Lessico

sm. [sec. XV; latino aranĕus].

1) Nome comune degli Artropodi dell'ordine Araneidi.

2) Fig.: non cavare un ragno dal buco, non concludere nulla; opera, tela di ragno, cosa inutile; persona magra come un ragno, magrissima. In funzione di agg., uomo-ragno, contorsionista che si esibisce nei circhi.

3) Altro nome della spigola.

4) In astronomia: A) supporto a bracci sottili – di solito tre – per posizionare lo specchio secondario entro il tubo di un telescopio a riflessione. B) Disco reticolare mobile, detto anche rete, che si applica al timpano fisso degli astrolabi allo scopo di individuare la posizione celeste di alcune stelle brillanti di riferimento.

Zoologia: generalità

Si conoscono oltre tremila specie di ragni, le cui dimensioni variano da meno di un millimetro a ca. 10 cm e, in talune specie di migale, fino a una ventina di cm. Le loro colorazioni sono pure assai variabili: prevalgono le tonalità grigie, brune, nere, ma non mancano quelle assai vivaci, rosse, verdi, gialle. Amplissima è la distribuzione geografica: mancano nelle zone polari e sono particolarmente abbondanti negli ambienti tropicali. Numerose specie vivono nel terreno, in cavità naturali o scavate da esse stesse, nel qual caso può trattarsi di tane assai complesse, rivestite di seta; molte vivono tra i sassi; altre ancora vagano sul terreno e tra le erbe. I ragni sono tutti predatori, prevalentemente di insetti e altri invertebrati, ma le grandi migale possono uccidere anche piccoli vertebrati; alcuni sono cacciatori vaganti, come le tarantole, i salticidi e le migale, o all'attesa, come i tomisidi, altri catturano le prede, pure all'agguato, per mezzo di tele. I primi hanno in genere occhi molto grandi ed efficienti e corpi e zampe più robusti; i salticidi, avvistata una preda, prima l'avvicinano rapidamente, poi spesso l'aggirano con movimenti misurati e quindi le balzano addosso con una rapida estensione delle zampe operata tramite l'aumento di pressione dell'emolinfa. Alcuni ragni vaganti immobilizzano rapidamente le prede con fili di seta, correndo intorno a esse. Certi ragni vivono in tane foderate di seta e chiuse da una sorta di sportello; da questo balzano rapidamente sulle prede che transitano su un tappeto di seta teso intorno alle tane e le cui vibrazioni ne segnalano il passaggio. Queste specie possiedono recettori tattili o di vibrazioni particolarmente ben sviluppati, come in genere i ragni che costruiscono tele. Quasi tutti i ragni producono la seta, un secreto di natura proteica che si indurisce all'aria. Anche i predatori vaganti producono continuamente un “filo di sicurezza” che di tanto in tanto attaccano sul terreno dietro di sé; nei ragni sedentari, un insieme di fili posati intorno al punto centrale di stazionamento, probabilmente una tana pure foderata di seta, potrebbe essere stato il primo passo verso l'evoluzione della tela, almeno per le specie particolarmente sensibili alle vibrazioni prodotte dal movimento delle prede sui fili; le specie con la tendenza a deporre più fili intorno alle postazioni di attesa avrebbero quindi evoluto un nuovo sistema di caccia. Più o meno rapidamente si giunse poi alla diversificazione dei ragni costruttori di tele: esistono tele piatte, irregolari, triangolari o discoidali, e tele tridimensionali, a cupola, a imbuto o di altre forme, tutte costituite da reticoli più o meno fitti la cui forma è spesso tipica delle varie famiglie e talvolta delle singole specie. Inoltre le tele possono essere formate dalla combinazione di fili asciutti, sui quali i ragni si muovono, e da fili appiccicosi, sui quali si invischiano le prede.

