irradiaménto

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sm. [sec. XIX; da irradiare].

1) L'atto di irradiare. § In metrologia, grandezza energetica radiometrica definita come la quantità di energia raggiante ricevuta o emessa, nell'unità di tempo, dall'unità di superficie di un dato corpo; si misura pertanto in W/m². È anche detto irradiamento integrale, per distinguerlo dall'irradiamento specifico, cioè dall'irradiamento riferito a una data lunghezza d'onda λ; più esattamente questo è il rapporto tra l'irradiamento integrale in un intorno di λ e l'ampiezza di tale intorno, assunto molto piccolo. In fotometria la grandezza corrispondente all'irradiamento è l'illuminamento. § In topografia, rilevamento per irradiamento, detto anche metodo delle coordinate polari o radiometrico, tipo di rilevamento planimetrico usato per aree di limitata estensione e per determinare punti di dettaglio entro una rete di rilevamento più estesa. Consiste nello stabilire un punto di stazione, detto polo, P, dal quale siano visibili tutti gli altri punti da rilevare, e una direzione fissa, detta asse polare, N, che può essere una direzione qualunque o il lato di una poligonale o di una triangolazione se il rilevamento non è indipendente; in questo caso anche il polo del sistema coincide con un vertice trigonometrico. Per determinare la posizione di un punto, per esempio A, è sufficiente misurare le sue coordinate polari: la distanza PA = a e l'angolo di direzione NPA = ϑ₁; si procede in modo analogo per tutti i punti. Gli strumenti necessari per ottenere tali misurazioni sono i longimetri per la distanza e i goniometri per gli angoli; in alternativa, si possono utilizzare anche tacheometri muniti di cannocchiale distanziometrico e stadie.

2) L'irradiarsi, il diffondersi a guisa di raggi in direzioni diverse partendo da uno stesso punto.

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