Agenda Digitale: un appello per colmare l'arretratezza tecnologica in Italia

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Italia e digitalizzazione. Due entità che, ad oggi, appaiono nettamente distanti l'una dall'altra.
Secondo un recente rapporto pubblicato dall'ONU, la nostra penisola soffre nel campo dello sviluppo digitale: benché metà della popolazione utilizzi quotidianamente internet, viviamo in un paese decisamente arretrato rispetto ai risultati raggiunti dal resto del mondo.
L'arretratezza è tangibile e nonostante questo la classe politica italiana non ha ancora stilato un programma per colmare il gap che ci divide dai paesi più digitalmente sviluppati.

A molti, infatti, l'ambito della digitalizzazione potrebbe sembrare un argomento marginale a fronte dei problemi che il nostro paese affronta quotidianamente, ma non è affatto così.
Perché 'Digitalizzazione' non significa solo rimanere al passo coi tempi. Si tratta in effetti di un processo attraverso il quale è la qualità stessa della vita che va a migliorare, creando competitività nei mercati, rendendo più efficiente la pubblica amministrazione, creando prospettive lavorative per i giovani e andando conseguentemente a valorizzare ogni campo della vita pubblica e privata italiana.

Qual è quindi il motivo che ha portato il nostro paese a rimanere così irrimediabilmente indietro nonostante il sopracitato argomento sia tuttora al centro dei dibattiti delle principali economie mondiali? Questa domanda se la sono posta i firmatari del progetto 'Agenda Digitale', una petizione nata affinché anche le nostre istituzioni sviluppino quella parte di strategia digitale che manca totalmente nel nostro paese.

Un'iniziativa accolta con entusiasmo da illustri personalità provenienti dagli ambiti più svariati, quali quello accademico, imprenditoriale e del mondo dello spettacolo.

Un progetto che poggia le sue fondamenta sulla convinzione che la tecnologia pùò far molto, andando anche a creare quelle opportunità capaci di valorizzare  talenti e creatività individuali che spesso non trovano alcuno spazio per emergere in Italia.

L'appello riguardante l'Agenda Digitale è comparso sull'edizione cartacea del 31 gennaio del Corriere della Sera, sulla quale si legge: "Siamo convinti che affrontare con incisività questo ritardo, eliminare i digital divide, sviluppare la cultura digitale con l'obiettivo di conquistare la leadership nello sviluppo e applicazione delle potenzialità di Internet e delle tecnologie, costituisca la principale opportunità di sviluppo, con benefici economici e sociali per l'intero Paese".

Ma quali sono i punti chiave che una seria agenda digitale dovrebbe rispettare?
Infrastrutture tecnologiche per restare per lo meno allineati alle principali economie mondiali.
Servizi, sia finali che infrastrutturali che includano i necessari standard per l’e-business e per i beni digitali.
Alfabetizzazione, al fine di far sperimentare ai semplici cittadini, ma anche a imprenditori e funzionari, i vantaggi derivanti dalla digitalizzazione.
Regolamentazione, affinché il mondo digitale sia contraddistinto da norme giuridiche atte sia a tutelare gli utenti che a riorganizzare i rapporti vicendevoli tra le imprese e tra queste e i fornitori di servizi.

Un'appello che i fautori di Agenda Digitale rivolgono a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, al fine di introdurre nel dibattito politico nazionale l'argomento della digitalizzazione in Italia. Un appello che dovrà portare, entro 100 giorni a partire da oggi, alla redazione di proposte organiche per introdurre una seria strategia digitale in suolo italico.

Un argomento, quello della digitalizzazione, che è impossibile esaurire in un unico articolo. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito di Agenda Digitale, sul quale è possibile informarsi attraverso pubblicazioni, studi e rapporti riguardanti l'economia digitale.