Zoologia: le tele da caccia

Le tele di caccia sono una sorta di filtri aerei atti a trattenere gli insetti; le dimensioni delle loro maglie dipendono direttamente dalla lunghezza delle zampe dei costruttori ma riflettono anche l'adattamento a nutrirsi di prede di determinate dimensioni. I ragni si dispongono sulle tele o al centro o in periferia, talvolta mascherando la propria posizione tramite l'abbandono, sulle tele stesse, di residui di prede, o disponendo sulle tele masserelle irregolari di fili o una spessa striscia di tela a zig-zag. La sequenza di costruzione della tela è perfettamente fissata nei giovani ragni fin dalla nascita; alcuni ragni abbandonano periodicamente le tele, che perdono il potere adesivo in breve tempo, e ne costruiscono di nuove; altri si limitano a sostituire i fili adesivi o usurati, mangiando eventualmente i vecchi. Una sequenza costruttiva comune in ragni della famiglia Araneidi, che tessono all'aperto, è la seguente: il ragno prima produce un filo da una postazione elevata e attende che il vento lo porti a imbrigliarsi su un adeguato punto di sostegno; poi fissa il filo al nuovo supporto, quindi lo percorre fino a circa metà lunghezza e qui unisce a esso un altro filo dal quale si fa trasportare fino a un supporto situato più in basso o a terra, dove fissa anche questo filo, tendendolo fino a formare, coi primi due, le bisettrici di un triangolo; a questi raggi il ragno successivamente aggiunge altri fili, sia in direzione radiale che tangenziale e questi, insieme ai primi, vengono a costituire l'intelaiatura primaria della rete; quindi, partendo dal centro e procedendo verso la periferia, tesse una spirale temporanea rada e robusta, la cosiddetta spirale ausiliaria, sulla quale il ragno si aggrappa durante i suoi spostamenti per infittire gli spazi aperti, procedendo dalla periferia verso l'interno, con una spirale di tela più sottile e appiccicosa; durante questa fase del lavoro il ragno distrugge (spesso mangia) la spirale precedente. I ragni che costruiscono tele di caccia sono molto sensibili alle vibrazioni della tela e sono in grado di localizzare immediatamente le prede che si dibattono; queste, prima o dopo essere state punte con i cheliceri, vengono in genere avvolte rapidamente con ampie fascie di seta, che le immobilizzano e le trattengono sulla tela, quindi vengono consumate o conservate per un pasto successivo. Val la pena di ricordare che alcuni ragni hanno adottato usi del tutto particolari delle tele; alcuni (per esempio del genere Dicrostichus) catturano insetti con singoli fili appiccicosi che agitano nel vuoto tenendosi in una postazione elevata e altri (per esempio del genere Mastophora) addirittura lanciano i loro fili appiccicosi contro gli insetti in volo. Oltre agli usi suddetti, inoltre, la seta viene impiegata per avvolgere le uova in bozzoli, per foderare nidi di svernamento e per tessere fili volanti, attaccati ai quali le specie più piccole e i giovani si disperdono, trasportati dal vento anche a grandi distanze (sono stati osservati ragni in “volo” sul mare a centinaia di miglia dalle coste).

Zoologia: il veleno dei ragni

I ragni paralizzano o uccidono le prede col veleno dei cheliceri e rigurgitano su di esse enzimi digestivi; quindi le smembrano coi cheliceri e ne aspirano, per mezzo della faringe e dell'esofago, i tessuti molli predigeriti. Alcuni possiedono cheliceri dentati atti a sminuzzare le prede. Pochi ragni possiedono un veleno pericoloso per l'uomo; fra questi, le vedove nere (genere Latrodectus) hanno un veleno neurotossico molto potente che causa forti dolori locali e generali e paralisi respiratoria; il veleno di altri ragni di genere Loxosceles provoca invece fenomeni di necrosi e piaghe difficili da sanare; le punture dei ragni più grandi, le migale, salvo alcuni casi, non sono invece pericolose per l'uomo e alcune di queste specie sono così poco aggressive che possono essere maneggiate tranquillamente (e vengono catturate e mangiate, arrostite, da alcune popolazioni primitive); questi ragni tuttavia possiedono peli uncinati e assai fragili che, se il ragno non è maneggiato gentilmente, penetrano nella pelle e provocano urticazioni, un adattamento protettivo contro la predazione.

