(Republika Makedonija). Stato della Penisola Balcanica (25.713 km²). Capitale: Skopje. Divisione amministrativa: municipalità (30). Popolazione: 2.045.177 ab. (stima 2008). Lingua: macedone e albanese (ufficiali). Religione: ortodossi 54,4%, musulmani sunniti 29,9%, non religiosi/atei 6,6%, cattolici 3,5%, altri 5,6%. Unità monetaria: denar (100 deni). Indice di sviluppo umano: 0,808 (68° posto). Confini: Serbia a N, Albania a W, Grecia a S, Bulgaria a E. Membro di: Consiglio d'Europa, EBRD, ONU e OSCE, associato UE.

Generalità

Piccolo Stato nei Balcani meridionali e senza sbocchi sul mare, è attraversato da NO a SE dal fiume Vardar, la principale via di comunicazione tra l'Egeo e le regioni danubiane. Il territorio quasi interamente montuoso, viene solcato da numerose valli fluviali entro cui si trovano i maggiori centri abitati. Il nome del Paese è lo stesso della regione storica che nel sec. IV a. C. è stata sotto il dominio della dinastia semiellenizzata degli Argeadi, che ha conquistato la Grecia con Filippo II, nonché gran parte dell'Asia e del mondo mediterraneo con il figlio Alessandro Magno, forse il più grande conquistatore di tutti i tempi. La maggioranza della popolazione attuale della Macedonia, tuttavia, non è autoctona né di origine greca, ma costituita dai discendenti degli Slavi che hanno occupato la regione nel sec. VI. Nel Paese risiede anche una forte componente albanese, oltre a minoranze di nazionalità turca, rumena, serba e bosniaca. La Macedonia, già Repubblica nella federazione iugoslava, ha proclamato la propria secessione nel 1991, ma ha ottenuto un pieno riconoscimento internazionale come Stato sovrano soltanto nel 1993, a causa del rifiuto da parte della Grecia di accettare che il nome di un regno dell'antichità classica di grande importanza storica, fosse attribuito a uno Stato slavo. Di conseguenza, la denominazione ufficiale della Macedonia con cui essa è stata ammessa all'ONU è l'acronimo FYROM (Former Yugoslav Republic of Macedonia). Oltre all'ostilità della Grecia, il nuovo Stato ha dovuto fronteggiare il malcontento della forte minoranza albanese che non voleva riconoscersi in uno stato-nazione slavo. Durante gli anni Novanta le tensioni fra le due comunità etniche, sul punto di trasformarsi in vera e propria guerra civile, sono state tenute sotto controllo da una forza di pace inviata dall'ONU. La mediazione dell'UE è stata decisiva alla risoluzione di questo contenzioso etnico, avvenuta nell'agosto 2001 con gli Accordi di Ocrida che hanno portato alla piena legittimazione della nazione albanese tra le componenti dello Stato e all'allargamento dei diritti per questa minoranza (l'albanese è stato riconosciuto quale lingua ufficiale). Sul piano economico, la Macedonia, che già ai tempi della federazione iugoslava era la Repubblica con il più basso reddito pro capite, è un Paese tra i più poveri d'Europa.

Lo Stato

In base alla Costituzione del 17 novembre 1991, il presidente della Repubblica viene eletto, con un mandato di 5 anni, a suffragio diretto. Il parlamento è monocamerale, costituito dall'Assemblea legislativa (Sobranje) di 120 membri, eletti anch'essi a suffragio diretto e in carica per 4 anni. Il premier viene nominato dal presidente della Repubblica, mentre i singoli ministri sono eletti dall'Assemblea. In base all'articolo 7 del preambolo alla Costituzione, la Macedonia si legittima quale “Stato nazionale del popolo macedone”; tuttavia alcuni emendamenti alla carta costituzionale varati nel novembre 2001 garantiscono maggiori diritti alle minoranze albanesi. Il sistema giudiziario è autonomo rispetto agli altri poteri dello Stato, con il Consiglio giudiziario – eletto ogni sei anni dai giudici – quale unico organo a disporre la loro nomina e revoca. Le forze armate sono costituite dall'esercito, il cui comandante supremo è il presidente della Repubblica. Il servizio di leva è obbligatorio, anche se in applicazione degli Accordi di Ocrida e nella prospettiva dell'istituzione di un esercito professionale adeguato alle strutture NATO, nel 2003 la ferma è stata ridotta da nove a sei mesi. L'istruzione dell'obbligo dura otto anni, dopo i quali si accede agli studi superiori diversificati per indirizzo. L'insegnamento viene impartito nella lingua materna dello studente: macedone, turco, albanese e serbo. L'analfabetismo colpisce il 3% della popolazione.

