Insonnia: rimedi naturali per curarla

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L’insonnia è il disturbo del sonno che riguarda quasi tutti almeno una volta nella vita e colpisce tra i 12 e i 15 milioni di persone solo in Italia. Chi soffre di insonnia e non riposa bene ne paga le conseguenze poi per tutto l’arco della giornata successiva.

L’insonnia è un disturbo causato da un’alterazione del ritmo, della quantità e della qualità del riposo notturno che rientra nelle cosiddette dissonnie.
Esiste poi un gruppo più ampio ed eterogeneo di disturbi, le parasonnie, caratterizzate dalla presenza di un elemento anomalo che incide sull’intero ciclo di sonno o sulle fasi di passaggio tra il sonno e il risveglio.

Si definiscono parasonnie: il sonnambulismo, il sonniloquio, gli incubi, la minzione involontaria, il bruxismo e la sindrome delle gambe senza riposo. Anche le parasonnie, se pur meno drasticamente, incidono sul benessere della persona che, all’indomani di una notte tormentata, si sente poco riposata o addirittura spossata dall’attività notturna.

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Esistono diverse tipologie di insonnia: c’è un’insonnia occasionale che può colpire chiunque per ragioni differenti (un momento di stress, delle preoccupazioni), un’insonnia transitoria e la più dura da combattere, l’insonnia cronica.

Un cattivo riposo causa difficoltà di concentrazione, irritabilità, sonnolenza e stanchezza incidendo pesantemente sulla resa lavorativa.

Chi soffre di insonnia, esasperato dalla difficoltà di svolgere le più comuni azioni nel quotidiano perché sempre assonnato, ricorre a rimedi drastici e si rivolge al medico per avere una prescrizione di farmaci ipnoinducenti (i cosiddetti sonniferi) che facilitano il sonno. Va detto che, spesso, i farmaci utilizzati per questo scopo sono gli stessi che vengono prescritti per contrastare gli stati d’ansia, a base di benzodiazepine.

I farmaci tradizionali provocano una dipendenza fisica (ma anche psicologica) che produce un circolo vizioso in chi li utilizza. L’uso prolungato di questi farmaci infatti induce assuefazione, cioè la scomparsa dei sintomi ma la conseguente predisposizione a sviluppare, in caso di sospensione, una temporanea sindrome con sintomi accentuati.

 

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Inoltre le interazioni di questi farmaci con altre sostanze rischiano di produrre un’amplificazione degli effetti: è vivamente sconsigliata l'assunzione contemporanea con altre benzodiazepine, sonniferi, alcolici o droghe.

Una valutazione della tipologia di insonnia da parte del medico lo guiderà nella scelta della migliore terapia possibile: si scoprirà che alcuni accorgimenti sono talvolta sufficienti a far sì che una persona possa risolvere completamente il problema. L'eventuale utilizzo dei farmaci potrà essere quindi evitato o integrato con altre strategie.

Esistono poi dei rimedi naturali per combattere l’insonnia, fra questi ci sono la meditazione e, in generale, un utilizzo consapevole del respiro che può essere un potente ansiolitico e un veicolo di pace e calma interiore.

Un’altra soluzione è rappresentata dal consumo di tisane della buonanotte”: esistono infatti piante officinali calmanti e utili per combattere l’insonnia come ad esempio la camomilla, il tiglio, il lampone da consumare come infusi o decotti. I fiori della lavanda poi sono ottimi, anche sotto forma di olio essenziale, per profumare l’ambiente o un fazzoletto da tenere vicino al cuscino per suscitare un senso di calma grazie alle preziose proprietà del fiore blu.

Anche la valeriana per insonnia, di cui si sente molto parlare, è un’erba medicinale appartenente alla famiglia delle Valerianacee, che vanta proprietà calmanti ed ipnoinducenti.
 

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L'estratto secco di questa pianta ha un effetto sedativo
e aiuta a dormire meglio: lo sostiene uno studio scientifico condotto su oltre 1300 pazienti e pubblicato sulla rivista scientifica Sleep Medicine. Lo studio evidenzia che “l’estratto di radice di Valeriana officinalis a dosi che vanno da 300 a 600 mg al giorno è in grado di migliorare la qualità del sonno”. L’assunzione di questo prodotto non diminuisce la concentrazione nella guida ed è possibile somministrarlo anche a bambini e anziani. 

Alle dosi consigliate l’assunzione di valeriana non produce effetti collaterali: un utilizzo prolungato in quantità eccessive al contrario può provocare cefalea, stati di agitazione e disturbi del tratto gastrico. I periodi di assunzione consigliati non superano le 3-4 settimane e in ogni caso la valeriana non deve essere assunta con ad altri medicinali con effetto sedativo.

Anche la terapia psicologica può venire in aiuto di chi soffre di insonnia: l’intervento cognitivo comportamentale si basa su colloqui di gruppo o individuali con uno psicologo esperto in disturbi del sonno. La terapia consiste nello spronare il paziente ad eseguire tecniche di rilassamento e di distrazione immaginativa: il terapeuta dunque rieduca, con consigli e tecniche pratiche, il paziente a un buon sonno.


Bibliografia:
Dormire bene con le piante”, Jaap Huibers, Editore Hermes, 1984
Il sonno e i suoi disturbi”, Giorgio Coccagna, Editore Piccin, 2000
Insonnia – Cure naturali per combatterla”, Sergio Segantini, Editore Giunti Demetra, 2007

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