radicalismo

sm. [sec. XIX; da radicale]. Vasto orientamento di idee, più che una precisa formazione politica, sorto in Inghilterra nei sec. XVII-XVIII e poi rapidamente diffusosi anche nel continente, al fine di portare un profondo rinnovamento in tutti i settori della vita politica e civile dello Stato. Così in Inghilterra, recependo le istanze individualistiche e libertarie dei movimenti religiosi dissidenti e delle correnti filosofiche illuministiche, e facendo proprie le richieste politiche dei nuovi ceti borghesi emergenti dalla rivoluzione industriale, il radicalismo volle dapprima una più equilibrata distribuzione del potere nello Stato e poi una sua completa democratizzazione con la riforma elettorale (1832) e il suffragio universale. Portavoce delle più organiche riforme radicali furono le riviste Westminster Review (i cui collaboratori erano seguaci di J. Bentham) e Weekly Political Register, che riuscirono a influenzare i partiti liberale e conservatore, alternantisi al governo, spronandoli a realizzare un vasto piano di riforme politiche e sociali. Dopo una breve e sfortunata esperienza come partito politico autonomo negli anni 1868-74, il radicalismo inglese è ritornato a svolgere il ruolo di semplice gruppo di pressione che, attraverso la propaganda e l'agitazione di grandi temi progressisti, addita gli obiettivi di una società sempre più libera ed egualitaria. § Il radicalismo francese, invece, che dal punto di vista ideale si richiama soprattutto ai rivoluzionari “immortali principi dell'89”, si è dato una struttura partitica – seppure quella arcaica di una confederazione di vari club e associazioni politiche locali – nella seconda metà del sec. XIX (Programma di Belleville, 1869) e da allora ha sempre avuto una presenza di primo piano nella vita politica del Paese, fornendo spesso, in congiunture molto gravi e drammatiche, alcuni primi ministri (Gambetta, Clemenceau, Waldeck-Rousseau, Mendès-France, ecc.). Travagliato da frequenti scissioni, specialmente con la V Repubblica rappresentò tendenze talora divergenti, alcune in linea con il movimento gollista (J.-J. Servan-Schreiber), altre d'opposizione, più o meno legate alle posizioni socialiste. In Italia, il radicalismo identifica le proprie vicende con quelle del Partito Radicale.