L'assolutismo illuminato

L'Austria

Al termine della Guerra di successione austriaca (1748) Maria Teresa vide riconosciuti i suoi diritti al trono. La giovane sovrana, su consiglio del fedele ministro principe Kaunitz-Rietberg partecipò alla Guerra dei Sette anni che vide la perdita definitiva della Slesia a vantaggio della Prussia. Partecipò anche alla prima spartizione della Polonia (1772) ottenendo la Galizia. In politica interna pose le basi per la creazione di uno Stato moderno, burocratico e accentrato, senza più i residui feudali dei privilegi nobiliari, ma aperto alla nuova classe borghese. Tutta la pubblica amministrazione fu riorganizzata con la creazione della Cancelleria di Stato e Corte per la gestione della politica estera imperiale. Per formare i quadri dirigenti dell'amministrazione dello Stato e dell'esercito Maria Teresa fondò il collegio Theresianum e un'accademia militare, regolò inoltre i rapporti fra la Chiesa e lo Stato con una serie di provvedimenti che miravano a difendere e rafforzare le prerogative statali. Per esempio pose limiti all'entrata in convento e alla donazione di beni ai monasteri per mitigare il parassitismo del clero regolare. Dopo lo scioglimento della Compagnia di Gesù (1773) decretato dal papa, ne incamerò i beni e le ricchezze, utilizzate, fra l'altro, per la riforma dell'istruzione la quale prescrisse l'allontanamento dei gesuiti dalle Università e uniformò i programmi. Dal 1765 assunse come coreggente il figlio Giuseppe II destinato a succederle nel 1780. Dopo la morte di Maria Teresa, il nuovo sovrano poté attuare le proprie convinzioni giurisdizionaliste, influenzate dal giansenismo, con una politica ecclesiastica molto riformatrice (giuseppinismo) che comprendeva la concessione di una limitata tolleranza religiosa per i non cattolici e l'emancipazione degli ebrei, la soppressione degli ordini religiosi non impegnati in opere assistenziali e nell'insegnamento (i loro patrimoni furono devoluti a un “fondo di religione” per il mantenimento dei parroci). In campo civile Giuseppe II abolì la censura e la servitù della gleba e promulgò un codice penale che aboliva la pena di morte.