Mendelssohn-Bartholdy, Felix Jacob Ludwig

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Biografia

Compositore e direttore d'orchestra tedesco (Amburgo 1809-Lipsia 1847). Di famiglia israelita convertita al protestantesimo e nipote del filosofo Moses, ebbe modo di sviluppare la propria intelligenza, precocissima in campo musicale, con l'aiuto dei genitori, assai colti, che gli fecero impartire un'educazione completa. Trasferitosi a Berlino con i familiari (1819), studiò pianoforte con L. Berger e composizione con C. F. Zelter, consulente musicale di Goethe, che gli insegnò ad amare Bach e lo presentò (1821) al poeta. Goethe si legò di grande amicizia col fanciullo prodigio, già autore di musica strumentale, di Lieder e perfino di opere teatrali. Nel 1825 si recò a Parigi, dove conobbe Meyerbeer e ricevette i consigli dell'ammirato Cherubini. Nel 1829, a Berlino, diresse trionfalmente la Passione secondo Matteo di Bach, da lui riscoperta: l'avvenimento segnò l'inizio della rivalutazione del compositore. Mendelssohn compì numerosi viaggi, cogliendo quasi dappertutto successi significativi: con particolare entusiasmo fu accolto in Gran Bretagna, dove fu una decina di volte. Dal 1829 al 1832 fu in Italia, a Parigi, in Svizzera, a Londra; svolse successivamente un'attività molto intensa, divisa tra la composizione, le tournée come direttore d'orchestra e gli incarichi stabili, che lo impegnarono a Düsseldorf (1833-35), a Berlino e, soprattutto, a Lipsia, dove dal 1835 diresse i concerti del Gewandhaus e nel 1843 fondò il Conservatorio.

Opere

La vasta produzione di Mendelssohn abbraccia numerosi generi e rivela un gusto eclettico e una straordinaria duttilità nell'assimilazione di stili disparati: dalla polifonia sacra rinascimentale alla scrittura corale di Bach e Händel, dai rapporti con Mozart e Beethoven agli influssi di Gluck, Weber, o di alcuni fra i maggiori contemporanei romantici. Dagli aspetti più tormentati e radicalmente innovatori del romanticismo la poetica di Mendelssohn rimase lontana: costante è nella sua opera l'attenzione alla limpida eleganza formale. Nell'ampia produzione cameristica già l'Ottetto (1825) definisce bene certe dimensioni della poetica del compositore, che si realizzano compiutamente in alcuni dei quartetti e nel Trio op. 49 (1839), in un clima di serena eleganza cui sfuggono peraltro certe tensioni cupe e drammatiche del Sesto quartetto op. 80 (1847). L'inclinazione di Mendelssohn a un'ispirazione fiabesca, di aerea levità fantastica, trova alcune delle sue più compiute espressioni nelle musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate (1842) di Shakespeare, in certe ouvertures orchestrali (particolarmente Le Ebridi o La grotta di Fingal, 1829 e 1832), o nelle evocazioni paesistiche della Terza sinfonia “Scozzese” (1842). Assai celebri in campo sinfonico sono la Quarta sinfonia “Italiana” (1830-33) e la Quinta sinfonia “Riforma” (1829-30) mentre sono poco note l'immatura Prima sinfonia (1824) e la Seconda sinfonia (1840), con soli e coro nell'ultimo tempo. Nel campo della musica corale Mendelssohn ha lasciato prove significative con la cantata profana La prima notte di Valpurga (1841; dal Faust di Goethe), ammirata da Berlioz, e, soprattutto, con i due oratori Paulus (1832-36) ed Elijah (1837-46), in cui la coralità di Bach e Händel è rivissuta con nuovi spiriti romantici, e nella produzione sacra propriamente detta, comprendente tra l'altro 5 cantate, salmi, pagine per coro solo, mottetti quali Lauda Sion (1845-46). Significative anche alcune delle pagine per organo e alcuni dei Lieder per canto e pianoforte. Nella produzione pianistica sono particolarmente noti gli 8 fascicoli dei Lieder ohne Woste (1829-45; Lieder senza parole), trasposizione del Lied per voce e pianoforte, che di Schubert conservano la freschezza e la cantabilità, ma forse il capolavoro pianistico di Mendelssohn sono le Variations sérieuses (1841). Da ricordare inoltre i due concerti per piano e orchestra, che indulgono al virtuosismo, e soprattutto il celebre Concerto in mi minore per violino (1844), capolavoro di serena eleganza e di bellezza melodica.

Bibliografia

J. Horton, The Chamber Music of Mendelssohn, Oxford, 1946; K. H. Wörner, Mendelssohn, Lipsia-Wiesbaden, 1947; H. E. Jacob, Mendelssohn und seine Zeit, Francoforte, 1959; E. Werner, Mendelssohn. A New Image of the Composer, New York-Londra, 1963; idem, Felix Mendelssohn: Leben und Werk in neuer Sicht, Zurigo, 1979; Autori Vari, Felix Mendelssohn Bartholdy, Darmstadt, 1982; W. Stresemann, Eine Lanze für Felix Mendelssohn, Berlino, 1984; J. Warrack, H. Mc Donald, K.-H. Köhler, Weber, Berlioz, Mendelssohn, Milano, 1989.

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