PROTAGONISTI

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Vilfredo Pareto Parigi 1848 - Cèligny, Ginevra, 1923 economista e sociologo italianoÈ considerato il fondatore della teoria delle élite. I suoi maggiori contributi nel campo della teoria economica, dove fu un seguace del marginalismo di L. Walras, furono molteplici: l'elaborazione del concetto di utilità (ofelimità) ordinale e l'applicazione delle curve d'indifferenza; la teoria del commercio internazionale basata sul sistema di mercati intercomunicanti; infine, il cosiddetto ottimo paretiano, vale a dire un criterio per stabilire quando, dato un certo ammontare di risorse, esso sia stato utilizzato al meglio. Il nucleo del suo pensiero sociologico è contenuto nell'importante Trattato di sociologia generale (1916). Le intuizioni di Pareto sulla società come sistema che tende all'equilibrio hanno avuto influenza sullo struttural-funzionalismo, e in particolare su T. Parsons. Pareto classificò tutte le azioni sociali o come logiche o come non logiche (ma non per questo insensate). Le azioni logiche presentano uno stretto legame tra ciò che è nell'intenzione dell'attore e ciò che si realizza oggettivamente. Tuttavia, assai spesso il sociologo è alle prese con azioni da cui è difficile risalire alle intenzioni: le azioni il cui fine oggettivo differisce da quello soggettivo costituiscono la categoria delle azioni non logiche. Fra queste Pareto incluse gli atti riflessi, le condotte rituali e sacrificali, gli atti eroici, rivoluzionari ecc. Questa categoria di azioni non logiche costituisce per Pareto l'oggetto di studio proprio della sociologia. Inoltre Pareto sviluppò il concetto di élite di governo e la teoria della circolazione delle élite, destinate a grande fortuna nella successiva letteratura politologica. Per élite di governo Pareto intese tutti coloro che partecipano all'esercizio del potere e che, affermandosi esclusivamente in forza delle proprie qualità personali, sono soggetti alla legge della circolazione delle élite. In questo modo, i vecchi gruppi dirigenti sono continuamente sostituiti da nuove élite provenienti dagli strati sociali inferiori. Questo processo appartiene alla fisiologia del sistema politico e, qualora la circolazione individuale dei ruoli di governo risultasse ostruita, o fosse in qualche modo artificiosamente contrastata, si aprirebbe la possibilità di una circolazione collettiva del potere, ossia di un processo rivoluzionario di massa con cui salirebbe al potere una nuova èlite (classe o partito rivoluzionario). Opere più importanti: Corso di economia politica (1896-97), Manuale di economia politica (1909), Trattato di sociologia generale (apparso in italiano nel 1916 e in francese nel 1917-19).
Talcott Parsons Colorado Springs 1902 - Monaco di Baviera 1979 sociologo statunitenseE' considerato forse il massimo esponente dell'indirizzo sociologico dello struttural-funzionalismo, a cui fornisce l'apporto di una complessa teoria generale dell'azione. Secondo Parsons, l'azione sociale è tendenzialmente coerente con i significati che il soggetto agente (sia esso un singolo individuo o un gruppo, una comunità, un'organizzazione, un'intera civiltà) ricava dalla propria relazione con il mondo esterno e che sviluppa in un quadro di regole, norme e valori (cioè entro una cultura). Il sistema di azione sociale assume perciò la struttura del sistema culturale (gli altri sistemi o contesti di riferimento sono per Parsons quello biologico e quello psichico). I modelli culturali sono gli elementi strutturali del sistema di azione, ma il sistema rinvia alle funzioni e alla loro articolazione per dinamiche di adattamento, di perseguimento dei fini, di integrazione e di latenza. Sulla base di questo schema di massima è possibile analizzare a due livelli il sistema sociale: come società propriamente intesa, organizzata in analogia con un modello cibernetico, e come azione. Il sistema sociale non va considerato come un sistema di rapporti tra individui, ma tra diverse posizioni sociali, che costituiscono lo "status" del soggetto, a cui si connettono le sue attività, che ne determinano il "ruolo". Lo status definisce dunque una posizione sociale in un sistema considerato come struttura ed è perciò indipendente dalla personalità del singolo. La macchinosità del modello e il suo profilo biologistico (che ha di fatto riproposto l'obsoleta analogia fra sistema sociale e organismo vivente) hanno però stimolato critiche teoriche e metodologiche concentratesi soprattutto sulla pretesa parsonsiana di dar vita a un'interpretazione globalistica e compiuta del sistema sociale. Di qui il progressivo declino della fortuna scientifica del pensiero di Parsons, dopo la lunga egemonia esercitata nella sociologia accreditata negli anni '40 e '50. Tra le opere principali: La struttura dell'azione sociale (1937), Il sistema sociale (1951), Economia e società (con N. Smelser, 1956), Saggi di teoria sociologica pura e applicata (1959), Struttura sociale e personalità (1964), Teoria sociologica e società moderna (1967).