Etologia

La maggior parte dei ragni è solitaria, e le femmine accettano la presenza del maschio solo per il breve periodo dell'accoppiamento (ma in alcune specie uno o più maschi sono tollerati dalla femmina nella sua tela per periodi più lunghi); tuttavia in almeno nove famiglie (di cui la più nota è quella degli Agelenidae) si è evoluta una sorta di socialità, che comporta la convivenza di numerosi individui su tele comuni, talvolta molto grandi e perfino la nutrizione su prede considerate di proprietà collettiva. La socialità dei ragni ha probabilmente le sue radici nel costume delle femmine di permettere ai piccoli di nutrirsi presso le loro prede predigerite. I ragni solitari sono animali molto aggressivi e in essi il corteggiamento ha un ruolo fondamentale non solo come sistema di riconoscimento fra partner ma anche come insieme di segnali che inibiscono l'aggressione della femmina al maschio. I maschi trovano le femmine in base a stimoli chimici, feromoni prodotti dalle femmine sessualmente mature e diffusi anche sui fili delle tele; salvo che nelle specie in cui il contatto dei maschi, molto più piccoli delle femmine, viene da queste tollerato, in molti ragni costruttori di tele il maschio pizzica i fili della rete con frequenza e intensità ben definite e ben diverse da quelle disordinate prodotte da una preda imbrigliata; le vibrazioni comunicano alla femmina la sua presenza; i corteggiamenti più complessi si trovano nei predatori vaganti, in cui le femmine sono proclivi ad aggredire qualsiasi piccolo animale in movimento; gli stimoli più usati, in queste specie, sono tattili (il maschio raggiunge rapidamente la femmina e la palpa sul corpo con le zampe e i pedipalpi), vibratori, per mezzo di stridulazioni prodotte dal maschio con i pedipalpi e recepite dalla femmina attraverso il substrato, e visivi, con vere e proprie danze che il maschio esegue davanti alla femmina, spesso agitando le zampe sollevate in modi caratteristici per ciascuna specie; e, a seconda delle specie, i colori, i movimenti, la forma e la dimensione del corteggiatore sono fattori essenziali per una risposta corretta della femmina. Se il corteggiatore viene accettato, la femmina cade in una sorta di catalessi e può essere inseminata dal maschio per mezzo del suo apparato copulatorio (secondario) portato nei pedipalpi. Il maschio può caricare di sperma i pedipalpi sia prima che dopo il corteggiamento; di solito tesse una piccola tela sulla quale deposita una goccia di sperma che poi raccoglie coi pedipalpi; questa operazione può essere ripetuta più volte in una stessa coppia. Alcune specie si accoppiano numerose volte nel corso della vita, che normalmente si svolge in uno o due anni ma talvolta in oltre venti (certe migale sono vissute in cattività per venticinque anni); in altre, le femmine si accoppiano una volta sola; infatti, dopo la prima copula, si forma un tappo che ostruisce la loro apertura genitale o, in certe specie, successivi accoppiamenti sono impediti dall'embolo, abbandonato dal maschio al termine della copula, un valido sistema di competizione sessuale. Le uova sono avvolte in bozzoli che vengono attaccati alla tela o sono trasportati dalla madre fino alla schiusa. I giovani per qualche tempo restano nella tela materna, come nei Pisauridi, o sul corpo della madre, come nei Licosidi, poi si disperdono; in questo periodo le femmine, che pure conservano una spiccata aggressività, spesso non mostrano tendenze predatorie e non si nutrono, adattamento che preclude il rischio di cannibalismo ai danni della propria prole.

Paleontologia

Comparsi nel Paleozoico, i ragni si sono diffusi ed evoluti soprattutto nel Cenozoicoresti ben conservati sono stati rinvenuti di frequente in masserelle d'ambra di molte località, soprattutto europee, e in altri depositi sedimentari. Tra i generi più comuni vi sono: Attoides delle marne continentali di età oligocenica di Aix-en-Provence (Francia); Thomisus e Xysticus noti negli strati miocenici di Oeningen in Svizzera, nelle ligniti oligoceniche di Bonn (Germania) e negli strati miocenici continentali di Florissant (Colorado). Nell'ambra oligocenica del Baltico sono stati rinvenuti i migliori esemplari appartenenti ai generi Mizalia, Eolathys, Auximus e Caduceator giunti in perfetto stato di conservazione grazie alla protezione svolta dalla resina fossile.

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