Il teatro del Novecento

In sintesi

Irish Dramatic MovementL'Irish Dramatic Movement ebbe come scopo principale quello di creare un teatro nazionale, incoraggiando la produzione di opere di argomento irlandese scritte da drammaturghi irlandesi. I soggetti erano derivati dal materiale leggendario e storico, oltre che dalla vita contemporanea: il linguaggio doveva mantenere la ricchezza e la qualità immaginativa del "linguaggio vivo del popolo". Oltre a W.B. Yeats, le due personalità più influenti furono John Millington Synge (1871-1909) e Sean O'Casey (1880-1964), divenuto famoso come il drammaturgo dei quartieri poveri di Dublino.
BeckettSamuel Beckett (1906-1989) nasce a Dublino e vive soprattutto a Parigi, scrivendo in inglese e in francese. Raggiunge la notorietà con alcuni romanzi di inclinazione filosofica (tra cui Murphy, 1938; Watt, 1953): egli non è interessato a raccontare storie, ma a rappresentare situazioni e personaggi emblematici che mostrino l'assurdità e il tragico destino dell'uomo. La stessa visione nichilistica della vita e il tema dell'insensatezza dell'agire umano sono riscontrabili nelle opere teatrali. Aspettando Godot (1953), la più famosa, lo rende uno degli esponenti principali del teatro dell'assurdo, un movimento che trasse origine dall'opera teatrale La cantatrice calva (1950) di Eugène Ionesco. Anche il linguaggio non assicura più la comunicazione e viene ridotto a semplici e inutili formule.
OsborneJohn Osborne (1929-1995) diviene famoso con l'opera Ricorda con rabbia (1956), che esprime il disagio di una generazione (detta dei "giovani arrabbiati") priva di radici, alla disperata ricerca di riferimenti morali. L'interesse risiede nell'attualità del messaggio, espresso con la parlata quotidiana. Quest'opera iniziò una new wave e fu il vero punto di partenza per la rinascita del teatro inglese. Altre opere: L'istrione (1957), Il mondo di Paul Slickey (1959), Martin Lutero (1961), Un senso di distacco (1972), Guardalo scendere (1977).
WeskerArnold Wesker (1932), socialista convinto, ha sempre sostenuto l'impegno partecipando attivamente ai fatti del tempo e mostrando solidarietà agli altri esseri umani. Le sue opere presentano l'uomo in relazione ai problemi sociali e politici del suo tempo. Opere principali: La trilogia dei Wesker (1958-60), storia di una famiglia ebraica di immigrati, La cucina (1959), Patatine di contorno (1962), Le quattro stagioni (1965), Gli amici (1970), I giornalisti (1975), Caritas (1981).
ArdenJohn Arden (1930) scrive dapprima commedie, nelle quali sperimenta il ricorso a più strati linguistici gergali, l'inserimento di parti in versi sul modello della ballata, l'impiego di soluzioni farsesche alla maniera del music hall. In seguito si dedica a opere ispirate a un impegno politico diretto. Opere: La danza del sergente Musgrave (1959), L'isola dei potenti (1968), Di chi è il reame? (1986).
PinterHarold Pinter (1930) incontra subito il successo con La stanza (1957), Il compleanno (1958) e Il calapranzi (1960), ai quali fu applicata l'etichetta di "teatro della minaccia" perché un intervento misterioso, dall'esterno, proiettava angoscia nella stanza chiusa dove si svolgeva l'azione. La sua lingua è idiomatica, piena di frasi fatte e di luoghi comuni; l'ambiguità riguardo quanto "veramente" stia per accadere, lascia spazio a una lettura dei testi in chiave simbolica. Altre opere: Il guardiano (1960), I nani (1961), Una serata fuori (1961), La collezione (1962), L'amante (1963), Ritorno a casa (1965), Terra di nessuno (1975), Party time (1991), Ceneri alle ceneri (1996).
Il teatro di fine secolo

Tra gli autori che hanno esordito dopo la fine degli anni Cinquanta si ricordano: Alan Bennett (1934), Robert Bolt (1924-1995), Edward Bond (1934), Alan Ayckbourn (1939), Tom Stoppard (1937).