PROTAGONISTI

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Ferdinand Tönnies Oldenwort, Schleswig, 1855 - Berlino1936 sociologo tedescoLa sua dottrina sociologica è fondata sul concetto di opposizione fra due forme sociali: la "comunità" (Gemeinschaft) e la "società" (Gesellschaft). Tönnies si riferisce da un lato alle società antiche, nelle quali vede dominare il momento comunitario, e dall'altro alle società industriali, in cui prevale il momento societario. La comunità, caratteristica del mondo preindustriale, è basata su legami di vicinanza e di consanguineità; è un raggruppamento spontaneo, naturale, che preesiste all'individuo. La società, invece, costituisce un raggruppamento sociale volontario, fondato sul contratto e sull'adesione dei membri, e nasce da valutazioni di convenienza e di opportunità (interessi economici, culturali ecc.). Espressione della società sono gli stati moderni, le grandi città e le fabbriche, dove gli individui vivono separati ed estraniati gli uni dagli altri. Tönnies riteneva che nella società sia impossibile raggiungere un insieme di valori generalmente condiviso: gli individui e le classi agiscono in modo egoistico e indipendente, dando luogo a un ordine sociale basato sulla composizione di interessi alternativi e non sul consenso. Fra le sue opere: Comunità e società (1887), L'essenza della sociologia (1907), Studi e critiche sociali (1926), Introduzione alla sociologia (1931).
Alain Touraine Hermanville-sur-Mer, Calvados, 1925 sociologo francese

È stato fra i promotori della ricerca sociologica applicata alle trasformazioni culturali indotte dall’innovazione tecnologica. Avviò alla fine degli anni ’50 un impegnativo programma di ricerca sulla condizione operaia e sui mutamenti intervenuti nell’identità sociale dei lavoratori salariati. La sua sociologia dell’azione si rivolge successivamente soprattutto all’analisi dei movimenti collettivi: celebri le ricerche sul ’68 in Francia, sul “Cile popolare”, sull’esperienza di Solidarno´s´c in Polonia e sui movimenti antinucleari in quanto portatori di storicità. Con questo concetto Touraine intende sottolineare il carattere intenzionale di produzione di significato (in senso culturale) e di identità dell’azione collettiva. Ma in una fase più recente Touraine si è rivolto prevalentemente all’osservazione degli attori sociali, rivalutando ruoli e funzioni della soggettività in una stagione di radicale trasformazione dei paradigmi etici e ideologici. Questa stagione è quella della società postindustriale, a cui Touraine ha dedicato uno studio centrato sulla distinzione fra paradigma emergente e classico modello della società industriale (produzione di beni simbolici e immateriali contro produttività industriale; strategie della comunicazione contro coercizione, rivendicazione dei diritti soggettivi contro appartenenze ideologiche ecc.). L’enfasi particolare di Touraine sull’importanza dell’azione non si definisce come teoria generale, ma soprattutto come programma di ricerca adottato non solo dal sociologo, ma anche dai soggetti sociali che egli studia. Con lo stesso metodo Touraine ha esaminato i nuovi movimenti sociali come il femminismo e l’ambientalismo. Fra le opere: Trattato di sociologia del lavoro (1961; in collaborazione con G. Friedmann e P. Naville), Sociologia dell’azione (1965), Produzione della società (1973), La società post-industriale (1979), Il ritorno dell’attore (1984), Critica alla modernità (1992), Libertà, uguaglianza, diversità (1997) e Come liberarsi dal liberalismo (1999).