Poetica della teatralità musicale: Dmitrij Šostakovič

Dmitrij Dmitrevic Sostakovic (Pietroburgo 1906 - Mosca 1975) studiò al conservatorio della città natale con L. Nikolaev, M. Stejnberg e A. Glazunov e si segnalò fin dal 1926 con la Prima sinfonia. Nel clima fervido delle avanguardie rivoluzionarie sovietiche maturarono i suoi primi lavori, che rivelano un temperamento incline a valersi ecletticamente di diverse suggestioni, facendo coesistere influssi di P. Hindemith e di A. Berg, di S. Prokof'ev e del Gruppo dei "Sei" in un contesto in realtà originalissimo, dove prevalgono il gusto ironico e grottesco, il gesto beffardo e aggressivo, il sarcasmo provocatorio, per lo più in rapporto dialettico con esuberanti slanci comunicativi.

Se gli aspetti più accentuatamente estrosi, più graffianti e satirici della vena di Sostakovic si ravvisano in un capolavoro come Il naso (Leningrado, 1930), l'altra sua opera teatrale, Lady Macbeth del distretto di Mtzensk (Leningrado, 1934; una nuova versione fu intitolata Katerina Ismailova, Mosca, 1963), ne rivela la violenta vena drammatica, le tensioni aderenti a un'efficacissima evidenza teatrale.

Una simile "teatralità" si trova, con diverse connotazioni, anche in molta musica strumentale di Sostakovic e nella sua assunzione di influssi di M. Musorgskij e G. Mahler.

Si è soliti vedere una svolta nella sua produzione in rapporto agli attacchi subiti nel 1936 a opera del leader sovietico A. Zdanov in nome dei principi del realismo socialista (a essi Sostakovic dichiarò di voler rispondere con la Quinta sinfonia, 1937) e in seguito nel 1948. Tuttavia, una certa semplificazione del linguaggio, una rinuncia alle tensioni vicine all'atonalità ravvisabili in certe opere giovanili e qualche cedimento a una vena celebrativa non consentono di affermare che sia avvenuto un mutamento radicale e sostanziale nella poetica di Sostakovic. Si nota in diversi lavori (e nella stessa Quinta sinfonia) che l'ottimismo delle dichiarazioni ufficiali non sempre (o non del tutto) corrisponde all'effettiva sostanza musicale, in cui riemergono più volte gelide tensioni e un pessimismo cupo e doloroso, caratteristici della personalità di questo musicista.

Della sua vastissima e discontinua produzione si ricordano, oltre ai lavori teatrali citati, le 15 sinfonie, le cantate e le liriche, la musica da camera (15 quartetti e un quintetto) e per pianoforte (24 Preludi), i balletti L'età dell'oro (1930) e Il bullone (1931), i concerti per strumento solista e orchestra (2 per pianoforte, 2 per violino, 2 per violoncello). Sostakovic riorchestrò, inoltre, il Boris Godunov e la Kovàncina di Musorgskij.

Rilevante anche la sua attività di compositore per il cinema, iniziata nel periodo del cinema muto con la partitura per La nuova Babilonia (1929). Per il regista Ciaureli, in collaborazione con H. Eisler, musicò La caduta di Berlino (1950), con il famoso assolo di pianoforte in contrappunto all'avanzata dei carri armati vittoriosi, e per il documentarista olandese J. Ivens Il canto dei fiumi (1954-55), con le canzoni da lui composte affidate alla voce del famoso basso americano di colore Paul Robeson. Nel 1976, con musiche sue, è stata preparata una nuova edizione sonora della Corazzata Potëmkin (1925) di S.M. Ejzenstejn.