Monnet, Giovanni

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Architetto e critico d’arte italiano (Torino, 1912 - Lugano, 1958). Primogenito di Eugenio, ingegnere elettrico, ed Elisa Thöni, Giovanni (detto Gianni) conseguita la maturità artistica si iscrive alla scuola di architettura di Torino. Dopo il servizio di leva, in quanto diplomato, frequenta i corsi della scuola allievi ufficiali di Verona; nel 1934 inizia il servizio di prima nomina nel reggimento Ferrovieri di Torino; nel 1935 si laurea in architettura. Richiamato alle armi nel 1940, quello stesso anno sposa la svizzera Antonietta Manzoni. Nel 1943, saputo dell’armistizio e non volendo essere arruolato dalle autorità di occupazione, passa il confine italo-svizzero a Pedrinate. Viene internato nel campo di Lüscherz come ufficiale straniero e successivamente è trasferito nei campi di Zollikofen di Sumiswald. Dopo aver ottenuto un congedo per motivi di salute, si trasferisce a Lucerna e, in seguito, viene autorizzato a trasferirsi a Lugano con la moglie, presso il suocero. Nel 1945 viene rimpatriato a Chiasso. Dopo la guerra si trasferisce a Milano dove si associa all’amico architetto Ettore Sottsass. Con lui, Monnet ottiene il secondo premio della sezione dedicata ai progetti per casette a schiera a otto letti (il primo premio non è assegnato), nell’ambito del concorso per le case per reduci del QT8 (Quartiere sperimentale modello della VIII Triennale di Milano); le abitazioni vengono inaugurate nel 1948. In quegli stessi anni, parallelamente all’attività di architetto, Monnet prosegue le sue sperimentazioni in campo pittorico, realizzando opere segnate da un vivace cromatismo e da una scomposizione dei piani di derivazione cubista, con una forte tendenza all’astrazione. Nel 1947 tiene la sua prima mostra al Circolo di cultura di Lugano. Inizia anche la sua attività di critico d’arte, sostenitore della sintesi delle arti che lo porta a troppo severi giudizi nei confronti dell’architettura razionalista. Nel 1948, con Dorfles, Munari e Soldati, presso la libreria "Salto" di Milano si fa promotore del gruppo Arte concreta che si rifà allo stile e alle poetiche delle avanguardie non figurative, e dichiara di opporsi al provincialismo della scena artistica nazionale. A partire dal 1950 Monnet è il principale animatore del MAC (Movimento Arte Concreta) e ne cura l’attività espositiva, editoriale e organizzativa. Muore a Lugano nel 1958.

Bibliografia

L. Caramel, Il MAC nella collezione della Banca commerciale italiana, Milano 1996; Pittura in Lombardia. L’Ottocento e il Novecento, a cura di L. Capano, Milano 2001; Movimento arte concreta 1948-1952, a cura di E. Crispolti, Roma 2003.

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