Petitot, Ennemond

architetto francese (Lione 1727-Parma 1801). Apprendista a Parigi presso J. Soufflot, frequentò poi l'Académie Royale e appena diciottenne vinse il Prix de Rome che gli permise un soggiorno a Roma (1746-50), dove subì influssi del Salvi e fu in stretto contatto col Piranesi. Nel 1753 venne invitato alla corte di Parma dal ministro di Filippo di Borbone, G. Du Tillot. Divenuto architetto ducale, lavorò esclusivamente in quella città dove esercitò una riuscitissima dittatura artistica e contribuì, anche con l'insegnamento nella locale Accademia, a rendere la capitale ducale uno dei centri più brillanti dell'illuminismo italiano. Fra le opere che hanno dato a Parma una elegante fisionomia classicista si ricordano le facciate della chiesa di S. Pietro Apostolo (1760), del palazzo del Governatore (1760) e del palazzo di Riserva (1764); il vestibolo e la galleria della Biblioteca Palatina (1762) e il progetto dello stradone Martiri della Libertà al cui termine eresse il Pubblico Caffè (oggi Casino Petitot) nel 1767. Nei dintorni di Parma costruì a Colorno la Venaria Reale (1753) e la chiesa di S. Liborio (1777), considerata il suo capolavoro.

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