Territorio: geografia fisica

Massicci montuosi intersecati da valli fluviali costituiscono la principale caratteristica morfologica della Macedonia. Il Paese è interessato dall'alto e medio corso del fiume Vardar, che dopo un primo tratto da N in direzione S, ruota in senso orario bagnando la capitale Skopje e poi attraversa tutto lo Stato da NO a SE fino al confine, entrando in Grecia dopo avere cambiato il nome in Axios. Tra i rilievi del settore occidentale, che superano 2500 metri d'altitudine, si distingue il monte Korab (2764 m). Il sistema orografico orientale, sulla riva sinistra del Vardar e attraversato da NE a SO dal suo affluente Bregalnica, consta di massicci che generalmente non superano i 2000 metri. Nell'angolo sudoccidentale ai confini con l'Albania, si trovano i grandi laghi di Prespa e di Ocrida; quest'ultimo, assai profondo (286 m) e poco inquinato, è una riserva importante di acqua dolce. Il clima, pur presentando caratteristiche continentali, risente anche dell'influenza dell'Egeo che contribuisce a mitigare le temperature. I rilievi albanesi, impedendo l'accesso ai venti umidi da Occidente, contengono le precipitazioni tra 500 e 1000 mm annui, concentrate perlopiù in primavera a cui si alternano periodi di siccità estiva.

Territorio: geografia umana

Gli abitanti della Macedonia discendono per la maggior parte dalle popolazioni slave che ne hanno occupato il territorio dal sec. VI; tuttavia, una componente di autoctoni non è stata toccata da questa slavizzazione, tanto che i loro epigoni tra i sec. XIX e XX, dopo l'”invenzione” delle nazionalità nel senso moderno del termine, si sono definiti albanesi. L'attuale quadro etnico del Paese è reso ancora più complesso dalla presenza di turchi, residuo della secolare dominazione ottomana, oltre a quella di serbi, bosniaci e Rom, secondo l'autoriconoscimento degli abitanti che avviene in occasione dei censimenti. Tuttavia, fino al sec. XX inoltrato, la configurazione etnonazionale della Macedonia si è caratterizzata per la propria fluidità; infatti, la sua appartenenza al regno a egemonia serba con capitale Belgrado, aveva portato alla serbizzazione della popolazione slava. Soltanto nel 1945, dopo l'inserimento della Macedonia in un sistema federale di Repubbliche, la maggioranza della popolazione parlante la lingua slava locale che si caratterizza per certe affinità con il bulgaro, ha potuto ottenere il riconoscimento dell'appartenenza alla nazione omonima da parte dello Stato iugoslavo e del macedone come lingua nazionale. Dopo che la Macedonia è divenuta indipendente, l'eterogeneità etnica e culturale che da sempre la caratterizza ha assunto un nuovo e più complesso significato, alla luce delle rivendicazioni avanzate dalle minoranze e delle tensioni esplose con gli Stati confinanti. Particolarmente densa di implicazioni si è rivelata la questione degli albanofoni, stanziati prevalentemente lungo il confine con l'Albania, a partire dall'alta valle del Vardar fino al lago di Ocrida. In questi territori essi costituiscono la maggioranza assoluta della popolazione, ma a livello nazionale la loro importanza si riduce: i 442.914 albanesi registrati nel censimento del 1994, svoltosi con la supervisione degli osservatori dell'UE, avevano rappresentato il 23% della popolazione complessiva. Si trattava di una percentuale molto lontana dalle stime fatte dagli stessi albanesi, attestate su valori vicini al 40%, sulla base dei quali hanno rivendicato il diritto di essere considerati una nazionalità costitutiva del nuovo Stato e non una minoranza. Fin dal gennaio 1992, mediante referendum autoconvocato, gli albanesi si sono pronunciati a favore di una forte autonomia amministrativa e nell'aprile successivo hanno proclamato una Repubblica Autonoma dell'Illiria, chiedendo, allo stesso tempo, la suddivisione della Macedonia in cantoni federati. Le rivendicazioni albanesi non erano state rilevanti soltanto sotto il profilo interno, bensì si collegavano a un più ampio movimento autonomistico che includeva anche gli albanesi del Kosovo e che si riconosceva nel disegno comune della Grande Albania. Le rivendicazioni albanesi si sono avviate a soluzione con gli Accordi di Ocrida nel 2001, in base ai quali si sono stabiliti emendamenti alla Costituzione per l'allargamento dei diritti in favore di questa minoranza e inoltre l'albanese è stato riconosciuto come seconda lingua ufficiale dello Stato. Alla proclamazione dell'indipendenza, altrettanto ricca di implicazioni è stata la presenza dei serbi, che rappresentano soltanto l'1,8% della popolazione, concentrati nella regione nordorientale del Paese. Più numerosa di quella serba, anche se meno attiva e priva di compattezza territoriale, è la minoranza turca, presente nei territori situati lungo la riva sinistra del Vardar e nei pressi di Tetovo, Bitola, Veles e Stip. Essa rappresenta il 3,9% della popolazione complessiva. Diminuita è anche la consistenza dei Rom. Sostanzialmente stabile è stato, invece, negli ultimi anni, il numero degli Aromuni, che rappresentano una percentuale minima, mentre nel primo dopoguerra erano almeno 100.000, stanziati in maggioranza attorno a Bitola. Al di là delle tensioni connesse alla presenza sul territorio statale di numerose popolazioni, la stabilità della Macedonia è anche minata a causa della ostilità che la Grecia ha apertamente manifestato nei suoi confronti, avendola accusata di aver adottato il nome di Macedonia allo scopo di estendere la propria sovranità sull'intero territorio della Macedonia storica, e quindi su parte del territorio greco, ove vive una minoranza slava, etnicamente del tutto affine ai macedoni. Al 2003, nonostante il tasso di fecondità di 1,8 figli per donna, il saldo demografico continua a mantenersi leggermente in attivo a causa dell'invecchiamento della popolazione che vive più a lungo rispetto al passato per il miglioramento della situazione igienico sanitaria. Il Paese tuttavia presenta una densità di soli 80 ab./km². Inoltre, i residenti effettivi sono meno di quanto risulta dai dati ufficiali, dal momento che oltre 100.000 emigrati all'estero tra gli anni Novanta e i primi Duemila sono stati registrati come assenti temporanei.La rete insediativa fa capo a Skopje che, unica città macedone di importanza primaria, contiene il ca. 24% (480.000 ab., 2007) della popolazione totale e ca. i 2/5 di quella urbanizzata. Tetovo, Kumanovo e Veles sono centri secondari gravitanti sulla capitale. La maggiore città meridionale è Bitola, che per via della distanza da Skopje decentrata a N, esercita le funzioni di polo regionale del SW, a cui fanno capo Ocrida e Prilep; essa infatti è dotata della seconda università del Paese.

