Lessico

sf. [sec. XIII; latino sabŭla, neutro pl. di sabŭlum, sabbia].

1) Sedimento clastico, incoerente, costituito da granuli di dimensioni variabili tra 1/16-1/4 e 2 mm; inferiormente la sabbia passa a silt o limo e superiormente a ghiaia (ghiaietto): sabbia della spiaggia, del deserto; un granello di sabbia. Fig.: costruire sulla sabbia, fare qualche cosa di precario, che avrà breve durata; seminare nella sabbia, compiere un'impresa vana; scritto sulla sabbia, di cose che saranno presto dimenticate. In particolare, bagno di sabbia, sabbiatura; sabbie mobili, piatte distese di sedimenti sabbiosi o limosi saturi d'acqua che cedono sotto un peso e in cui è perciò facile sprofondare; fig., situazione insidiosa e poco chiara, in cui è facile restare invischiati; color sabbia, colore intermedio fra il grigio e il marrone chiaro.

2) In medicina, prodotto patologico dell'organismo con aspetto e caratteri finemente granulosi. Nei plessi coroidei cerebrali e nella ghiandola pineale sono talora reperibili piccole concrezioni calcaree (acervuli o sabbia cerebrale), esiti di processi flogistici o degenerativi. Un fine deposito di sali di calcio lo si può talvolta osservare nella colecisti (sabbia biliare) mediante l'esame radiografico. Materiale simile a sabbia può derivare dalla dissoluzione di calcoli delle vie urinarie e viene eliminato attraverso l'urina.

3) In psicologia, tecnica della sabbia, tecnica usata nel lavoro psicoanalitico di matrice junghiana a scopo diagnostico e terapeutico. Al paziente viene data la possibilità di esprimersi attraverso la costruzione libera di immagini in una apposita “sabbiera”, utilizzando la sabbia e oggetti diversi. Le scene rappresentate vengono poi analizzate in modo simile al materiale onirico.

Geologia

Per diagenesi le sabbie si trasformano in arenarie, tuttavia anche le sabbie possono essere considerate, in senso lato, come rocce poiché si trovano generalmente in grandi accumuli ben delimitati da altri corpi rocciosi. I clastici delle sabbie sono costituiti da frammenti di minerali e rocce, con netta prevalenza dei granuli silicei, derivanti dall'erosione e degradazione meccanica e meteorica di rocce di varia natura e da successivi processi di sedimentazione (fluviale, fluvio-glaciale, marina, eolica). Le sabbie si trovano pertanto in depositi alluvionali, spesso alternate verticalmente e arealmente, con argille, in depositi morenici, miste caoticamente a ghiaie, ciottoli, argille, limo (in rapporto all'età e al grado di alterazione della morena), in depositi litorali marini; particolare importanza hanno le sabbie di origine eolica che, nei climi aridi e caldi, formano le immense distese desertiche. Spesso le sabbie sono miste ad argille e, in questo caso, secondo il prevalere dell'uno o dell'altro sedimento, si parla di sabbia argillosa o di argilla sabbiosa. Diversa origine hanno le cosiddette sabbie vulcaniche, definibili come sedimenti piroclastici prodotti dall'accumulo di materiale vulcanico incoerente (frammenti di lave, di lapilli, ecc.) con granulometria compresa nei limiti delle sabbie. Le sabbie sono utilizzate in edilizia come materiale inerte per malte e, quando pure e nettamente quarzose, trovano impiego nell'industria del vetro e della ceramica e come abrasivi. § La bassissima capacità portante delle sabbie mobili deriva dal fatto che l'acqua, che impregna detti sedimenti sciolti, annulla, praticamente, l'attrito fra i singoli granuli. Ambiente tipico delle sabbie mobili sono certe bassure topografiche delle aree tropicali nelle quali il pelo libero della falda freatica coincide o risulta molto prossimo al piano campagna (zone palustri, letti fluviali abbandonati, ecc.). In relazione alle fluttuazioni della superficie freatica le sabbie mobili possono essere permanenti o stagionali.

Metallurgia

La sabbia per fonderia, usata per la formatura dei getti, è costituita da granuli di silice di opportuna granulometria rivestiti di un sottile strato di refrattario argilloso in quantità inferiore al 5%; se tale quantità è superiore il materiale è detto terra. Le sabbie naturali vengono classificate in base alla forma del grano e alle dimensioni del grano stesso. Si parla di sabbia sintetica (o talvolta di terra sintetica) quando, partendo da sabbie silicee a granuli sferici e di alta purezza, si aggiungono materiale argilloso, leganti e acqua per ottenere la necessaria coesione. Nella sabbia per anime o agglomerata l'operazione di agglomerazione o agglutinamento è ottenuta con olio di lino, destrina, ecc.

Etnologia

La pittura su sabbia è una tecnica pittorica usata da alcuni popoli dell'America Settentrionale come i Pueblo, gli Apache, i Navaho. Questi ultimi furono i più abili realizzatori di pittura su sabbia e crearono disegni carichi di forza espressiva, vari e fantastici. La pittura su sabbia, eseguita facendo scorrere dalle dita polveri di minerali colorati o di materiali vegetali (polline, fiori), costituiva una vera e propria cerimonia simbolico-rituale. I disegni, di grandi dimensioni (da 90 cm a 6 m), avevano carattere simbolico e si riferivano al “popolo sacro”, ossia agli esseri soprannaturali e agli eroi culturali che avevano insegnato ai Navaho a vivere in armonia con le forze cosmiche. I disegni dovevano essere cerimonialmente distrutti prima che terminasse il giorno.

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