Eternit: origine, apogeo e declino di un killer silenzioso

eternit-tetto

Se ne sono andati in silenzio e, ora, è nel clamore di una sentenza storica che vengono rivendicate le loro morti. Stiamo parlando delle vittime dell'Eternit, nome commerciale del cosiddetto fibrocemento, materiale nato dall'unione del cemento portland a lenta presa impastato con fibre di amianto.

Eternit, un killer lento e silenzioso la cui storia ha inizio nei primi anni del 1900 quando, acquistatane la licenza, Alois Steinmann diede avvio alla produzione.

Quella dell'Eternit fu una produzione su larga scala che, in Italia, continuò fino al 1986. Tale materiale, infatti, possiede particolari caratteristiche di leggerezza e resistenza che, all'epoca, lo resero popolarissimo e utilizzato per gli scopi più vari.

Fino agli anni '70 l'Eternit rappresentava lo standard di costruzione degli acquedotti e, sotto forma di lastra ondulata, era molto utilizzato come copertura per tetti e capannoni. Ma l'Eternit raggiunse anche la sfera del quotidiano con la produzione di vasi e sedie da spiaggia.

Una diffusione capillare, quella dell'Eternit, capillare come le morti che ha causato in tutto il mondo. L'Eternit è pericoloso perché le fibre di amianto rilasciate dal materiale usurato sono capaci di provocare il mesotelioma pleurico, una gravissima forma di  cancro di cui, ad oggi, sono migliaia le vittime italiane. Una stima approssimativa, purtroppo: il periodo di incubazione della malattia, infatti, si aggira intorno ai trent'anni.

Benché la pericolosità dell'Eternit fosse nota fin dal 1962, la produzione di manufatti, in Italia, continua fino al 1986: gli operai impiegati nelle fabbriche erano quasi totalmente ignari sulle ripercussioni che le polveri di amianto potevano avere sulla loro salute, e le conseguenze di questa omertà furono gravissime.

Esempio eclatante è quello di Casale Monferrato (Al), città in cui sorgeva una delle fabbriche italiane: qui le vittime dell'Eternit non si contano solo tra gli operai della fabbrica: le polveri dai processi di produzione, si dispersero in tutta l'area, contaminando moltissimi tra gli abitanti della cittadina.

Quella dell'Eternit  è una vicenda che, che almeno giuridicamente, si conclude il 13 Febbraio 2012: dopo 62 udienze e tre anni di processo, il Tribunale di Torino ha condannato le persone a capo dell'azienda Eternit (Stephan Schmidheiny, magnate svizzero, e Louis De Cartier De Marchienne, barone belga) a 16 anni per aver mantenuto operative vere e proprie fabbriche killer, nonostante fosse noto che i materiali ivi prodotti potessero uccidere.

Un grande processo per una sentenza che, finalmente, fa giustizia in una delle pagine più nere della storia.

photo credit: HerrWick via photopin cc