Territorio: ambiente

La scarsa densità demografica, l'estensione di rilievi boscati nonché la presenza di grandi laghi e di numerosi corsi d'acqua, fanno della Macedonia uno tra gli Stati europei più ricchi di biodiversità animale e vegetale. Nei boschi, con una densità maggiore che negli altri Stati europei, vivono cervi, lupi, volpi, cinghiali e caprioli, mentre nelle praterie si incontrano ancora mandrie di cavalli allo stato brado. La flora sotto i 600 m è caratterizzata dallo šibljak, un insieme di vegetazione cedua e cespugliosa accompagnata dai tipici alberi ad alto fusto della foresta europea, tra i quali si trovano tigli, querce, noccioli e cornioli. A maggiore altitudine compare la hrastalak caratterizzata da aceri, castagni e faggi, mentre tra 1200 e 1500 metri dominano le conifere, tra cui è caratteristico il pino loricato. Il 7% del territorio nazionale è protetto secondo varie forme di tutela. Si sono istituiti i tre parchi nazionali di Galichica, Mavrovo e Pelister; quest'ultimo, che prende il nome dalla montagna omonima di 2600 m, è coperto da foreste di pino nero intorno al lago di Prespa. Vi sono inoltre riserve naturali integrali, paesaggi protetti, monumenti naturali e altre aree dedicate alla conservazione di specifiche specie animali e vegetali. Il lago di Ocrida per un terzo in territorio albanese, viene considerato il più bello di tutti i Balcani per le sue acque profonde e pulite che non gelano mai nonostante si trovi a 698 metri d'altitudine, e per le spiagge acciottolate. Contiene un eccezionale patrimonio ittico, conservando specie fossili viventi che risalgono all'era terziaria. Nelle sue acque vive anche la trota salmonata, assai rinomata come specialità gastronomica. La regione del lago di Ocrida è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO nel 1979.

Economia

A seguito del lungo periodo di stagnazione economica durante la dominazione ottomana, tra le due guerre mondiali la bonifica delle paludi ha eliminato la malaria, permettendo una migrazione di coloni dal resto della Iugoslavia che grazie alla riforma agraria hanno avuto disponibilità di terre da mettere a coltura. Ai tempi della federazione socialista si sono poste le basi dell'industrializzazione, anche se la Macedonia non è mai riuscita a colmare il divario economico che la penalizzava rispetto alle altre Repubbliche, restando la più povera dello Stato. All'indomani dell'indipendenza, la situazione economica del Paese ha risentito particolarmente delle sanzioni internazionali contro la Serbia, della perdita dei tradizionali sbocchi commerciali e dell'ostilità della confinante Grecia. Questa situazione, insieme alla necessità di doversi confrontare con la concorrenza alla base dell'economia di mercato, ha prodotto una grave crisi fino al 1995 comportante un calo della produttività (PIL diminuito del 35% dal '90 al '95) e una pesante disoccupazione. Dalla metà degli anni Novanta, tuttavia, la situazione è migliorata grazie agli aiuti internazionali da parte dell'FMI, della Banca Mondiale e dell'UE che hanno fornito i capitali per miglioramenti strutturali che, con la riduzione dei costi di produzione e con la privatizzazione delle imprese statali, consentissero l'ingresso nell'economia di mercato. Da allora la situazione è migliorata sensibilmente, tanto che nel 2008 il PIL è stato del 9.569 e l'inflazione è stata arrestata all'8,3% (nel 1991 è stata del 23,5%); tuttavia non si sono risolti il problema della disoccupazione, che nel 2007 si è attestata al 34,9%, e quello del deficit commerciale, il cui passivo è ammontato a 937 ml $ USA. Attenua gli effetti dell'insufficiente occupazione il ricorso alle cosiddette attività informali (lavoro nero) la cui entità tuttavia, data la loro natura, risulta difficilmente quantificabile. La struttura delle aziende agricole, di piccole dimensioni e a conduzione perlopiù familiare, rimane piuttosto arretrata. Lo prova il fatto che l'agricoltura, pur impiegando ca. un quarto della popolazione attiva, produce soltanto il 10,6% del PIL. Le coltivazioni principali sono i cereali (frumento, orzo e mais), il cotone, la barbabietola da zucchero e il tabacco, che rappresenta una voce importante delle esportazioni. Rilevante è la produzione di marijuana. L'allevamento consiste in prevalenza di ovini. I giacimenti di lignite della Pelagonia garantiscono al Paese l'autonomia in campo energetico. Tra gli altri minerali si segnalano il ferro (giacimenti a Gevgelija), la cromite (Raduša), la magnesite (Štip), il rame, il piombo e lo zinco (Zletovo e Kratovo). L'industria pesante, in gran parte obsoleta, ha i suoi centri a Kumanovo (siderurgia) e a Titov Veles e Radivoš (metallurgia del piombo e dello zinco). La chimica è concentrata nell'area di Skopje che, insieme a Ocrida e Kočani, è anche uno dei centri dell'industria meccanica. Altri settori di un certo rilievo sono il tessile, le industrie del tabacco (Prilep, Skopje, Kumanovo), del cemento (Skopje), della carta e dello zucchero. Le vie di comunicazione, come avviene generalmente nei Balcani, tendono a seguire i fondovalle. Dei quasi 13.000 km di strade, al 2001 se ne sono asfaltati ca. la metà; le linee ferroviarie che si estendono per meno di 700 km, al 2002 sono state elettrificate per ca. un terzo. Due sono gli aeroporti principali, a Skopje e a Ocrida.

