Perché troppo sale fa male?

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Troppo sale (cloruro di sodio) nell'alimentazione può favorire l’aumento della pressione arteriosa e, di conseguenza, il rischio di malattie dei vasi sanguigni, del cuore e dei reni, di tumori allo stomaco e, probabilmente, di osteoporosi, soprattutto nelle persone a rischio.

L'abitudine di aggiungerlo a moltissimi cibi è malsana, poiché fa sì che l'organismo riceva quantità di sodio enormemente superiori a quelle di cui ha bisogno.

Infatti, le fonti di sodio nell'alimentazione sono molte, sia negli alimenti allo stato naturale (ad esempio l'acqua, la frutta, la verdura e la carne), sia nei prodotti trasformati (ad esempio il pane, i prodotti da forno, le olive, i formaggi, i cereali per la colazione e il ketchup). Per questo si dovrebbe ridurre il sale aggiunto, sia a tavola sia in cucina, preferendo quello iodato, che - senza alterare il sapore - permette anche di prevenire o curare la carenza di iodio, molto diffusa in Italia, che causa il cattivo funzionamento della tiroide.

In realtà, potrebbe bastare dimezzare il consumo di sale. Se non si superano i 6 grammi al giorno, pari a un cucchiaino e corrispondenti a 2,4 grammi di sodio, i rischi per la salute restano molto bassi. Per rendere i cibi saporiti senza sale è possibile utilizzare di più spezie, erbe aromatiche, aceto e succo di limone.
 

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