Alpi, Ilaria

giornalista e fotoreporter italiana (Roma, 1961 - Mogadiscio, Somalia, 1994). Le sue prime collaborazioni giornalistiche risalgono alla collaborazione con i quotidiani Paese Sera e l’Unità, testate per le quali realizza reportage e articoli dal Cairo, in Egitto: in precedenza, infatti Ilaria Alpi aveva conseguito la laurea in Lingue e letteratura araba presso l’Istituto di Lingue orientali dell’Università La Sapienza di Roma. Nel 1990 vince il concorso per giornalisti Rai. Viene assunta inizialmente a Rai SAT per essere poi trasferita alla redazione Esteri del TG3: è inviata a Parigi, Belgrado e in Marocco. Nel dicembre 1992 inizia la sua corrispondenza dalla Somalia, al seguito della missione di pace dell’ONU Restore Hope, che ha come scopo la stabilizzazione del Paese dopo la caduta del dittatore Siad Barre. Le sue indagini la portano a seguire le tracce di un traffico internazionale di rifiuti tossici, che dai Paesi occidentali sarebbero stati dirottati nelle depresse aree africane, con la compiacenza di governi corrotti, in un intreccio di tangenti e commercio di armi, all’ombra dei servizi segreti e dei gruppi politici locali. Probabilmente per queste sue ricerche sui coni d’ombra della Cooperazione internazionale e sui traffici illeciti, viene uccisa da un commando armato il 20 marzo 1994, a Mogadiscio, insieme all’operatore Miran Hrovatin di Videoest di Trieste. La tragica vicenda conosce un tortuoso iter processuale, fatto di ritardi, interruzioni e depisatggi, e per essa non è stata ancora raggiunta una definitiva verità giudiziaria: uno dei presunti killer (Omar Hashi Hassan) è stato condannato in via definitiva a 26 anni di carcere, ma l’affidabilità del suo principale accusatore (Ali Rage Ahmed, detto “Gelle, tra l’altro sotto processo per falso e calunnia) è da tempo messa in discussione da numerose testimonianze e documenti. Le indagini giudiziarie e le inchieste giornalistiche riguardanti la presenza italiana in Somalia ai tempi hanno anche sollevato presunte violenze messe in atto dal contingente italiano ai danni di civili somali, mai però comprovate. Nel 2006 viene anche istituita una Commissione parlamentare d'inchiesta per fare luce sull’accaduto e nel 2013 la Presidenza della Camera avvia la procedura di desecretazione degli atti acquisiti dalla Commissione. Dal 1995, a Riccione, viene assegnato alle migliori inchieste televisive italiane sui temi sociali il Premio Ilaria Alpi, sostituito nel 2015 dai DIG Awards, concorso internazionale di giornalismo (documentari, inchieste, reportage) su temi di rilevanza sociale, economica e politica. Il Premio è promosso dall’Associazione Ilaria Alpi che ha lo scopo di “studiare, promuovere, accreditare l'impegno per un giornalismo televisivo di inchiesta svolto con responsabilità e serietà, ma anche tenere viva la discussione sulla vicenda di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, attraverso corsi di formazione e seminari, attività editoriali, mostre fotografiche, rassegne, incontri con gli autori e un sito internet”. Alla figura di Ilaria Alpi e al suo impegno civile sono stati dedicati numerosi libri e alcuni film, tra cui Ilaria Alpi - Il più crudele dei giorni di Ferdinando Vicentini Orgnani (2003) e il film d'animazione Somalia94 - Il caso Ilaria Alpi di Marco Giolo (2017).

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