Storia

La Macedonia storica è stata sotto l'influenza culturale ellenica fin dal sec. VII a. C. Nella seconda metà del sec. IV a. C. il suo sovrano Filippo II sottometteva la Grecia, mentre il figlio Alessandro il Grande con le sue conquiste la poneva a capo del più grande impero fino ad allora realizzato, esteso dal Mediterraneo all'Asia centrale. Nel 149 a. C. divenne provincia romana. Nel sec. VI il territorio fu occupato da popolazioni slave, che nei secoli successivi istituirono vari Stati dinastici, tra cui l'Impero bulgaro e l'Impero serbo di Dušan, che aveva capitale Skopje. Nel 1371 iniziò la conquista degli ottomani, che ne mantennero il possesso fino al 1912. Allora, nonostante le aspirazioni bulgare sulla regione, la Macedonia venne annessa alla Serbia monarchica. Nel '45 Tito volle creare una Repubblica di Macedonia integrata nello Stato federale socialista iugoslavo, per vanificare le rivendicazioni sia serba sia bulgara sul suo territorio; successivamente la “nazione macedone” voluta dallo statista in cui si identificavano ca. 2/3 dei suoi abitanti, venne rafforzata nel 1967 con il riconoscimento di una Chiesa ortodossa macedone autocefala, che si sottraeva in tale modo alla tutela della Chiesa serba. Nel 1991, di fronte ai tentativi egemonici della Serbia sulle altre Repubbliche e dopo l'uscita dalla Iugoslavia, della Slovenia e della Croazia, anche la Macedonia proclamava la sua indipendenza il 15 settembre di quell'anno, contestualmente al disfacimento della Federazione. Al riconoscimento internazionale della Macedonia si opponeva la Grecia, che accusava la neonata Repubblica di aver usurpato il nome di una storica regione greca e di avere inserito nella bandiera nazionale lo stemma degli antichi sovrani macedoni. La resistenza della Grecia, interessata anche da un forte movimento nazionalista interno, aveva l'effetto di lasciare sospeso il riconoscimento della Macedonia a esclusione della Russia, dell'Albania, della Bulgaria e della Turchia. La vita politica interna del nuovo Stato, intanto, evidenziava il ritorno al potere degli ex comunisti che, trasformatisi in Alleanza Socialdemocratica (SDSM), assumevano con Branko Crvenkovski (agosto 1992) la guida di un Paese alla cui presidenza rimaneva Kiro Gligorov, eletto al momento stesso della proclamazione dell'indipendenza. La questione interna più spinosa rimaneva quella della consistente minoranza albanese, che faceva temere costantemente il pericolo di un intervento serbo. Questa, assommata al mancato riconoscimento della sua indipendenza da parte della nuova Federazione Iugoslava, induceva il governo a richiedere una forza di interposizione dell'ONU, accordata nel dicembre 1992. Un primo ammorbidimento dell'intransigenza greca consentiva finalmente alla Macedonia di accedere alle Nazioni Unite con il nome di Repubblica ex Iugoslava di Macedonia (aprile 1993). Le elezioni del 1994 rappresentavano una sostanziale conferma del quadro politico con la rielezione di Kiro Gligorov alla presidenza, mentre Branko Crvenkovski dava vita a un nuovo governo di coalizione con il Partito della Prosperità Democratica (PDP) di etnia albanese (ottobre-dicembre 1994). Si cercava, in tal modo, di attenuare una posizione rischiosamente secessionista presente nella comunità albanese che, comunque, non rinunciava a esprimere le proprie posizioni con manifestazioni conclusesi nel sangue (Tetovo, febbraio 1995). Nel 1995, finalmente, anche l'orizzonte dei rapporti con la Grecia si rischiarava, con la revoca del blocco commerciale (ottobre); seguivano il riconoscimento dell'UE e l'ammissione nell'OSCE. Al complessivo miglioramento dei rapporti internazionali non corrispondeva un analogo miglioramento del quadro politico interno, come dimostrava l'attentato al presidente Gligorov. Se il riconoscimento ufficiale da parte della Iugoslavia (aprile 1996) indeboliva i timori di un possibile colpo di coda serbo, le richieste di autonomia della minoranza albanese e lo scontro etnico in Kosovo, che nel 1999 portava a rifugiarsi nel Paese numerosi profughi, rendevano ancora una volta precario l'equilibrio della piccola Repubblica. In quello stesso anno il candidato della maggioranza governativa di centro destra, Boris Traikovski, vinceva le elezioni presidenziali, con l'appoggio dei voti della minoranza albanese. Dopo la fine della crisi bellica del Kosovo, tuttavia, l'estendersi della guerriglia dell'Esercito di Liberazione Kosovaro (UCK) al territorio macedone provocava nuove gravi tensioni tra i partiti slavi e albanesi della Macedonia, che comunque cercavano di fronteggiare l'azione armata degli albanesi kosovari sia militarmente, sia formando un governo di unità nazionale (2001). L'azione dell'esercito, comunque, non fermava l'offensiva dei secessionisti dell'UCK e, per scongiurare un nuovo conflitto nell'area balcanica, l'UE si faceva promotrice dell'Accordo di pace firmato a Ocrida il 13 agosto 2001 dal governo macedone e dai rappresentanti della minoranza albanese, che sanciva l'unità dello Stato nazionale con il riconoscimento di maggiori diritti per gli albanesi. In seguito all'accordo si dava subito inizio alla smilitarizzazione dell'UCK e nel novembre dello stesso anno il Parlamento macedone approvava gli emendamenti alla Costituzione del 1991, in base ai quali si riconosceva l'albanese come seconda lingua ufficiale e si estendevano i diritti della minoranza albanese. Le elezioni legislative del settembre 2002, svoltesi senza particolari incidenti, sono state vinte dall'Unione Socialdemocratica che perseguiva una politica di distensione nei confronti degli altri Paesi balcanici e di avvicinamento all'Occidente: nel maggio dell'anno successivo veniva infatti firmato, insieme ad Albania e Croazia, un accordo con gli Stati Uniti (la Carta Adriatica) che rafforzava la cooperazione tra questi tre Paesi e gli USA, e li avvicinava alla NATO (la Grecia, di fatto, impedisce al Paese di aderire all'organizzazione per la disputa sul nome "Macedonia"). Nel febbraio 2004 il presidente, Boris Trajkosvki, moriva in un incidente aereo; nelle successive elezioni presidenziali, svoltesi in aprile, vinceva il socialdemocratico Branko Crvenkovski. In novembre il primo ministro Hari Kostov si dimetteva per contrasti nel governo e al suo posto veniva nominato Vlado Buckovski. Nelle elezioni legislative del luglio 2006 si affermava il partito nazionalista VMRO-DPMNE, precedentemente all'opposizione e il nuovo primo ministro Nikola Gruevski avviava una politica di avvicinamento all'UE. Nel giugno 2008 si svolgevano le elezioni anticipate in un clima di scontri e violenze, che obbligavano il governo a ripetere le operazioni di voto in alcuni seggi, mentre nel 2009 quelle presidenziali erano vinte dal candidato di centro-destra Gjorgje Ivanov. In seguito a una crisi politica e alla successiva caduta del governo, nel giugno del 2011 e nel marzo del 2013 si svolgevano elezioni politiche vinte dal VMRO-DPMNE.

Cultura: generalità

Come per molte nazioni balcaniche moderne che hanno fatto parte dell'impero ottomano, anche per la Macedonia la nascita di una vera e propria autonomia culturale data alla metà dell'Ottocento, nel momento in cui i vincoli imposti dalla stagnante dominazione ottomana sembrano allentarsi, e il Paese inizia a riscoprire la propria identità nazionale. Nei secoli precedenti, e dopo il grande fervore culturale del Medioevo slavo, il destino della Macedonia musulmana era stato piuttosto quello di una regione non strategicamente determinante ai margini di un grande impero in progressiva decadenza. Solo con la fine della seconda guerra mondiale e con la creazione della Repubblica all'interno della Iugoslavia di Tito, la Macedonia conosce un periodo di grande affermazione culturale, che si traduce non solo nell'uso letterario e artistico di una lingua prima trascurata o addirittura proibita, ma nella creazione di una capillare rete di infrastrutture culturali quali teatri, scuole di musica e di balletto, organizzazioni di poeti e di intellettuali. Questa attenzione pedagogica alla formazione non andrà perduta nemmeno negli anni difficili successivi alla disgregazione della ex Iugoslavia, nonostante la precarietà delle vicende economiche e politiche degli interi Balcani, e ha fatto sì che l'offerta culturale della Macedonia si portasse rapidamente su livelli di ricerca europei, superando le difficoltà date dalla lingua e dall'isolamento, e il volontario esilio scelto da molti intellettuali. Al contrario, la Macedonia ha un ruolo guida nel cercare una mediazione culturale tra le varie realtà etniche dei Balcani. Nel Paese vi sono numerosi festival teatrali e musicali, e due festival letterari di antica tradizione, le Serate poetiche di Struga, nate nel 1961, e gli incontri dedicati a Kosta Racin, tra i padri della prosa macedone. L'UNESCO ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Umanità la città di Ocrida, sia per le antiche abitazioni ottomane con aggetti in legno, sia per gli edifici religiosi dell'antichità bizantina e slava, come il monastero di San Pantelejmon che possiede una collezione di icone bizantine unica al mondo. In Macedonia esistono tre università: San Cirillo e Metodio a Skopje, San Clemente di Ocrida a Bitola e una a Tetovo, istituita su iniziativa autonoma degli albanesi nel 1995 e riconosciuta dallo Stato solo nel 2000. § Per Arte vedi alla voce Macedonia (regione).

