John F. Kennedy: il ricordo di un "idealista senza illusioni"

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Un idealista senza illusioni. Si definiva così John Fitzgerald Kennedy, 35esimo presidente degli Stati Uniti d'America, nonché il più giovane a perdere la vita ricoprendone la carica. Era il 22 novembre 1963 quando a Dallas, a bordo della limousine presidenziale sulla quale viaggiava insieme alla moglie Jacqueline, Kennedy fu raggiunto da un colpo mortale da arma da fuoco.

Tre colpi, le urla, la paura, il silenzio, il pianto di Jackie. John F. Kennedy è morto e l'America, persa l'innocenza, si trova a piangere un presidente molto amato dagli elettori nonché ad affrontare un caso in cui verità, tentativi di insabbiamento e teorie complottiste si mescolano a tal punto che, oggi, sono ancora in molti a chiedersi chi abbia realmente ucciso Kennedy.

Oggi è Lee Harvey Oswald ad essere ritenuto l'unico responsabile della morte di JFK: secondo l'opinione pubblica e le ricostruzioni balistiche fu Oswald a sparare il colpo mortale che, partito dalla finestra del penultimo piano del Texas Book Depository, raggiunse il presidente a bordo della Lincoln presidenziale.

La verità ufficiale, però, non regge: alla luce delle indagini sono molti i punti oscuri, molte le testimonianze dirette che non coincidono con quanto dichiarato dai media, molte le persone che gridano al complotto e a una verità nascosta per cinquant’anni. Quale che sia la verità, allontaniamoci dalla tragica dinamica dei fatti per concentrarci sull’uomo: chi era John Fitzgerald Kennedy?

Primo presidente cattolico d'America, Kennedy ha lasciato un'impronta indelebile nella storia americana. Carisma e idee progressiste lo lanciano in una carriera lampo che lo porterà molto giovane alla Casa Bianca in un periodo politico di transizione: siamo in piena guerra fredda e Kennedy si trova ad affrontare gli eventi cardine della storia americana. La crisi dei missili di Cuba, la guerra in Vietnam e la costruzione del muro di Berlino solo alcuni dei fatti in cui Kennedy diventa attore e testimone.

Kennedy è il presidente del cambiamento, della svolta, della speranza. L'apertura alle campagne sociali, una politica votata all'integrazione e non alla discriminazione: la distensione del disarmo nucleare e la corsa allo spazio sono parte dell'eredità lasciata da un presidente che, oggi, primeggia incontrastato nell'olimpo delle grandi personalità americane.

E a quegli storici che affermano che, in realtà, Kennedy non ha portato a termine nessuna delle tanto decantate iniziative, altri rispondono che la grandezza di JFK sta nell'idea di società che ha forgiato col suo carisma e con la sua visione di un mondo meno iniquo. Con Kennedy nasce un leader la cui vita, spezzata troppo presto, lascia tuttora un segno indelebile nella storia americana e mondiale.