prìncipe

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Lessico

(ant. prèncipe), sm. [sec. XIV; dal latino princeps-cípis, propr., chi prende il primo posto].

1) Titolo di prerogativa sovrana un tempo assai diffuso, specialmente per indicare sovrani assoluti, e oggi limitato a pochi casi specifici di monarchie costituzionali: il principe del Liechtenstein. Più comunemente il titolo viene attribuito a determinati membri di case reali: principe ereditario, il discendente diretto del sovrano, primo nella linea di successione al trono; principe consorte, il marito della regina quando non sia re, negli Stati dove, come nel Regno Unito, non sia impedita la successione alle donne. Principe consorte per antonomasia fu Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, cugino della regina Vittoria e suo marito dal 1840. La posizione costituzionale del principe consorte è incerta; lo stesso Alberto ebbe ufficialmente il titolo solo nel 1857.

2) Il più importante dei titoli nobiliari le cui insegne araldiche sono: elmo d'oro arabescato posto in fronte; corona sormontata da 8 foglie d'acanto o fioroni d'oro (5 visibili) alternati a 8 perle (4 visibili).

3) Per estensione, persona di somma autorità, di assoluta preminenza in un dato ambito sociale, culturale, professionale, ecc.: il principe degli Apostoli, san Pietro; i principi della Chiesa, i cardinali; il principe del foro milanese; talora iron.: è il principe dei furfanti. Fig., per esprimere agiatezza e abbondanza: vivere, mangiare da principe; il principe azzurro, il giovane ideale che le fanciulle sognano di sposare.

4) Raro come agg. nel senso di principale; più comune nella loc. edizione principe.

Storia: Roma

Come titolo di sovranità si usò a Roma verso il sec. I in esplicita contrapposizione al titolo di re, per indicare l'esercizio del potere da parte di un primo tra pari in segno di formale rispetto dell'autorità del Senato; con Augusto il titolo di principe andò assumendo valore esattamente sinonimico di imperator senza però avere, al contrario di questo, preciso senso istituzionale, non corrispondendo a principe alcuna effettiva magistratura. Successivamente in età imperiale il termine assunse il valore di epiteto onorifico quanto generico per indicare il sovrano. Il termine ha assunto poi solo titolo onorifico. § Principe elettore, principe del Sacro Romano Impero cui dalla metà del sec. XIII fu riservato il diritto di eleggere l'imperatore. Nel 1356 la Bolla d'oro di Carlo IV stabilì che essi fossero i principi-vescovi di Magonza, Colonia, Treviri, i duchi di Baviera e di Sassonia, il re di Boemia, il margravio del Brandeburgo; a essi si aggiunsero nel 1648 (Trattato di Vestfalia) il conte palatino del Reno e nel 1692 il principe di Brunswick-Lüneburg.

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