Cultura: tradizioni

La Macedonia conserva ancora, nell'estrema povertà che caratterizza la maggior parte del suo territorio rurale, molte tradizioni arcaiche, che segnano il suo legame con la cultura di derivazione turca assorbita nei secoli dell'Impero ottomano: in ogni cittadina, anche di ridotte dimensioni per uno standard europeo, vi è un bazar molto frequentato, in cui è possibile trovare in vendita i prodotti delle campagne circostanti, tessuti, ferri battuti e attrezzi da lavoro di produzione locale. È molto forte il divario culturale tra città come Skopje e Bitola e il resto del Paese, prevalentemente rurale. Non è raro che nelle zone di campagna gli uomini, soprattutto i più anziani, vestano parti del costume tradizionale; le donne, escluse le ragazze più giovani, sono in genere abbigliate con pantaloni sbuffanti, ampi camiciotti e foulard a nascondere i capelli, come le contadine turche. Ancora molto sentita è la pratica della danza popolare: la più famosa e amata è il teskoto, una danza maschile eseguita al suono di un tamburo e dei flauti, che rappresenta simbolicamente, con il suo progressivo accelerare, il risveglio nazionalista dei macedoni. § I macedoni sono molto ospitali; la loro cucina, assai simile a quella turca, è basata pressoché ovunque sulla carne di montone, sotto forma di spiedini o kebab. Il burek è invece una torta salata ripiena di carne oppure formaggio; mentre i gravce na tavce sono fagioli in umido.

Cultura: letteratura

I primi testi in macedone sono anche i primi scritti paleoslavi. Gli apostoli degli Slavi, Cirillo e Metodio, usarono infatti nei loro scritti il dialetto macedone, parlato a NE di Salonicco (sec. IX). La loro opera venne continuata dai discepoli tra i quali primeggia il vescovo Clemente (ca. 840-916) che fondò a Ocrida un centro letterario e teologico. La letteratura macedone medievale comprende una ricca serie di scritti agiografici, vangeli apocrifi, racconti e romanzi cavallereschi. Queste produzioni, in una lingua più vicina all'attuale bulgaro, non possono essere considerate come appartenenti alla letteratura macedone. È infatti solo col sec. XIX che si può parlare di letteratura macedone, in quanto il territorio, caduto sotto il giogo turco nel 1371, vi rimase passivo fino agli ultimi decenni dell'Ottocento. Precursori della rinascita letteraria furono tre ecclesiastici: Joakim Krčovski (m. ca. 1820), Kiril Tetoec Pejčinovik (ca. 1771-1845) e Teodosija Sinaitski (m. 1780-90), i cui scritti hanno un carattere sostanzialmente moraleggiante e didascalico. Nella seconda metà dell'Ottocento si sviluppò il movimento nazionale macedone grazie all'opera di alcuni patrioti che si adoperarono affinché la lingua macedone venisse introdotta nelle scuole e nelle chiese. A causa di quest'attività molti di essi subirono persecuzioni, esilio e carcere. Esponenti principali della rinascita nazionale furono i fratelli Dimitrija (1810-1862) e Konstantin (1830-1862) Miladinov. Dimitrija raccolse i Canti popolari bulgari editi nel 1861 dal fratello Konstantin. I versi originali di quest'ultimo segnano invece l'inizio della moderna poesia macedone. Il poeta del sec. XIX dotato di maggior talento fu Grigor S. Prličev (1830-1893), esponente anch'egli di quella seconda generazione di letterati che si batté con vivo impegno per i diritti dei macedoni. Il suo poema epico Il serdaro, scritto in greco e tradotto da lui stesso in macedone, gli valse l'appellativo di “secondo Omero”. La divisione della Macedonia dopo le guerre balcaniche (1912-13) e soprattutto dopo la prima guerra mondiale tra Iugoslavia, Bulgaria e Grecia, ebbe gravi conseguenze per lo sviluppo della cultura. Parecchi scrittori furono costretti a vivere e operare all'estero. Di fondamentale importanza è anche il lavoro di Krste Misirkov (1874-1926) Sulle questioni macedoni, nel quale viene affrontato il problema dell'autonomia politico-culturale del popolo macedone. Questo saggio, sequestrato dalle autorità bulgare e scritto nella lingua della Macedonia centrale, fornì le basi alla lingua letteraria macedone. Nel periodo tra le due guerre si fecero notare alcuni poeti, tra cui Kočo Račin (1908-1943), autore di una raccolta di liriche, Bianchi albori, che riflette in modo toccante la condizione politico-sociale dei macedoni nella Iugoslavia dei Karađorđević, e Kole Nedelkovski (1912-1941), che pubblicò le due raccolte di versi Fulmini e A piedi per il mondo. La letteratura macedone conobbe una rigogliosa fioritura dopo il secondo conflitto mondiale, quando la Macedonia divenne una delle Repubbliche della Federazione iugoslava. Il riconoscimento della lingua macedone come lingua ufficiale contribuì allo sviluppo delle lettere. Tra gli autori contemporanei vanno citati Slavko Janevski (1920-2000) che ha scritto il primo romanzo in lingua macedone, Il villaggio oltre i sette frassini, e Blaže Koneski (1921-1993), poeta, filologo e storico letterario; Aco Šopov (1923-1981) si è ispirato nelle sue opere alla guerra di liberazione nazionale in Iugoslavia. Tra gli scrittori affermatisi negli ultimi decenni del Novecento si ricordano almeno i nomi di Vlado Maleski (1919-1984), Srbo Ivanovski (n. 1928), Ante Popovski (1931-2003), Dimitar Solev (1930-2003), Simon Drakul (n. 1930), ambedue narratori di grande capacità di introspezione psicologica, Živko Čingo (1936-1987), Radovan Pavlovski (n. 1937). Gli scrittori emergenti della letteratura macedone successiva al crollo della ex Iugoslavia affrontano spesso con accenti grotteschi temi correlati alla grande crisi balcanica e al ruolo della Macedonia e delle etnie che ne compongono il paesaggio umano, come Jordan Danilovski (n. 1957), anche poeta e critico letterario, Hristo Petreski (n. 1957), Sasho Gigov (n. 1968) ed Ermis Lafazanovski (n. 1961).

