melanoma

tumore maligno delle cellule del sistema melanocitario (melanociti), che si instaura in un terzo dei casi su un nevo nevocellulare congenito giunzionale, mentre nei casi restanti si manifesta su cute apparentemente sana o in sedi extracutanee come le mucose visibili, l'occhio, le leptomeningi, l'ovaio e l'apparato digerente.
Fattori di rischio
L'eziologia del melanoma è molteplice e, nella maggioranza dei casi, ancora sconosciuta. È dimostrato che i nevi nevocellulari congeniti possono fungere da precursori della neoplasia e è pertanto consigliabile sottoporli a controllo periodico. Appaiono, inoltre, più esposti a rischio di melanoma soggetti con particolari caratteristiche fisiche: capelli biondi o rossi, occhi chiari, cute che si arrossa al sole e non si abbronza, che presentano numerosi nevi acquisiti, dalle colorazioni e forme irregolari; anche in questo caso è utile il controllo periodico e l'asportazione chirurgica delle lesioni sospette. Il trauma sul nevo non ha un'importanza rilevante per la sua degenerazione maligna.
Varianti cliniche
Si distinguono 4 tipi principali di melanomi: (1) lentigo maligna: è la varietà a più lenta evoluzione; insorge su cute sana, solitamente al volto, più spesso negli individui anziani; (2) a diffusione superficiale: è la varietà più frequente; insorge su un nevo preesistente, prediligendo le zone coperte; (3) acrolentigginoso: insorge su cute sana o su nevo, tipicamente in sede palmo-plantare, sottoungueale o mucosa; (4) nodulare: la varietà più aggressiva, insorge su cute sana o su nevo, in qualunque regione del corpo; la lesione nodulare aumenta rapidamente di volume, diffondendosi in profondità ed eventualmente ulcerandosi in superficie.
Sintomatologia
Un nevo preesistente che cambia colore, si accresce e si circonda di un alone emorragico o sanguina spontaneamente è un nevo sospetto. D'altra parte, quando il melanoma compare su una zona di cute indenne, può presentarsi inizialmente come una chiazza piana con lenta estensione in superficie, che mostra tendenza a variare il proprio colore (in particolare, zone più e meno intensamente colorate si ritrovano vicine, in un aspetto policromico), che evoca talvolta una sensazione di prurito o di fastidio e tende a diventare rilevata. Perciò non bisogna trascurare una lesione simile a un nevo, che compaia in un soggetto adulto e tenda ad accrescersi; infatti è molto raro, dopo i trent'anni, osservare la comparsa di nuovi nevi. D'altra parte questa fase iniziale, estensiva, del melanoma può durare anche anni: se riconosciuta, la precoce asportazione chirurgica del melanoma, e per un certo margine di sicurezza anche della cute sana circostante, può risolvere il problema. Se non asportato, il melanoma evolve nella fase invasiva, con comparsa, nel contesto della lesione, di uno o più noduli di colore scuro, talora ricoperti da squamo-croste, facilmente sanguinanti al minimo trauma. La sua malignità evolutiva si estrinseca con l'invasione metastatica delle linfoghiandole regionali e con la diffusione a tutto l'organismo attraverso le vie linfatica e sanguigna. È importante ricordare che in tutte le varianti di melanoma precedentemente descritte, la lesione talora può apparire quasi priva o del tutto priva di pigmento melanico: sono i cosiddetti melanomi amelanotici.
Diagnosi
Va sempre sospettata in presenza delle condizioni segnalate. Oggi è disponibile, nei centri specializzati, la skinview, una nuova tecnica non invasiva che consente la diagnosi già in fase iniziale. Nei casi dubbi, non va mai effettuata una biopsia parziale delle lesioni: queste vanno asportate completamente e ampiamente e devono essere sottoposte a esame istologico. Stabilita la diagnosi, è sempre utile misurare lo spessore in millimetri della lesione, in quanto questo parametro è correlato con la prognosi.
Decorso e terapia
L'evoluzione è più rapida nelle forme nodulari, meno in quelle acrolentigginose o superficiali, meno ancora nella lentigo maligna. Quando metastatizza, raggiunge preferenzialmente i linfonodi regionali, i polmoni, il fegato, il cervello, le ossa e la cute stessa. È teoricamente possibile anche una regressione spontanea della lesione primaria, ma ciò non esclude il successivo sviluppo di metastasi. Il trattamento, come si diceva, è chirurgico e l'exeresi dev'essere completa, con ampi margini di tessuto sano. I linfonodi regionali vengono asportati in caso di metastatizzazione. Se ci sono metastasi, inoltre, è possibile ottenere qualche risultato con la dimetiltriazenoimidazolcarbossamide (DTIC), con l'interferone alfa (IFN-alfa), con polichemioterapia. Sono in corso protocollo clinici per lo studio della terapia genica del melanoma.