La storia dei talebani in Afghanistan spiegata bene

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Chi sono? Qual è il loro obiettivo? Come si finanziano? La storia dei talebani dalle origini all'Afghanistan moderno.

Il 15 agosto 2021 il mondo ha assistito alla disfatta dell'Occidente davanti ai talebani, che hanno dato così vita al nuovo Emirato islamico dell'Afghanistan. Ecco cosa c'è da sapere su un gruppo che ha prima disperso le armate sovietiche e poi vanificato gli sforzi di un ventennio di guerra combattuta contro gli Stati Uniti e le forze Nato.

Chi sono i taliban

I talebani, o taliban, sono un'organizzazione terroristica afghana, a ideologia fondamentalista islamica, presente in Afghanistan e nel confinante Pakistan. Lo stesso termine viene usato per indicare gli studenti delle scuole coraniche in area iranica: qui si apprende una prima alfabetizzazione, basata su testi sacri islamici.

Come nascono i talebani

I talebani sono nati come movimento politico e militare per la difesa dell'Afghanistan nella guerriglia successiva al crollo del protettorato sovietico. Molti leader dei talebani facevano precedentemente parte di gruppi armati che hanno combattuto a fianco dei mujaheddin negli anni Ottanta per difendere la propria terra. Alle loro spalle avevano il sostegno militare ed economico degli Stati Uniti, oltre che dell'Iran e dell'Arabia Saudita

Gli atti di guerriglia dei mujaheddin sui monti dell'Afghanistan sfiancarono le truppe sovietiche, che si ritirarono dopo il crollo del muro di Berlino. Nel fronte antisovietico dell'epoca c'erano anche personaggi come come Osama Bin Laden. Dopo la disfatta russa, l'Afghanistan precipitò nel caos e i talebani furono la forza armata capace di riportare ordine in un Paese devastato socialmente, politicamente ed economicamente. Molti dei membri dei talebani si radunarono sotto la guida carismatica del Mullah Omar.

Qual è il loro obiettivo

I talebani si sono fatti portatori dell'ideale politico-religioso che ha come obiettivo recuperare il portato culturale, sociale, giuridico ed economico dell'Islam per costruire un Emirato fedele alle leggi raggruppate sotto l'espressione Sharia.

L'Emirato islamico dell'Afghanistan

L'Emirato islamico dell'Afghanistan ha visto la luce dopo una sanguinosa guerra civile, in cui hanno sopraffatto tagiki e uzbeki, arrivando a governare su gran parte del Paese eccetto che per le regioni più a Ovest e a Nord. Questo Emirato è durato dal 1996 al 2001, ricevendo il riconoscimento diplomatico di Emirati Arabi Uniti, Pakistan e Arabia Saudita. 

Nel 1996 Osama Bin Laden strinse legami molto forti con i talebani e diede inizio a una serie di offensive contro le ambasciate statunitensi in Africa. Il suo attacco più famoso resta quello dell'11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle. L'evento costrinse l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti a ritirare il loro riconoscimento all'Afghanistan. 

Gli Stati Uniti incolparono i talebani di proteggere e nascondere Osama Bin Laden, ma in risposta il governo afghano chiese le prove del coinvolgimento del leader di Al-Qaeda nell'attentato a New York. Poi chiese di poter negoziare con Washington, ma entrambe le richieste furono rifiutate. Le truppe americane arrivarono in Afghanistan nell'ottobre 2001 con l'intento di rimuovere i talebani al potere.

Il nuovo regime talebano

Il 29 febbraio 2020 il capo dell'ufficio politico dei talebani a Doha, Abdul Ghani Baradar, ha firmato un accordo con gli Stati Uniti: quella firma ha sancito l'inizio del piano di ritiro delle truppe a stelle e strisce e delle altre forze straniere. 

La missione originaria di George W. Bush di esportare la democrazia in Afghanistan ha mostrato tutta la sua fallacia molto presto. Secondo gli iniziali piani degli USA, tracciati durante gli accordi di Doha, il territorio avrebbe dovuto essere gestito autonomamente dalle quasi trecentomila truppe, addestrate dagli esperti occidentali nel corso degli ultimi vent'anni. 

Ma poco dopo l'abbandono del territorio, le forze talebane, seppur in netta minoranza numerica, le hanno sbaragliate in meno di un mese, conquistando l'intero territorio afghano inclusa la capitale Kabul. Il 15 agosto 2021 i talebani sono tornati alla guida dell'Afghanistan.

Come si finanziano i taliban

La guerra ininterrotta degli ultimi 20 anni ha causato 40.000 morti tra i civili, sia per attacchi alleati che talebani. Gli Stati Uniti hanno speso quasi 1000 miliardi di dollari sia per spese di guerra che di ricostruzione. Per combattere ci vogliono i soldi e questo i talebani lo sanno.

Dalle pagine del Corriere della Sera, Roberto Saviano ha ricostruito in modo pedissequo la catena economica che tiene in piedi le milizie combattenti dell'Emirato d'Afghanistan.

«Non ha vinto l’islamismo in queste ore, dopo vent’anni di guerra. Ha vinto l’eroina – spiega il giornalista – Errore è chiamarli miliziani islamisti: i talebani sono narcotrafficanti. Oltre il 90% dell’eroina mondiale è prodotta in Afghanistan e negli ultimi dieci anni hanno iniziato ad avere un ruolo importantissimo anche per l’hashish e la marijuana»

Perché la guerra in Afghanistan è una guerra dell'oppio

Come spiega Saviano nel suo articolo, «Nel 2001 i talebani finsero di proibire la coltivazione di oppio», mentre nel 2002 il generale Tommy Ray Franks, il primo a coordinare l’invasione statunitense nel Paese, affermò che i soldati americani non si sarebbero occupati della questione narcotraffico. Il che si traduceva in un invito per i signori dell’oppio a non stare dalla parte dei talebani, assicurando che gli States avrebbero permesso le coltivazioni.