Cultura: musica

La tradizione musicale macedone risente dell'influenza delle diverse etnie che abitano la regione e di quella dei Paesi limitrofi, per cui gli elementi tipici sono relat. pochi e riscontrabili soprattutto nella scansione ritmica e nell'ambito modale. Con la fondazione nel sec. IX da parte dei Santi Cirillo e Metodio di una scuola sul lago di Ocrida in cui si insegnava il canto sacro, nacque una tradizione musicale che ebbe in J. Kukuzele il suo maggior teorico. L'occupazione turca impedì di proseguire su questa strada e solo alla fine del sec. XIX la musica macedone riprese il suo cammino: nacquero a Skopje società musicali e fu attivo il primo vero musicista macedone A. Badev (1860-1908). Nel 1944 fu fondata l'Orchestra Sinfonica di Stato a Skopje. La prima opera macedone fu I tamburi (1951-53) di K. V. Makedonski. Come in molti Paesi del blocco socialista, nella Macedonia iugoslava la preparazione di strumentisti e solisti era di alto livello, e notevole la presenza di compositori di musica colta capaci di rielaborare creativamente la tradizione musicale macedone, quali Blagoja Ivanovski (1921-1994), Vlastimir Nikolovski (1925-2001), o Dragan Shuplevski (n. 1933). Negli anni successivi al crollo della ex Iugoslavia e alla guerra civile nei Balcani, anche la Macedonia ha conosciuto una intensa produzione di musica etnica suonata da gruppi underground politicamente impegnati, che mescolano ritmi tradizionali macedoni o tzigani, polifonie corali ortodosse e musica rock occidentale, come gli Anastasia o i Kismet; i musicisti Rom più noti, anche internazionalmente sono la cantante Esma Redzhepova e soprattutto la Kochani Orkestar, un gruppo Rom che ha conosciuto il successo internazionale grazie al film Underground del regista serbo Emir Kusturica.

