Lessico

sm. (pl. -chi; nell'uso com. è più frequente la forma orecchie, pl. di orecchia) [sec. XIV; da orecchia].

1) L'organo dell'udito, sede anche del senso statico: l'uomo ha due orecchi (o due orecchie). Nelle loc. fig.: venire, arrivare, giungere all'orecchio, di notizia che si viene a conoscere indirettamente; porgere, prestare orecchio, dare ascolto, prestare attenzione; tendere l'orecchio, cercare di cogliere un suono, un discorso; apri bene gli orecchi (o le orecchie), sta' attento a quello che si dice; essere tutt'orecchi, fare molta attenzione a ciò che viene detto; turarsi, tapparsi gli orecchi (o le orecchie), non voler sentire; da quest'orecchio non ci sente, di chi mostra di non voler ascoltare una richiesta e simili; fare orecchio (o orecchia, o orecchi) da mercante, fingere di non aver udito; gli entra da un orecchio e gli esce dall'altro, di persona che tiene in scarsa considerazione ciò che le vien detto o che non ha memoria; mettere una pulce nell'orecchio, insinuare un dubbio, un sospetto.

2) In particolare, la parte esterna dell'orecchio, il padiglione auricolare: orecchi grandi, piccoli. Nelle loc.: avere gli orecchi (o le orecchie) lunghi, essere un asino; dare una tirata d'orecchi (o di orecchie), rimproverare. Per estensione, l'udito: parole gradevoli al mio orecchio; essere duro d'orecchio, sentirci poco; fig., non voler capire; avere gli orecchi buoni, sentirci bene; stordire, lacerare, straziare gli orecchi (o le orecchie), di suono o rumore molto forte e penetrante o anche di suono o discorso sgradevole, noioso.

3) Fig., capacità di apprendere facilmente i motivi musicali, di sentire e riprodurre la giusta intonazione di una nota; sensibilità per la musica, la poesia e simili: avere, non avere orecchio; cantare, suonare a orecchio, senza leggere la musica; ripetere a orecchio, ripetere quanto hanno detto altri senza riflettere, con superficialità.

4) Per analogia con la parte esterna dell'orecchio: piegatura agli angoli di un foglio (orecchia); sporgenza tondeggiante di un oggetto (in tal caso anche orecchia). In particolare: A) nella tecnica, particolare che sporge dalla struttura di una macchina o di un elemento di essa, saldato oppure ottenuto per piegatura, che ha lo scopo di allargare la base di appoggio, o di facilitare il fissaggio (mediante saldatura o imbullonamento), o d'inserire l'elemento entro apposite scanalature. B) In marina, orecchio dell'ancora, denominazione di parti di alcune ancore corrispondenti alle basi delle palme o patte; orecchio di lepre o di asino, disposizione di una vela a dritta e una a sinistra in modo che la poppiera non tolga il vento alla prodiera, su un veliero a due alberi con vele auriche nell'andatura con vento in poppa. Si dice anche “dosso e bisdosso”.

