aprile

sm. [sec. XIII; dal latino aprīlis, da alcuni collegato con aperīre, aprire]. Quarto mese dell'anno; compare in diversi proverbi: “aprile dolce dormire”, il suo tepore concilia il sonno; “aprile di ogni goccia un barile”, cioè la pioggia d'aprile fa prosperare l'uva e quindi reca abbondante vino. Fig., giovinezza, fiore degli anni: “nel bello april degli anni” (Leopardi). § In connessione con l'aprirsi della vita vegetale nella stagione primaverile, nel calendario romano questo mese era pieno di feste importanti che sembravano veramente “aprire” un ciclo nuovo, il cui senso era dato soprattutto dalla fondazione stessa di Roma, ricorrente il giorno 21 (festa delle Parilie). In tal mese “aperto” sul futuro trovavano culto: Venere e Fortuna, dee rispettivamente del gratuito e del fortuito (ciò che capiterà per “grazia” divina o per “fortuna”); Cibele, la Grande Madre primordiale che partorisce il nuovo ciclo così come un giorno partorì gli dei, ossia le forme della realtà attuale; Cerere, la cui funzione agraria dà inizio al vivere civile, così come la fondazione della città diede inizio alla civiltà (città e civiltà hanno la stessa etimologia). Il 23 aprile si celebravano anche i Vinali.

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