naumachìa

sf. [dal latino naumachía, risalente al greco naumachía, da nâus, nave, e máchē, battaglia]. Genere di spettacolo che riproduce un combattimento navale. Lo inventarono i Romani all'epoca di Cesare e continuarono a praticarlo sino al sec. III d. C., arrivando, mentre era regnante Claudio, a mettere in campo, sul lago Fucino, ca. 20.000 uomini. Era uno spettacolo cruento, che si svolgeva in genere in appositi anfiteatri allagati (chiamati anch'essi naumachie), con la partecipazione di gladiatori e di condannati a morte. Di una naumachia romana (piazza Navona) parlò Rabelais. Completamente diversa era la naumachia rinascimentale (primo esempio famoso il Torneo dell'isola beata presentato a Ferrara nel 1569), spettacolo acquatico fitto di elementi allegorici che dava largo spazio alle meraviglie prodotte dalle macchine. Infine un terzo tipo di naumachia, o acquatic drama, ebbe un periodo di gran voga in Gran Bretagna all'inizio del sec. XIX; si trattava di ricostruire, con effetti volutamente grandiosi, le più gloriose vittorie della marina reale, e soprattutto di Nelson, a edificazione di un pubblico patriottico.

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