Anatomia comparata

Negli Invertebrati, mentre si trovano spesso organi di senso statico (equilibrio, movimento) raramente si possono individuare organi a sicura funzione uditiva. Solo in alcuni insetti sono stati identificati particolari organi timpanici oppure peli sensibili alle onde di vibrazione dell'aria. Nei Vertebrati gli organi di senso statico e auditivo sono sempre associati e sono localizzabili nell'orecchio interno, parte fondamentale presente (sia pure con strutture più o meno ridotte) in tutte le classi e distinguibile in una porzione sacculare (sacculo), che raccoglie essenzialmente gli stimoli sonori, e una porzione otricolare (otricolo), che raccoglie anche gli stimoli statici di equilibrio e movimento (più precisamente con i canali semicircolari). Da questi il dotto linfatico, un sottile tubulo, si porta verso l'alto e all'interno terminando nella scatola cranica, in un sacco endolinfatico. Sia nel sacculo sia nell'utricolo è presente un'area chiamata macula, formata da cellule epiteliali sensitive dotate di ciglia. Le principali differenze riguardano lo sviluppo del sacculo (indiviso dall'otricolo nei Ciclostomi Missinoidi) che è più rudimentale nelle forme inferiori (Ciclostomi). A partire dai Pesci il sacculo presenta una depressione a forma di tasca sul pavimento vicino alla sua estremità posteriore, detta lagena, contenente una piccola macula. La lagena è ben riconoscibile negli Anfibi, particolarmente sviluppata nei Coccodrilli, negli Uccelli, e ancora più lunga nei Mammiferi dove si avvolge a spirale prendendo il nome di chiocciola. Le ciglia delle cellule sensitive delle macule vengono rivestite da una membrana gelatinosa, sovente ispessita per la deposizione di cristalli di carbonato di calcio (otoliti). La macula dell'otricolo e, in minor grado, quella del sacculo e quella della lagena, registrano, attraverso l'inclinazione dell'otolito, l'inclinazione della testa e l'accelerazione lineare. Essi, però, non forniscono dati relativi ai movimenti di rotazione, funzione fornita invece da un'altra serie di strutture: i canali semicircolari. Per quanto riguarda la porzione otricolare, il numero di canali semicircolari è invariabilmente di tre in tutti i Vertebrati esclusi i Ciclostomi che possono averne uno (Missinoidi) o due (Petromizonti). La funzione dei canali è quella di registrare i movimenti di rotazione dell'animale nei diversi piani dello spazio. Nei Pesci, in generale, non si sviluppano le strutture accessorie attraverso le quali nei Vertebrati superiori le onde sonore possono raggiungere l'orecchio interno. Per i Tetrapodi i suoni che devono essere uditi sono onde meccaniche di aria relativamente deboli, spesso troppo deboli per determinare direttamente le vibrazioni delle porzioni funzionali dell'orecchio interno. Si rendono quindi necessari dei sistemi di amplificazione e trasmissione all'orecchio interno di tali onde, rappresentati dalle strutture dell'orecchio medio. Quest'ultimo che manca negli Urodeli, negli Apodi, in alcuni Anuri, negli Ofidi e in alcuni Lacertidi, è costituito dalla cassa timpanica, omologa alla prima fessura branchiale dei Pesci; internamente alla cassa del timpano, si trova un ossicino, nominato columella o staffa, omologo all'iomandibolare dei Pesci. Oltre a questo, nei Mammiferi si aggiungono le ossicine dette incudine e martello. Tali ossicini trasmettono le onde sonore, attraverso la cavità dell'orecchio medio, alla finestra ovale. Un canale acustico (tromba di Eustachio), mette in comunicazione l'orecchio medio con la faringe e serve a equilibrare la pressione sui due lati del timpano. Mentre negli Anuri e in molti rettili il timpano è superficiale, a cominciare dai Lacertidi esso si approfonda dando origine all'orecchio esterno, costituito dal condotto uditivo esterno (poco sviluppato ancora nei Coccodrilli e negli Uccelli), cui, nei Mammiferi si aggiunge un padiglione auricolare. La disposizione fondamentale delle pieghe di questo ultimo si mantiene costante nei vari gruppi della classe anche se la forma e le dimensioni possono variare di molto.

