Serdiana

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comune in provincia di Cagliari (22 km), 171 m s.m., 55,66 km², 2279 ab. (serdianesi), patrono: Santissimo Salvatore (seconda domenica di maggio).

Centro situato sui primi rilievi del Sarrabus. Parte della curatoria di Parte Olla, compresa nel Giudicato di Cagliari (sec. XI), in seguito alla divisione di quest'ultimo passò ai Della Gherardesca (1258). Possesso di diversi feudatari durante le dominazioni aragonese e spagnola (sec. XIV-XVII), dopo il passaggio della Sardegna ai Savoia (1720) fu concesso, insieme al Marchesato di San Xavier o Saverio, ai Brunengo, cui rimase fino all'abolizione dei feudi (1839).La parrocchiale del Santissimo Salvatore conserva tracce delle originarie forme tardogotiche (sec. XV-XVI).§ L'economia si basa in prevalenza sull'agricoltura, che produce cereali, ortaggi, olive e uva, e sull'allevamento ovino, caprino, bovino ed equino. È attivo un impianto di riciclo con trasformazione dei rifiuti in bio-gas. La piccola industria opera nel settore alimentare (caseifici, frantoi e aziende vinicole). È zona di soggiorno estivo e di turismo naturalistico, grazie alle vicine aree boschive e allo stagno ricco di fenicotteri.§ Nei dintorni sorge la chiesa di Santa Maria di Sibiola: edificata nel sec. XII dai monaci di San Vittore di Marsiglia, è una sobria costruzione in stile romanico pisano con facciata squadrata, ornata da archetti pensili, in cui si aprono due portali. Una scala laterale esterna permette di accedere al tetto.

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