Euripide

In sintesi

La vitaNacque ad Eleusi nel 484 a.C. da una famiglia di nobili origini e iniziò la sua attività teatrale nel 455 a.C.; in tutta la sua vita ottenne la vittoria solo quattro volte. Si trasferì a Pella, in Macedonia, alla corte di Archelao, dove morì nel 406 a.C. Sulla sua vita sono state tramandate molte leggende.
L'attività di tragediografo

Sono giunte integre 18 tragedie e un dramma satiresco (Il ciclope): Alcesti (438 a.C.), Medea (431 a.C.), Ippolito (428 a.C.), Eraclidi (430-429 a.C.), Troiane (415 a.C.), Andromaca (423-422 a.C.), Ecuba (423 a.C.), Supplici (420 a.C.), Ione, Ifigenia in Tauride, Elettra (413 a.C.), Elena (412 a.C.), Eracle, Fenicie, Oreste (408 a.C.), Ifigenia in Aulide (406 a.C.), Baccanti (406 a.C.), Reso (di dubbia autenticità).

Le prime opere: AlcestiDominano le grandi figure tragiche femminili. Alcesti si offre di morire al posto del marito Admeto. Per intervento di Eracle, essa è strappata alla morte e ritorna dal marito, che nel frattempo ha modo di pentirsi del suo gesto meschino.
MedeaMedea, abbandonata da Giasone per Creusa, figlia del re Creonte, e costretta all'esilio, decide di vendicarsi. Uccide Creusa e i figli avuti da Giasone. In questo personaggio appare evidente lo scontro tra le ragioni del cuore con la lucidità delle analisi e delle risoluzioni.
IppolitoFedra si innamora perdutamente (per volere di Afrodite) di Ippolito, figlio del re Teseo, di cui è moglie. Per salvare l'onore, si dà la morte, incolpando Ippolito di averla violentata. Teseo, furioso, venuto a conoscenza dei fatti fa uccidere il figlio e solo alla fine sarà messo a conoscenza da Artemide, della verità.
Le tragedie del ciclo troiano

Nella fase centrale della sua attività, Euripide tende a privilegiare strutture con impianti drammatici molto ampi, o “a dittico”, con la presenza di due nuclei distinti. Ne sono esempio alcune tragedie, come Eraclidi, Troiane, Andromaca, Ecuba, Supplici.

Le tragedie della “týche”

Un gruppo di drammi è contrassegnato da una caratteristica comune: il motore dell'azione diviene sempre più la “týche”: il caso, il gioco capriccioso degli eventi. Euripide ricorre ad intrecci complessi all'artificio teatrale del “deus ex machina”, al colpo di scena con riconoscimento finale. Compaiono anche tematiche d'evasione che precorrono i caratteri della Commedia Nuova. Fanno parte di questo gruppo le tragedie Ione, Ifigenia in Tauride, Elettra, Elena e Eracle.

Le ultime tragedie

Nell'ultimo periodo di attività Euripide ritorna a temi e forme più tradizionali (Fenicie e Oreste). Ifigenia in Aulide e le Baccanti sono rappresentate postume.

Ifigenia in AulideLa tragedia descrive gli eventi che accadono prima che Ifigenia sia salvata dalla morte dalla dea Artemide. Il dramma è caratterizzato dai continui mutamenti psicologici dei personaggi.
BaccantiIl nucleo centrale dell'opera è la vendetta preparata da Dioniso ai danni di Penteo che non riconosce la sua divinità. Bacco stravolge la mente di Penteo e farà in modo che venga sbranato e ucciso dalla sua stessa madre, Agave, insieme alle Baccanti. Considerata il capolavoro euripideo può essere interpretata come l'espressione più chiara del razionalismo euripideo (per l'orrore generato dalle descrizioni del rituale dionisiaco) o come il riflesso di una “conversione” del poeta al senso religioso (per le suggestioni delle parti corali e l'invito a una pienezza di vita).