Jünger, Ernst

scrittore tedesco (Heidelberg 1895-Riedlingen 1998). Legionario nel 1911, volontario nella prima guerra mondiale, combattente in Francia nella seconda, nel 1944 fu costretto al congedo in seguito alla sua attività letteraria non gradita ai nazisti. Scrittore di difficile collocazione letteraria e politica, di ispirazione espressionistica e nietzschiana e affine a Benn, studioso di scienze naturali, come rivelano i deliziosi saggi Das abenteuerliche Herz (1929; Il cuore avventuroso; riscritti nel 1938) e Blätter und Steine (1934; Foglie e pietre), Jünger esordisce con il diario di guerra In Stahlgewittern (1920; Nelle tempeste d'acciaio), dove rivela già un grande rigore intellettuale unito a uno straordinario dominio sulle passioni. Momento fondamentale è l'uscita nel 1932 del saggio Der Arbeiter. Herrschaft und Gestalt (L'operaio. Dominio e forma), che ebbe il plauso personale di Hitler. La sua visione della società in chiave antiborghese, antiecclesiastica e antitecnologica, dove l'unica forza vitale è quella del lavoratore, fu infatti interpretata come un'anticipazione del nazionalsocialismo. La prima grande opera narrativa, dopo l'iniziale racconto sulle esperienze belliche, Feuer und Blut (1925; Fuoco e sangue), è il romanzo Auf den Marmorklippen (1939; Sulle scogliere di marmo), che modificò sostanzialmente la sua posizione privilegiata agli occhi del potere nazista. L'opera, a carattere fortemente simbolico, è una grande metafora sull'Occidente minacciato dall'avvento del nazionalsocialismo e fu per questo avversata. Il problema della tirannide riaffiora nel romanzo fantascientifico Heliopolis (1949) e nel successivo Die gläsernen Bienen (1957; Le api di vetro), dove il tiranno è adombrato in potente imprenditore. In questo periodo si evidenziano alcuni significativi interventi filosofici con Uber die Linie (1950; Oltre la linea), saggio sul concetto del nichilismo, e con Der Waldgang (1951; trad. it. Trattato del ribelle) incentrato sulla figura dell'“anarca”, ovvero del singolo, in cui si assommano tutte le caratteristiche sociali, morali e politiche care a Jünger, che sceglie “la libertà di dire di no”. Nella sua successiva e sempre vasta produzione, costellata da alcuni importanti premi letterari, si segnalano i saggi Der Gordische Knoten (1953; Il nodo di Gordio), Geheimnisse der Sprache (1963; I segreti della lingua), Grenzgänge (1966; Frontalieri), e i romanzi Die Zwille (1973; La fionda) e Eumeswil (1977). L'età avanzata non gli ha impedito di essere sempre attivo e provocatorio. Nel 1983 è uscito il lungo racconto Aladins Problem (Il problema di Aladino), storia visionaria e provocatoria della creazione di una multinazionale delle pompe funebri, che cerca di porre il problema della morte su un piano di puro associazionismo. Il romanzo poliziesco Eine gefährliche Begegnung (1985; Un incontro pericoloso) è una sottile ironizzazione del genere, mentre un viaggio in Asia è oggetto del libro Zwei Mal Halley (1987; Due volte la cometa). Nel 1999 è stato pubblicato in Germania Briefe 1930-1983 (Lettere tra il 1930 e il 1983), l'epistolario tra Jünger e il filosofo del diritto Karl Schmitt, un documento di straordinaria importanza per rileggere tutta un'epoca .

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