ematèmesi

presenza di sangue nel materiale vomitato. Il fenomeno si verifica in presenza di malattie in grado di provocare perdite di sangue nella cavità gastrica e nel lume esofageo: gastriti ed esofagiti (in genere si tratta di ematèmesi di lieve entità), ulcere gastriche, duodenali o esofagee (ematèmesi di maggior importanza), tumori gastrici o esofagei (ematèmesi di varia gravità), varici esofagee e del fondo gastrico nelle fasi avanzate di una cirrosi epatica per ipertensione portale (ematèmesi di notevole serietà), rottura di un aneurisma aortico nel lume esofageo (mortale). Il disturbo è sempre associato alla presenza di sangue digerito nelle feci (melena, cioè "feci nere"). La terapia si basa sul tamponamento dell'emorragia, sulla somministrazione per via endovenosa di sangue o plasma, poi di somatostatina o di glipressina (sostanze che riducono l'afflusso di sangue agli organi addominali), su sclerosi per via endoscopica delle varici in corso di cirrosi, su iniezione di sostanze ischemizzanti all'interno della lesione in presenza di un'ulcera sanguinante, oppure su interventi chirurgici consistenti nella legatura della lesione (ulcorrafia), o nell'asportazione, parziale o totale, dell'organo sanguinante.