Ma i talebani iniziarono dapprima a tassare per il doppio del prezzo chi non lavorava per loro, scalando poi la marcia e iniziando a coltivare direttamente le proprie piantagioni. Una produzione che, spiega Saviano, viene successivamente distribuita in tutto mondo, rifornendo tutte le principali organizzazioni criminali. In più, i talebani vendono oppio anche alle case farmaceutiche attraverso società indiane autorizzate, che però si riforniscono dall'Afghanistan. Risultato: durante la pandemia di Covid-19 la produzione di papavero da oppio è aumentata del 37%. Il prossimo fronte di scontro sarà con l'Iran, che ha una domanda interna di eroina molto importante: i trafficanti iraniani vogliono controllarla direttamente.

I leader supremi talebani nel corso del tempo

La storia dell'Afghanistan moderno è pieno di scontri, ma anche di personalità che ne hanno segnato l'evoluzione. Ecco alcune delle personalità di cui negli anni si sono riempite le pagine di cronaca internazionale.

Mohammad “Mullah” Omar (fondatore, 1994-2013)

Il mullah Mohammed Omar è considerato il fondatore e capo dei talebani. È stato Emiro dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan dal 1996 al 2001. Per sancire il suo ruolo, il 4 aprile 1996 indossò davanti alla folla il mantello del profeta Maometto, esposto in rare occasioni e conservato nel santuario del Mantello di Kandahar. Con questa esibizione si arrogò il diritto di guidare non solo gli afghani ma tutti i musulmani

Sotto la sua autorità fu applicata la Sharia, ma la legge islamica fu impiantata nel Paese con un'interpretazione singolare e particolarmente estrema rispetto ad altre nazioni della stessa fede. Inoltre, bandì formalmente la coltivazione del papavero da oppio, pur permettendo ai talebani di controllarne il traffico. 

Sulla sua caccia e cattura ci sono state molte notizie false, inseguitesi negli anni. Il 29 luglio 2015 fonti vicine ai vertici della sicurezza afghana hanno confermato la morte del Mullah Omar, avvenuta per tubercolosi due anni prima, nel 2013.

Akhtar Mansour (2015-2016)

Al Mullah Omar successe Akhtar Mohammad Mansour: è stato leader dei talebani dal 29 luglio 2015 al 21 maggio 2016. È stato ucciso nel corso di un attacco condotto da un drone militare statunitense mentre era a bordo di un veicolo in transito dall'Iran al Pakistan.

Hibatullah Akhundzada (leader attuale, 2016–oggi)

Dopo la morte di Mansour, alla guida del gruppo dei talebani e, dal 15 agosto 2021, dell'Afghanistan è succeduto il Mullah Hibatullah Akhundzada. I talebani hanno anche conferito ad Akhundzada il titolo di Emir-al-Momineen, cioè Comandante dei Fedeli.

La sharia secondo i talebani

I timori della comunità internazionale rispetto ai diritti umani in Afghanistan sono giustificati dall'aspra interpretazione della Sharia applicata nel Paese durante il regno del Mullah Omar. E' la legge sacra della religione islamica basata sul Corano. Il significato di questa espressione è letteralmente "strada battuta" o "retta via", ma anche qui il senso comune ha deviato il suo senso originario, trasferendolo nella parola "legge". Oltre a essere basata sul libro che contiene le rivelazioni di Allah a Maometto, cioè il Corano, la Sharia si ispira alla Sunnah, ovvero l’insieme degli atti e dei detti di Maometto, classificati nel corso dei secoli. Tuttavia non ne esistono precetti scritti.

Sotto la sua guida, alle donne non fu concesso lavorare, eccetto che nella cura della salute, o frequentare scuole. Fu applicata un'interpretazione radicale del codice del vestiario islamico: le donne potevano uscire di casa solo se coperte da un burqa. Gli uomini erano obbligati a lasciarsi crescere la barba e ad evitare vestiti o acconciature in stile occidentale. I cinema furono chiusi e la musica vietata. Il furto veniva punito con l'amputazione di una mano, lo stupro e l'omicidio con la pubblica esecuzione. Gli adulteri venivano lapidati. A Kabul le pene venivano eseguite di fronte alla folla in quello che era stato lo stadio di calcio della città.

Il legame tra talebani e al Qaida tra ieri e oggi

Il legame tra Al Qaeda e i talebani ha radici molto antiche. Nella città cara al gruppo di combattenti, Kandahar, sono stati addestrati guerriglieri e foreign-fighter pronti a seguire Osama Bin Laden. È qui che lui e i suoi seguaci hanno pianificato gli attacchi dell'11 settembre 2011.    

Durante la caccia all'uomo americana, i talebani hanno protetto e spalleggiato Bin Laden fino alla sua morte. Rifugiati nelle montagne e nei deserti rocciosi per vent'anni hanno combattuto la coalizione occidentale continuando a sostenere Ayman al Zawahiri, che dopo la morte (2 maggio 2011) dello sceicco del terrore ha ereditato la guida di Al Qaeda.

Oggi l'organizzazione terroristica è tutt'altro che morta. Molti gruppi sono sparsi in Africa, nel Sahel, Mozambico Mali, in Nigeria (Boko Haram) e Burkhina-Faso ma anche Yemen.

 

Stefania Leo