Don Giovanni

leggendario personaggio di seduttore di incerta origine assurto a simbolo non soltanto dei trionfi e delle ceneri dell'eros, ma anche della rivolta della ragion pratica contro le remore della teologia e divenuto uno dei miti della letteratura europea. Compare per la prima volta nel dramma di Tirso de MolinaEl burlador de Sevilla y Convidado de piedra (prima del 1630; Il seduttore di Siviglia e Convitato di pietra), che già contiene gli elementi essenziali della storia e i personaggi fondamentali: il protagonista don Juan Tenorio; la duchessa Isabella, Aminta e donna Anna: le donne che Don Giovanni seduce o tenta di sedurre; il padre di donna Anna, Commendatore di Ulloa, che, ucciso da Don Giovanni e presente in scena attraverso la propria statua, diviene strumento della punizione divina; il servo Catalinon; il duca Ottavio. Nell'opera di Tirso, che rivela il proposito moralizzatore ed “esemplare” del dramma spagnolo secentesco, si fondono i due temi dell'ingannatore di donne – nato, secondo il Farinelli, nell'Italia del Rinascimento – e del sacrilego beffatore di morti – presente nel folclore spagnolo e in particolare galiziano – che invita a cena un defunto per burlarsi del mistero dell'aldilà e viene a sua volta invitato, e trascinato all'inferno, dal morto. Ma già nella sua prima e potente reincarnazione europea – quella di Molière (Don Juan ou Le festin de pierre, Don Giovanni o Il convitato di pietra, presentata al Palais-Royal il 15 febbraio 1665) – Don Giovanni divenne quello che non era in Tirso: un libertino nell'accezione secentesca del termine, ossia un ateo, uno spirito forte che afferma con un cinismo non esente da ipocrisia la propria assoluta indipendenza. Tale fu poi anche nelle riprese settecentesche (Zamora, Goldoni e Lorenzo Da Ponte, il cui mediocre libretto fu reso immortale dalla musica di Mozart). Il Romanticismo invece – a cominciare dal Don Juan Tenorio di J. Zorilla (1844), che si rappresenta ancora ogni anno in Spagna per il 2 novembre – lo vide soprattutto come un “eroe” dell'amore insaziabile, e lo mandò in paradiso, redento appunto dall'amore, come Faust. Da allora, in tutta Europa, i lavori ispirati a Don Giovanni non si contano: in Inghilterra Byron scrive il poema Don Juan, an Epic Satire e Shaw la commedia Man and Superman, l'argomento torna in Spagna in Espronceda, in Valle-Inclán e nei Quintero; in Russia lo tratta Puškin, con la “piccola tragedia” Il convitato di pietra, 1830; in Germania, Grabbe, Lenau, Hoffmann; in Scandinavia, Kierkegaard; in Svizzera, Frisch; in Francia, una schiera di autori tra cui Dumas padre, Lenormand, Obey, S. Lilar, Ghelderode, Vailland, Montherlant, Milosz, ecc. Il personaggio è stato ripresentato con le più varie angolazioni, romantiche, filosofiche, decadenti, dissacranti, paradossali. Per antonomasia è entrato nel linguaggio comune con il significato di seduttore, conquistatore impenitente di donne. § Del Don Giovanni di Molière, che, ostacolato dalla censura all'apparire, ha avuto una grande fortuna scenica soltanto nel secolo attuale, sono state allestite quattro importanti edizioni in Francia da L. Jouvet (1947), J. Vilar (1953), A. Bourseiller (1967) e P. Chéreau (1969); Mejerchold ne curò una a Pietroburgo (1910); un rifacimento smitizzante di Brecht fu messo in scena a Rostock da B. Besson nel 1952; in Italia, dopo le due edizioni dirette da O. Costa nel 1948 e nel 1949, è stato più volte portato sulle scene. § Fuori del teatro di prosa, in ambito musicale si devono anzitutto ricordare il balletto di G. Angiolini su musica di GluckDon Juan ou Le festin de pierre (1761; ripreso da A. M. Milloss nel 1933 e da Fokin nel 1936), che costituì il primo saggio di balletto d'azione, e il già citato dramma giocoso in due atti di W. A. Mozart Don Giovanni ossia il dissoluto punito, che, musicato su libretto di Lorenzo Da Ponte (fonti: soprattutto Molière e il libretto scritto da Bertati per Gazzaniga), fu presentato a Praga il 29 ottobre 1787: considerato uno degli esiti più eccelsi di tutto il teatro musicale, contempera in un irripetibile equilibrio il comico (con le caratterizzazioni di Leporello, Masetto, ecc.) e il tragico che si realizza nello scontro tra il mondo delle leggi morali e la titanica opposizione del protagonista, di cui la musica di Mozart ha fatto un autentico eroe. Da citare ancora l'opera lirica Il convitato di pietra, composta – sull'omonima tragedia di Puškin – da A. Dargomyžskij (a partire dal 1864 ca.), completata da Kjui (preludio e finale I atto), orchestrata da N. Rimskij-Korsakov e presentata a Pietroburgo nel 1872; e, infine, il poema sinfonico Don Juan (1887) di R. Strauss.

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