Anatomia umana

Nell'uomo è costituito da una parte esterna (orecchio esterno) e da una porzione scavata nello spessore dell'osso temporale, distinta in orecchio medio e orecchio interno. L'orecchio esterno comprende una piega cutanea concava sporgente dal piano cranico che si continua in una formazione cartilaginea leggermente ellittica, il padiglione auricolare, che si sviluppa intorno e posteriormente alla conca; verso l'interno la conca prosegue con un canale (meato acustico esterno), irregolarmente cilindrico, che giunge all'osso temporale fino alla membrana del timpano. Il padiglione auricolare presenta un rilievo periferico detto elice e un altro rilievo concentrico alla conca detto antelice; in avanti la conca è delimitata da una sporgenza volta leggermente all'interno e divisa in due parti da un'incisura posta in basso: il trago anteriormente, l'antitrago posteriormente, quest'ultimo separato dall'antelice da una seconda incisura. Il padiglione termina in basso con un'espansione carnosa detta lobulo dell'orecchio. Il meato acustico esterno è lungo ca. 3 cm e presenta uno scheletro rivestito da cute molto aderente; quest'ultima all'inizio è spessa e ricoperta di grossi peli, poi diventa più sottile mentre nel derma compare uno strato di ghiandole ceruminose che secernono il cerume. Successivamente la cute diventa sempre più sottile e riveste la membrana del timpano. Padiglione auricolare e meato acustico esterno servono a convogliare il suono dall'esterno alla membrana del timpano. L'orecchio medio, interposto tra orecchio esterno e orecchio interno, è una cavità (cassa del timpano) che misura 15 mm nei due diametri antero-posteriore e verticale, tappezzata da mucosa, la cui parete esterna forma la membrana del timpano, entro la quale si trova la catena dei tre ossicini (martello, incudine e staffa) che funziona da mezzo trasmettitore delle onde sonore dall'orecchio esterno a quello interno. Parti accessorie dell'orecchio medio sono la tuba o tromba uditiva di Eustachio (condotto che mette in comunicazione la cassa timpanica con il cavo faringeo) e le cavità mastoidee (scavate nell'osso mastoide) che sono in comunicazione con la parte alta della cassa, tramite il canale timpanico-mastoideo. La parte principale dell'organo è l'orecchio interno, sede delle formazioni più importanti. Tale porzione risulta composta dalla chiocciola o coclea (sita anteriormente), dal vestibolo (mediamente) e dai canali semicircolari (posteriormente). Orecchio medio e orecchio interno sono tra loro in comunicazione tramite la finestra ovale che, chiusa dalla staffa, si apre sul vestibolo, cavità cuboide scavata nella rocca petrosa, che è in diretto rapporto, attraverso diverse aperture, con tutti gli altri segmenti dell'orecchio interno. Questo insieme di formazioni è anche chiamato labirinto. La chiocciola è una formazione conica di tessuto osseo compatto, contenente un canale (avvolto a spirale attorno a un perno osseo, il modiolo o columella), il cui lume è diviso in tre condotti detti scale o rampe: la vestibolare, le timpaniche (una superiore e l'altra inferiore, tra loro separate da una lamina ossea che si stacca dal modiolo) e la cocleare, un condotto membranoso, sito perifericamente tra le altre due; esse comunicano alla sommità della coclea attraverso un'apertura circolare detta elicotrema. I canali semicircolari sono tre (superiore, posteriore, laterale) e debbono il nome alla curvatura del loro percorso, alla cui estremità è presente una dilatazione o ampolla. Vestibolo, chiocciola e canali semicircolari costituiscono la parte ossea del labirinto, all'interno del quale si trova il labirinto membranoso. Quest'ultimo è costituito dall'otricolo, da tre condotti semicircolari (contenuti negli omonimi canali ossei) e dal condotto o rampa cocleare, una delle tre scale del canale spirale interno della chiocciola. Tutte queste formazioni, tra loro in comunicazione, hanno una sottile parete costituita da una membrana rivestita da epitelio pavimentoso semplice, che si trasforma in neuroepitelio in quelle parti dove hanno sede le terminazioni nervose sensitive. Tra le pareti interne del labirinto osseo e quelle esterne delle formazioni membranose si trova la perilinfa, mentre l'endolinfa riempie l'interno delle cavità e dei canali del labirinto membranoso. Nel condotto cocleare è contenuto l'organo uditivo o spirale del Corti, deputato alla raccolta delle stimolazioni acustiche; tale organo, che poggia su una membrana basale, risulta costituito, nella sua parte sensoria, da una serie di cellule munite di ciglia o peluzzi acustici, al di sopra delle quali scorre la membrana tectoria. Dall'organo del Corti emergono le fibre nervose del nervo cocleare, uno dei due rami che costituiscono l'VIII paio dei nervi cranici (nervi acustici), che conduce ai centri nervosi le stimolazioni. Nell'otricolo e nel sacculo, nonché nei condotti semicircolari, si trova l'organo dell'equilibrio statico e dinamico, la cui funzione è quella di rendere conto dei movimenti e della posizione del capo in rapporto con l'intero corpo; a tale funzione provvedono essenzialmente l'endolinfa dei condotti semicircolari e gli otoliti che si trovano sospesi nell'endolinfa del sacculo e dell'otricolo. I movimenti del capo provocano correnti dell'endolinfa e mutamenti di posizione degli otoliti, le une e gli altri determinano la stimolazione (riflessi labirintici) delle terminazioni nervose di particolari aree sensitive nervose (le macule del sacculo e dell'otricolo, le creste acustiche dei condotti semicircolari), da cui emergono le fibre che costituiscono il nervo vestibolare, l'altro ramo del nervo acustico (vedi anche equilibrio). I più importanti vasi sanguiferi dell'orecchio sono i rami delle arterie uditiva interna, timpanica, meningea media, faringea ascendente, mascellare; il sangue refluo finisce nei plessi venosi pterigoideo, faringeo, carotico interno, nei seni petrosi e nella giugulare. All'innervazione, oltre ai rami dell'VIII paio di nervi cranici, provvedono rami del nervo auricolo-temporale, mandibolare, facciale e dei plessi nervosi timpanico e faringeo (per la funzione uditiva, vedi udito).

