Clemènte Tito Flàvio, Alessandrino

filosofo, teologo e Padre della Chiesa (forse Atene ca. 150-? prima del 215). Insegnò alla Scuola catechetica di Alessandria d'Egitto, facendosi propugnatore di una filosofia e di una gnosi cristiana che conciliassero scienza e fede, la tradizione del pensiero greco e i dati della rivelazione cristiana. È autore di tre grandi opere: il Protrettico, un'apologia del cristianesimo destinata ai pagani; il Pedagogo, la più interessante dal punto di vista pedagogico, in cui l'educazione è vista come iniziazione alla vita cristiana nel senso di pratica delle sue virtù e non come conquista di un'erudizione intellettualistica; gli Stromata, un approfondimento speculativo della dottrina cristiana in cui forti sono gli influssi platonici e stoici, destinato ai “sapienti”. Se il sapere filosofico può servire come preparazione alla fede (ed è in questa prospettiva che Clemente Tito Flavio interpreta Platone), la fede nobilita, integra, arricchisce e nutre di sé il sapere conferendogli la possibilità di trasformarsi in vera e perfetta “gnosi cristiana”. Il patrologo Quasten ha scritto di lui: “...per la prima volta la dottrina cristiana affronta le idee e le opere del suo tempo. Clemente Tito Flavio merita pertanto il titolo di pioniere della scienza ecclesiastica. La sua vasta cultura era estesa alla filosofia, alla poesia, all'archeologia, alla mitologia e alla letteratura. Non sempre risaliva alle fonti originali. In molti casi ricorreva ad antologie e florilegi. Possiede però una conoscenza completa della prima letteratura cristiana”. La teologia negli scritti di Clemente Tito Flavio investe la dottrina del Logos, l'ecclesiologia, il battesimo, l'eucarestia, i peccati e la penitenza, il matrimonio e la verginità.

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