Della Casa, Giovanni

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scrittore e poeta italiano (Mugello 1503-Montepulciano 1556). Di nobile e ricca famiglia, amico del Beccadelli e del Bembo, ebbe una perfetta educazione umanistica. Presi gli ordini religiosi, fu commissario alle decime papali a Firenze e poi nominato arcivescovo di Benevento. Dal 1544 al 1549 nunzio pontificio a Venezia, svolse delicati incarichi (istituendo tra l'altro i tribunali dell'Inquisizione). Scrisse in quegli anni il trattato De officiis inter potentiores et tenuiores amicos (probabilmente tradotto in volgare da lui stesso), parte delle Rime e le due famose orazioni, quella per la Lega di Cognac (in cui esortava i Veneziani ad allearsi col papa e con la Francia di Francesco I contro Carlo V) e quella a Carlo V per la restituzione di Piacenza. Si ritirò infine a vita privata nell'abbazia di Collalto in Nervesa, dove attese alla composizione del Galateo e delle Rime. Il Galateo (che prende il titolo dal nome latinizzato del vescovo Galeazzo Florimonte, il quale aveva suggerito all'autore l'idea) è un trattato di norme per la “civile conversazione” e il saper vivere, che Della Casa scrisse tra il 1550 e 1555.

Bibliografia

R. Scrivano, Il manierismo nella letteratura del Cinquecento, Padova, 1959; C. Segre, Lingua, stile e società, Milano, 1963; M. Mazzeschi Porretti, Il Monsignore. Vita e opere di Giovanni Della Casa, Roma, 1990.

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