PROTAGONISTI

S

Alfred Schütz Vienna 1899 - New York 1959 sociologo austriaco naturalizzato statunitenseÈ considerato il fondatore della sociologia fenomenologica. Nel 1932 pubblicò la sua prima importante opera, La fenomenologia del mondo sociale. Nel 1938 lasciò l'Austria per sottrarsi al nazismo e si trasferì a New York. L'interesse di Schütz fu principalmente volto a specificare l'oggetto di studio della sociologia a partire dal presupposto che conoscenza e realtà sociali sono il prodotto delle esperienze intersoggettive degli individui. Secondo Schütz lo studio dell'intersoggettività non può essere condotto con i metodi della filosofia, poiché non si può identificare alcuna legge astratta sul funzionamento della conoscenza. La sociologia può pertanto concentrarsi solo sullo studio dei metodi empirici con cui l'intersoggettività viene creata e mantenuta. La possibilità di una conoscenza intersoggettiva sembra fondarsi su una serie di tipizzazioni che danno luogo a insiemi omogenei di significati ("province finite di significato"), ovvero tutte quelle regole, nozioni, concezioni, ricette, informazioni relative ai vari campi del sapere, che gli individui imparano dai loro predecessori o da analoghe esperienze del loro passato. L'insieme di questi elementi costituisce un patrimonio di conoscenza condivisa, che rappresenta la versione di realtà accettata dai soggetti appartenenti a un medesimo contesto sociale. Tra le sue opere, Saggi sociologici (1971, postumi).
Georg Simmel Berlino 1858 - Strasburgo 1918 filosofo e sociologo tedescoStudioso, fra l'altro, di estetica e di filosofia della storia, sviluppò un'opera di ampio respiro, che da alcuni decenni è oggetto di un'intensa e favorevole rivisitazione da parte dei sociologi. La sua fortuna scientifica si spiega infatti con la costante battaglia intellettuale condotta da Simmel nei confronti del positivismo di Comte e, contemporaneamente, dello spiritualismo tedesco. Contro le teorie dei "Grandi Sistemi" e contro quelle tendenti a considerare unico e irripetibile ogni accadimento storico (e perciò mai generalizzabile in chiave sociologica), Simmel afferma il concetto di interazione come elemento portante della stessa struttura sociale: un gruppo sociale (una famiglia, un partito politico, una comunità religiosa ecc.) è tale in quanto esprime e raccoglie significati e rapporti sedimentatisi nel tempo attraverso interazioni fra i suoi componenti. Di qui il metodo della sociologia formale, attenta a cogliere la specificità delle situazioni e, insieme, gli elementi ricorrenti e comparabili di ogni sistema d'interazione (per esempio, una relazione "clientelare" abbastanza simile è rinvenibile in sistemi politici assai lontani nel tempo e nello spazio e assai differenti culturalmente). Quello che varia sono le situazioni in cui le relazioni formali si producono. Analogamente, determinati tipi sociali (celebre è la rappresentazione dello "straniero") vengono percepiti e interpretati in maniera simile da società e contesti molto differenti. Importanti sono anche i contributi di Simmel alle teorie del conflitto e assai originale la sua analisi della formazione di un'economia monetaria proposta come alternativa alla teoria del valore di K. Marx. Fra le sue opere: Introduzione alla scienza morale (1892-93), Filosofia del denaro (1900), Sociologia (1908), Problemi fondamentali della sociologia (1917).
Neil J. Smelser Kahoka, Missouri, 1930 sociologo statunitense

Ha sviluppato analisi originali del mutamento sociale e della modernizzazione, contribuendo a innovare il filone di ricerca che fa capo a T. Parsons e alla scuola struttural-funzionalistica. Si deve a Smelser un ambizioso tentativo di costruire una vera e propria teoria dei comportamenti collettivi. In particolare, ha rivolto il suo interesse da un lato all’applicazione e allo sviluppo della ricerca sociologica nell’ambito dell’analisi delle istituzioni economiche, del comportamento collettivo e del mutamento sociale e, dall’altro, al rapporto tra personalità e struttura sociale. Sulla base di tali ricerche ha elaborato un modello di interpretazione della nascita dei movimenti sociali secondo cui qualsiasi comportamento collettivo può avere luogo solo a condizione che si verifichi una sequenza di fattori altamente specifici, quali: una predisposizione strutturale, una tensione sociale, la crescita e la diffusione di una credenza generale, un fattore precipitante, la mobilitazione degli attori, la mancanza o l’inadeguatezza del controllo sociale. Con il suo maestro T. Parsons ha pubblicato Economia e società (1956). Fra le altre sue opere: Teoria del comportamento collettivo, (1962), Sociologia della vita economica (1963), I metodi comparativi nelle scienze sociali (1976), Sociologia (1981), aggiornato nel 1996.

Herbert Spencer Derby 1820 - Brighton 1903 filosofo e sociologo britannicoÈ considerato tra i maggiori esponenti del positivismo evoluzionista. Nel quadro di una progettata elaborazione di una teoria generale del progresso umano e dell'evoluzione cosmica e biologica, Spencer si propose già dal 1860 l'idea di un vasto e compiuto Sistema di filosofia generale, di cui le sue opere successive costituiscono l'intera articolazione e la progressiva applicazione alle più vaste e diverse branche del sapere: Primi principi (1862); Principi di biologia (1864-67), Principi di psicologia (1870-72), Principi di sociologia (1876-96). A queste opere vanno aggiunti numerosi lavori minori non direttamente rientranti nello schema generale: La classificazione delle scienze (1864), Educazione (1861), L'uomo contro lo Stato (1844). Già dai primi saggi, comunque, emerge con estrema chiarezza l'impostazione fondamentale del pensiero spenceriano, che pone l'evoluzione come la legge universale della vita e del cosmo, secondo un movimento progressivo dall'omogeneo all'eterogeneo, da forme più semplici a forme sempre più differenziate e complesse. Poste così le basi fondamentali della sua filosofia, Spencer attende alla stesura del suo vasto sistema come unificazione di scienza e filosofia; la prima giunge alle leggi e alle generalizzazioni dei dati; la seconda è la conoscenza stessa al suo più alto grado di generalità, che unifica così i portati delle singole scienze a sistema generale dell'universo. Nel movimento dell'evoluzione, che è la legge stessa del passaggio dall'omogeneo all'eterogeneo, si manifesta il processo di un continuo passaggio dalla dispersione all'integrazione, alla concentrazione, dall'incoerenza alla coerenza: "da un'omogeneità indefinita e incoerente a un'eterogeneità definita e coerente". Il tutto in modo necessario, ma secondo una necessità che Spencer interpreta in una prospettiva ottimistica, scorgendo dunque nel processo biologico e umano la stessa legge del cosmo, che è diretta a uno scopo finale buono e positivo. La stessa legge spiega lo sviluppo della psiche umana individuale e dell'organismo sociale. Lo sviluppo sociale umano, il cui studio descrittivo è il compito essenziale della sociologia, è lento, ma necessario e inarrestabile, in quanto il suo movimento è quello stesso dell'evoluzione cosmica; esso non abbisogna quindi di particolari sforzi per la sua realizzazione, sforzi che anzi finirebbero per sconvolgere temporaneamente le leggi dell'evoluzione e del progresso. Così, per Spencer, il più alto atteggiamento etico per l'uomo è di accettare coscientemente quelle leggi che regolano la vita sua e del suo ambiente, secondo un generale criterio di "adattamento".