Patologia

Le malattie dell'orecchio vengono classificate tenendo conto della disposizione anatomica e funzionale: si distinguono malattie dell'apparato uditivo e malattie del labirinto. Le prime sono a loro volta suddivise con criterio topografico in malattie dell'orecchio esterno, medio e interno, mentre le altre costituiscono un gruppo a parte. Le malattie dell'orecchio esterno più importanti sono: malformazioni congenite, quale l'atresia del condotto uditivo, ematomi e congelamento del padiglione auricolare, tappo di cerume, corpi estranei, processi flogistici nel condotto, tumori (fibromi, condromi, epiteliomi), traumi. Fra le malattie dell'orecchio medio si ricordano la perforazione della membrana timpanica da traumi, i processi infiammatori acuti (otiti medie sierose, catarrali, purulente), che spesso si propagano alla mastoide, dando luogo a mastoiditi acute; tali processi spesso si cronicizzano oppure danno complicazioni extracraniche (ascesso sottoperiosteo, petrosite, ecc.) o endocraniche (pachimeningite, leptomeningite otogena, ascesso sottodurale, ascesso cerebellare otogeno, tromboflebite del seno laterale o sigmoideo); non di rado l'otite media cronica adesiva esita in timpanosclerosi. Altre condizioni patologiche dell'orecchio medio sono rappresentate da tubercolosi, sifilide, neoplasie (colesteatoma, epitelioma, sarcoma). Le malattie dell'orecchio interno comprendono: l'otosclerosi, la presbiacusia (atrofia delle cellule sensoriali da insufficienza vascolare per sclerosi o trombosi); i traumi da fratture della base cranica; il trauma acustico che determina lesioni cocleari con sordità; il sordomutismo da sordità congenita o acquisita nei primi tre anni. Per le malattie dell'apparato dell'equilibrio, vedi labirintite.

Audiometria

Orecchio normale medio, quello che risponde a requisiti di misura normalizzati dalla ISO (1963), come soglia di udibilità per suoni puri alle frequenze di 125-250-500-1000-1500-2000-3000-4000-6000-8000 Hz, misurata in campo libero. Poiché la raccomandazione ISO stabilisce la tecnica di misurazione, mentre i valori numerici sono fissati dai corrispondenti enti nazionali, questi non coincidono per Stati diversi. Il campo di variabilità in 4 Stati (Francia, Germania, Regno Unito, USA) di dette soglie, espresse in decibel con riferimento a 20 micropascal, è il seguente: l'orecchio normale medio ha per definizione perdita uditiva nulla alle frequenze precedenti, ossia la taratura degli audiometri è riferita a tali valori.

Acustica

Orecchio artificiale, organo ausiliario usato per la determinazione della curva di risposta dei ricevitori telefonici, costituito da un contenitore adattabile al ricevitore, avente una cavità interna di forma e dimensioni normalizzate, la cui impedenza acustica di entrata coincide con quella media dell'orecchio umano. All'orecchio artificiale si adatta, dalla parte opposta al ricevitore, l'estremità del microfono, pure di dimensioni normalizzate, per il rilievo della curva di risposta; la membrana sensibile del microfono costituisce una parte della superficie interna della cavità, di fronte alla membrana del ricevitore.

Antropologia

Il solo elemento dell'orecchio di interesse antropologico è il padiglione auricolare, ma la difficile misurabilità e la poca variabilità di questa parte del corpo umano ha fatto sì che raramente venga presa in considerazione. Si possono comunque ricordare alcune particolarità: il lobo inferiore del padiglione, caratteristico dell'uomo e delle scimmie antropomorfe; il tubercolo di Darwin, sporgenza a punta sul margine libero dell'elice nella parte postero-superiore, che appare nell'embrione fino al quinto mese e poi regredisce fino quasi a scomparire in molti individui adulti. La presenza di quest'ultimo carattere varia fra i gruppi umani: negli Europoidi è maggiore che per altri gruppi. Caratteristico dei Pigmei è l'orecchio corto e largo, senza rovesciamento dell'elice e senza lobo, mentre negli Ottentotti l'elice è accartocciato e ricco di lipomi.

Etologia

Nei Mammiferi, il portamento delle orecchie si accompagna spesso ad altri elementi di mimica facciale e pertanto può manifestare lo stato d'animo; nell'animale tranquillo esse hanno un portamento rilassato e sono in genere orientate a coprire un campo uditivo molto ampio; nel comportamento esplorativo spesso sono orientate nella direzione dell'oggetto dell'attenzione, a captare eventuali suoni che provengano da esso; nel comportamento aggressivo, nei Canidi e nei Felidi, se orientate in avanti esprimono in genere sicurezza di sé e propensione all'attacco, se lateralmente o indietro, e progressivamente sempre più appiattite sul capo, esprimono paura e propensione alla fuga. Negli scoiattoli le orecchie vengono appiattite indietro durante la minaccia aggressiva e sono tenute erette nella minaccia difensiva. Nelle zebre, sono appiattite indietro nella minaccia ed erette e orientate in avanti nel saluto. Durante la lotta sono in genere appiattite sul capo, posizione che le rende meno vulnerabili.

Bibliografia

A. W. Van Bergeijk, J. R. Pierce, E. E. David, L'universo dei suoni. Come udiamo, cosa udiamo, Bologna, 1967; M. e C. Portmann, Fondamenti di audiometria clinica, Torino, 1975; V. Colletti, M. Carner, Argomenti di ORL, Verona, 1989.

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