rachitismo

sm. [sec. XIX; da rachitide]. Disturbo dello sviluppo scheletrico, che interessa il processo di ossificazione e il ricambio minerale nel corso del rapido accrescimento proprio dei primi anni di vita. Colpisce con maggiore frequenza i bambini tra il primo e il quarto anno di vita, ma non mancano casi di rachitismo tardivo dell'età prepubere. Oltre alle alterazioni scheletriche, che sono predominanti, nel rachitismo sono compromessi anche il sistema emopoietico, con conseguente oligoemia, e l'apparato digerente, con frequente dispepsia e gastroenterite catarrale. Le alterazioni ossee del rachitismo, benché diffuse a tutti i distretti, interessano soprattutto cranio e coste, colonna vertebrale, bacino e ossa lunghe degli arti. Nel cranio si riscontra il rammollimento della sutura lambdoidea, talora esteso a tutto l'osso occipitale e ai margini della grande fontanella che non tende a chiudersi; proliferazioni ossee, specie alle bozze parietali e frontali, conferiscono al cranio una forma quadrangolare o fanno protrudere la fronte (fronte olimpica). Modificazioni contemporanee avvengono nella prima dentizione con ritardo nella comparsa di alcuni denti, riduzione e seghettatura dell'orlo delle corone, deviazione delle stesse lungo l'arcata alveolare, accavallamento di denti in soprannumero (distrofie dentarie); queste alterazioni rivelano un disordine nell'accrescimento della mascella e della mandibola. L'ingrossamento dei punti di inserzione delle cartilagini costali con le coste presenta, nell'insieme, un aspetto caratteristico (rosario costale): il torace risulta in genere appiattito ai lati, allargato a imbuto in basso, mentre anteriormente lo sterno, sospinto in fuori, assume forma sporgente (petto carenato). La colonna vertebrale è sede di importanti deformazioni: la cifosi del segmento dorsale e la lordosi di quello lombare accentuano in modo esagerato la loro fisiologica curvatura e si combinano quasi sempre con deviazioni laterali (scoliosi), tanto da creare gli aspetti più strani nella forma del torace e del bacino. Le ossa lunghe degli arti si ingrossano nelle loro estremità epifisarie, poi si incurvano e talora si arrestano nel loro sviluppo (nanismo rachitico); in occasione di traumi, anche minimi, si fratturano con facilità, mentre la formazione del callo osseo è sempre ritardata; di frequente riscontro è il ginocchio valgo bilaterale (gambe a X) o varo (gambe a parentesi) o anche unilaterale. Altri sintomi del rachitismo sono la spiccata ipotonia muscolare, che colpisce elettivamente i muscoli della parete addominale (ventre batraciano), diminuzione del tasso ematico del fosforo, aumento della fosfatasi alcalina del siero. La causa principale della maggior parte dei rachitismi è la carenza di vitamina D che provoca insufficiente assorbimento intestinale di calcio e fosforo e una progressiva demineralizzazione dello scheletro. Le ossa perdono il loro patrimonio di calcio e i processi di ossificazione non possono arrivare a completamento, di qui la mancanza di durezza, la cedevolezza e la ridotta resistenza al carico che inducono le pesanti deformazioni evidenti clinicamente. La carenza di vitamina D può dipendere da insufficiente introduzione attraverso l'alimentazione, da scarsa esposizione ai raggi solari, indispensabili alla sua attività, oppure da difetti del metabolismo della vitamina stessa, che non viene correttamente utilizzata dall'organismo. Di fondamentale importanza è la profilassi del rachitismo attraverso l'assunzione, già in gravidanza, di consistenti quantità di calcio attraverso gli alimenti che ne sono più ricchi (latte e derivati, carne, uova) e, nel lattante e nel bambino, attraverso l'esposizione alla luce del sole eventualmente associata ad apporto supplementare di calcio e di vitamina D, specialmente nei mesi invernali. La terapia del rachitismo prevede la somministrazione di notevoli quantità di calcio e vitamina D, elioterapia, e una dieta molto ricca di calcio.

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