Quarénghi, Giàcomo

architetto italiano (Valle Imagna, Bergamo, 1744-Pietroburgo 1817). Fu il maggiore interprete e divulgatore del neoclassicismo di derivazione palladiana nell'Europa orientale. Studiò pittura a Roma con A. R. Mengs e poi con S. Pozzi, volgendosi però presto a studi di architettura che integrò con viaggi per l'Italia nei quali ebbe modo di conoscere e disegnare gli edifici dei maggiori architetti del Rinascimento. Nel 1769 i benedettini di Subiaco gli commissionarono la completa trasformazione dell'interno della chiesa del monastero di S. Scolastica (compiuta nel 1777), in cui Quarenghi diede matura prova delle sue capacità, fornendo uno dei primissimi esempi di architettura neoclassica in Italia. Nel 1779, ricevuto da Caterina II, zarina di Russia, l'incarico di architetto di corte, si stabilì a Pietroburgo dove diede un incalcolabile contributo alla definizione e alla diffusione del neoclassicismo in Russia. Nella capitale russa Quarenghi costruì tra l'altro la Borsa (1781-86; oggi distrutta), il teatro dell'Ermitage (1783-87), la Banca di Stato (1783-90), l'Accademia delle Scienze (1783-89), la Sala di S. Giorgio nel palazzo d'Inverno (1786-95), i palazzi Bezborodko (1780-90) e Jusupov sulla Fontanka (1790-1800), l'istituto Caterina (1804-07; oggi Biblioteca Saltykov-Ščedrin), la chiesa dei Cavalieri di Malta (1789-1800), complessi di botteghe lungo la prospettiva Nevskij (1784). Numerose le realizzazioni di Quarenghi anche a Mosca e nelle tenute imperiali di Peterhof (Palazzo Inglese, 1781-89, distrutto durante la seconda guerra mondiale) e di Carskoe Selo, dove costruì, oltre a numerosi padiglioni nel parco, il palazzo di Alessandro (1792-96), una delle sue più brillanti composizioni.

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