L'età napoleonica

L'ascesa

Secondo figlio di Carlo Maria Bonaparte e di Maria Letizia Ramolino, originari della Corsica, come capitano d'artiglieria si distinse nell'assedio di Tolone, liberando la città dagli Inglesi (1793). Nominato generale di brigata e sospettato di legami con i giacobini sotto Termidoro, fu riabilitato e Barras gli affidò la repressione dell'insurrezione realista contro il Direttorio (5 dic. 1795). Legatosi a Giuseppina Tascher de La Pagerie, vedova del generale Beauharnais, la sposò il 7 mar. 1796. Nominato generale in capo dell'armata d'Italia (2 mar. 1796), condusse la prima campagna italiana con fulminea rapidità, rivelando il suo genio militare alla testa di un'armata demoralizzata e scarsamente equipaggiata: attraverso una serie di vittorie (Cairo Montenotte, Millesimo, Lodi, Arcole, Rivoli) sugli austro-sardi, i Francesi entrarono a Milano (15 magg. 1796), favorendo poi la nascita delle repubbliche “giacobine” Cispadana e Cisalpina (dic. 1796-magg. 1797). Bonaparte quindi prese Mantova (2 febb. 1797) e occupò i territori veneti (magg. 1797), costringendo gli austriaci alla Pace di Campoformio (17 ott. 1797), da lui trattata scavalcando il Direttorio. Timoroso del suo crescente potere, il Direttorio allontanò il generale Bonaparte affidandogli la spedizione in Egitto, destinata a tagliare alla Gran Bretagna la rotta dell'India. Dopo gli iniziali successi (vittoria delle Piramidi sui Mamelucchi, 21 lug. 1798), la distruzione della flotta francese a opera dell'ammiraglio Nelson ad Abukir (1 ago. 1798) compromise però la missione, bloccando la spedizione francese in Egitto.