia naturale e una libreria che conserva una preziosa Haggadah del sec. XIV.

Economia

Notevole centro commerciale e industriale (settori alimentare, tessile, dei tappeti, del tabacco, metalmeccanico, della porcellana) e sede di un fiorente artigianato (manufatti in oro, argento e cuoio) fino agli anni Ottanta, la città ha visto la sua economia sconvolta dal conflitto civile esploso nel 1991. Grazie agli aiuti internazionali, la città ha intrapreso un difficile cammino verso la normalità e la ricostruzione, tuttora lontano dal concludersi. Aeroporto internazionale.

Curiosità

Dal 1995 in agosto si svolge il Sarajevo Film Festival, il principale punto di riferimento per il cinema di tutta l'area dell'Europa sud-orientale.

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