Mandarino meraviglióso, Il-

(titolo originale ungherese A csodalatos mandarin). Pantomima in un atto, su libretto di Meuyhert Lengyel e musica di Béla Bartók. Prima rappresentazione a Colonia il 28 novembre 1926. La vicenda narra di un misterioso mandarino cinese, aggredito da tre teppisti, che intendono ucciderlo per derubarlo e utilizzano per attirarlo nel loro covo una giovane donna. Il mandarino si invaghisce appassionatamente della giovane e, pur colpito a morte, non esala l'ultimo respiro fino a che non può averla per sé. Il primo allestimento di questo lavoro di Bartók fu bandito per immoralità subito dopo la prima rappresentazione e l'autore intendeva ritirarlo per sempre dalle scene. Fu Aurel M. Milloss a convincerlo a riproporlo mostrandogliene una versione danzata da lui composta in studio (Budapest, 1936), nella quale il desiderio del mandarino diviene simbolo dell'impossibilità della morte di prevalere sul desiderio d'amore fino a che questo non sia stato soddisfatto. Il balletto di Milloss fu presentato in prima mondiale al Teatro alla Scala nel 1942 ed è diventato, da allora, uno dei titoli più frequentati del moderno repertorio ballettistico, con nuove versioni di G. Harangozó (1945), L. M. Lavrovskij (1961, con il titolo La città di notte), F. Flindt (1967), L. Seregi (1970), M. Béjart (1992).

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