atonalità

sf. [da a- privativo+tonalità]. Assenza, sospensione di tonalità. Il termine indica un linguaggio musicale che deliberatamente prescinde dall'ordinamento armonico-melodico del sistema tonale. Anche musiche che si discostano clamorosamente dalla tradizione possono sottintendere un centro tonale: per certi aspetti dell'opera di Stravinskij, Hindemith, Bartók o Prokofev si preferisce parlare di “tonalità allargata”. Il termine atonalità è invece riferito alla fase creativa di rottura, precedente l'adozione della dodecafonia, in Schönberg, Berg e Webern, data l'evidenza dell'intento eversivo da loro perseguito. Tale uso è ormai comunemente accettato, sebbene Schönberg rifiutasse per la sua musica la definizione di atonale (“Atonale può significare soltanto qualcosa che non corrisponde alla natura del suono”, infatti in tedesco Ton significa suono) preferendo quella di “pantonale” per indicare la libera relazione reciproca di tutti i suoni.

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