Dilthey, Wilhelm

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filosofo, storico e critico tedesco (Biebrich, Renania, 1833-Siusi, Bolzano, 1911). Studiò all'Università di Berlino e insegnò poi a Basilea, Kiel, Breslavia; nel 1882 passò a Berlino, dove promosse l'edizione delle opere di Kant dell'Accademia Berlinese delle Scienze. Dilthey si dedicò a un'amplissima ricerca storiografica, di cui i risultati più eminenti sono la biografia di Schleiermacher (Leben Schleiermachers, 1867-70), i saggi sui poeti romantici (Die romantischen Dichter, 1868-69), sugli storici tedeschi (Deutsche Geschichtsschreiber 1866-67), lo studio sulla concezione dell'uomo nel Rinascimento (Auffassung und Analyse des Menschen im 15. und 16. Jahrhundert, 1891-92; Interpretazione e analisi dell'uomo nel XV e XVI secolo) e gli studi su Hegel. Nei suoi scritti filosofici Dilthey elaborò una “critica della ragione storica” che stabilisse le possibilità, i limiti e i modi della conoscenza del mondo spirituale, in contrapposizione alla critica della ragione pura di Kant. In questa direzione il primo ampio svolgimento teorico si trova nell'Einleitung in die Geisteswissenschaften (1883; Introduzione alle scienze dello spirito), dove viene distinto il mondo storico-sociale, costruito sul fondamento dell'unità personale degli individui psicofisici in relazione fra loro, dal mondo naturale. Il primo può essere compreso dall'interno e la sua unità è colta immediatamente dal soggetto umano, il secondo è conosciuto dall'esterno e la sua unità è costruita seguendo un processo ipotetico. La fondazione gnoseologica, necessaria per conferire rigore e piena certezza ai procedimenti della conoscenza spirituale, non può essere fornità né dalla filosofia della storia, né dalla sociologia: l'una e l'altra finiscono col determinare aprioristicamente i modi e la realtà del mondo spirituale sostituendo all'esperienza concreta ingiustificate affermazioni metafisiche. La fondazione deve invece essere cercata nella psicologia, che ha per oggetto proprio l'unità fondamentale del mondo spirituale, e può svolgere il proprio compito muovendo dall'unità immediata dell'individuo concreto e svolgendola nei tre sistemi reciprocamente interagenti del pensiero, della volontà e del sentimento. In questo studio è possibile, secondo Dilthey, scoprire i principi che nella connessione di teoria e prassi, conoscenza e storia, regolano la costruzione e la comprensione del mondo spirituale: Ideen über eine beschreibende und zergliedernde Psychologie (1894; Idee sopra una psicologia descrittiva e analitica). Dilthey affrontò esplicitamente il problema della conoscenza storica dell'individuale nelle opere: Beiträge zur Studium der Individualität (1896; Contributi allo studio dell'Individualità) e Die Entstehung der Ermeneutik (1900; Le origini dell'Ermeneutica), suggerendo soluzioni ampiamente sviluppate dall'odierna teoria dell'interpretazione. Nell'ultimo periodo della sua attività Dilthey rinnovò la propria meditazione sulle condizioni del mondo spirituale, impostando la discussione della realtà e della comprensione della storia sulla relazione sistematica di esperienza vissuta (Erleben), espressione (Ausdruck) e comprensione (Verstehen), il cui rapporto reciproco è intimo e costitutivo. Inoltre, mettendo a punto la sua visione del mondo in Das Wesen der Philosophie (1907; L'essenza della filosofia), si impegnava nella discussione sulla condizione e la realtà della filosofia coinvolta nella consapevolezza della propria storicità.

Bibliografia

P. Rossi, Lo storicismo tedesco contemporaneo, Torino, 1955; G. Marini, Dilthey e la comprensione del mondo umano, Milano, 1965; A. Manno, Lo storicismo di W. Dilthey, Napoli, 1990.

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