L'assolutismo illuminato

La Prussia

Federico II il Grande (1740-86) fu il tipico sovrano dell'epoca del dispotismo illuminato. razionalista e ammiratore della cultura francese (che cercò di imitare nella sua reggia a Potsdam), governò in continuità con le tradizioni prussiane. La sua educazione fu rigidamente determinata dal padre, che intendeva farne un buon amministratore e un perfetto militare, pur concedendogli l'assidua lettura delle opere dei maggiori esponenti dell'Illuminismo. Nelle sue Considerazioni sullo stato presente del corpo politico dell'Europa e nel trattato Antimachiavelli teorizzò la funzione del sovrano come “primo servitore dello Stato”. In politica estera per riconoscere la successione di Maria Teresa pretese come compenso la cessione della Slesia. Durante la Guerra dei Sette anni ottenne brillanti vittorie sugli austro-francesi. Federico II partecipò alla prima spartizione della Polonia assicurandosi la Prussia occidentale (1772). In politica interna fondò l'organizzazione dello Stato e il proprio potere sull'appoggio dell'aristocrazia terriera (junker). Pur sostituendo ai servizi di corvées contribuzioni fisse in denaro, mantenne i contadini soggetti alla giustizia feudale. Favorì l'insediamento di coloni tedeschi nei nuovi possedimenti prussiani dell'Est e potenziò l'istruzione con la fondazione di numerosi istituti superiori. Ingente fu l'attività di riforma nel campo del diritto: abolì la tortura (1742), limitò l'uso delle pene corporali e riformò il sistema carcerario, avviò la codificazione del diritto. In campo militare aumentò notevolmente gli effettivi dell'esercito, l'estrema cura posta dell'addestramento delle truppe le rese perfette macchine da guerra.