Cultura: teatro

Gli scavi archeologici hanno confermato che sul territorio dell'antica Macedonia erano presenti alcuni teatri bizantini, che dimostrano la passione per la cultura teatrale tipica del tardo Impero. Nel corso del Medioevo, la posizione della Chiesa ortodossa macedone non permetteva il libero svolgimento di rappresentazioni teatrali, considerate espressione poco consona al sentimento religioso, mentre nei lunghi secoli della dominazione ottomana prevalsero forme di teatro di origine turca, come karagyoz e medih il teatro delle ombre. Per la nascita di una drammaturgia in macedone si deve invece aspettare l'opera di Jordan Hadzhi Konstantinov-Dzhinot, il quale verso la metà dell'Ottocento diede voce alle aspirazioni nazionaliste che cominciavano ad animare gli intellettuali del Paese, mentre i drammi a forti tinte dell'idealista Vojdan Černodrinski (1875-1951) rappresentarono con cupo realismo (Nozze di sangue macedoni, 1900) le condizioni della Macedonia sotto la dominazione ottomana. Il primo teatro venne aperto a Skopje solo nel 1906, seguito da quello di Bitola nel 1907: ambedue ospitavano soprattutto compagnie straniere, specializzate nel repertorio classico europeo. Nel periodo tra le due guerre mondiali, l'uso della lingua macedone era proibito, e furono i drammaturghi come Risto Krle (1900-1975), Vasil Iljoski (1902-1995) e Anton Panov (1906-1967) a mantenerne vivo l'uso letterario, utilizzando i propri testi per diffondere le idee legate alla riscossa nazionale e culturale macedone. Il Teatro di Stato della Macedonia è stato invece fondato nel 1947, a Skopje, e ha messo in scena sia opere dei principali drammaturghi del Paese, come i tre già citati, sia testi europei. La disgregazione della ex Iugoslavia ha portato un drammatico cambiamento anche sulla scena teatrale macedone, condizionata sia dalle precarie condizioni sociali e politiche della nuova Repubblica e dall'instabilità generale dei Balcani in guerra, sia dal calo di popolarità degli autori più rappresentati negli anni del passato regime: benché in parte costretti a emigrare in altri Paesi europei, in Macedonia si sono affermati Goran Stefanovski (n. 1952), autore di Hotel Europa; Jordan Plevnesh (n. 1953), autore di drammi ispirati alla storia contemporanea della Macedonia, come Erygon e R; Dejan Dukovski (n. 1969), drammaturgo e sceneggiatore, autore di La polveriera (1995), una pièce grottesca da cui è stato tratto l'omonimo film del regista serbo Goran Paskaljevic, e Jugoslav Petrovski (n. 1969), il cui successo più grande è stato il dramma Vaso di porcellana.

Cultura: danza

La diffusione del balletto di tradizione europea in Macedonia risale agli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, quando la prima compagnia stabile di Skopje nel 1948 debuttò danzando un balletto di Gjorgi Makedonski su musica della Traviata, balletto tuttora molto popolare nel Paese. In seguito, la compagnia presentò una Notte di Walpurga tratta dal Faust di C. Gounod, sempre su coreografia di Gjorgi Makedonski, e solo nel 1950 si ebbe il debutto de La fontana di Bahchiserai, di Boris Asfajev, coreografie di Gjorgi Makedonski; al 1953 risale invece Una storia macedone, su musica di Gligor Smokvarski (1914-1974). Un altro balletto estremamente popolare in Macedonia è l'opera di Trajko Prokopiev (1909-1979) Labin e Dojrana, su temi leggendari e tradizionali. Fino alla dissoluzione della Repubblica della Iugoslavia e alla guerra, la Macedonia godeva di buone infrastrutture teatrali e di un'eccellente scuola di balletto, di formazione strettamente accademica, presso l'Opera di Stato di Skopje, con un vasto repertorio sia di classici del balletto europeo, sia di opere di compositori e coreografi macedoni, tra i quali il già citato Makedonski e la grande ballerina Olga Milosavleva (n. 1934). Negli anni successivi all'indipendenza, l'offerta di danza, superato un primo momento di crisi, si è diversificata annettendo nel proprio repertorio anche la danza moderna: ogni anno a Skopje si tiene, dal 2002, un festival internazionale di danza moderna, Balkan Dance Platform, che vede la presenza dei gruppi più interessanti della regione della ex Iugoslavia.

Cultura: cinema

Il cinema in Macedonia ha conosciuto un avvio precoce, anche se presto bloccato sul nascere dallo scoppio del primo conflitto mondiale: già nel 1905 i fratelli Milton e Janaki Manaki giravano a Bitola e nei dintorni i primi cortometraggi dei Balcani. Nel periodo fra le due guerre, la produzione cinematografica del Paese si limita a pochi documentari di soggetto pedagogico (Macedonia, 1923; Malaria, 1932); bisogna attendere la nascita di una cinematografia di Stato, nel 1945, perché l'industria del cinema macedone abbia inizio. Nei primi decenni del dopoguerra, i soggetti erano scelti prevalentemente tra temi storici di respiro nazionalista, come la lotta per l'indipendenza o la seconda guerra mondiale (Semi neri, di Kiril Cenevski, n. 1943), o si limitavano a trasporre opere teatrali e letterarie (Nozze di sangue macedoni, 1967, del regista Trajche Popov, n. 1923). Solo con gli anni Settanta del Novecento la produzione cinematografica si allontana in parte dal repertorio del realismo socialista per affrontare temi di interesse più europeo, spesso trattati con splendido rigore formale. Gli ultimi decenni del secolo vedono l'affermazione di registi come Stole Popov (n. 1950) (Tattoooing, 1991; Gipsy Magic, 1997); Vladimir Blazhevski (n. 1955) (Hi-Fi, 1987); e Milcho Manchevski (n. 1959), che ha riportato un grande successo internazionale con il drammatico Prima della pioggia (1994) e con Dust (2001).

Bibliografia (per la letteratura)

H. G. Lung, A Survey of Macedonia Literature, Cambridge (Massachussets), 1953; G. Stelev, Pregled na makedonskata literatura od XIX vek, Skopje, 1963; A. Spasov, Za makedonskata literatura, Skopje, 1969; B. Meriggi, Le letterature della Iugoslavia, Milano, 1970.

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