quantitativo

agg. [sec. XIV; da quantità]. Di quantità, relativo alla quantità, spesso contrapposto a qualitativo: esame quantitativo. In particolare, poesia quantitativa, poesia fondata sulla quantità delle sillabe. Anche sm., quantità: ordinare un certo quantitativo di zucchero. Con accezioni specifiche: A) in chimica, analisi quantitativa, vedi analisi. B) In filosofia, ciò che è scomponibile e suscettibile di misurazione. Argomentava Democrito che ogni sensazione quantitativa, in quanto riferita alla posizione, alla forma, alla figura, all'ordine, è vera e oggettiva perché permette un rapporto tra gli atomi. C) In economia, danaro quantitativo, somma di danaro o di mezzi di pagamento monetari corrisposta a fronte di contrattazioni commerciali od operazioni bancarie; abbuono quantitativo, riduzione concessa su una somma da pagare quando la quantità delle merci, pur rientrando nei limiti della tolleranza pattuita, risulti superiore o inferiore a quella stabilita nel contratto. La misura dell'abbuono può essere pattuita o derivare dagli usi vigenti. D) In geografia, indirizzo della disciplina tendente a contrapporre alla geografia tradizionale una geografia quantitativa, così detta per sottolineare il massiccio impiego di metodi matematici avanzati e l'applicazione di modelli. Sulla “nuova geografia”, come è stata anche chiamata la geografia quantitativa, sono stati scritti molti manuali, che ne hanno analizzato sia il profilo teorico sia quello metodologico. In particolare, la rivoluzione quantitativa ha interessato i geografi anglosassoni, ma i precursori sono stati indubbiamente i geografi tedeschi. Infatti è spesso indicata come punto iniziale di riferimento per le ricerche quantitative l'opera di W. Christaller sulle “località centrali”, pubblicata nel 1933 ma riscoperta più tardi dagli studiosi del settore. Il volume di D. Harvey Explanation in geography (1969) può essere considerato il primo contributo teorico organico relativo a questo indirizzo. La geografia quantitativa, detta anche “analisi spaziale”, ha mostrato la possibilità di interpretare l'organizzazione del territorio in base a teorie e metodologie sistemiche, in sintonia con gli sviluppi che caratterizzano correnti tradizionali, quali quella funzionalista e quella ambientalista.

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