Il Metodo Bortolato e la didattica dell'analogia

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Utilizzato soprattutto nella scuola primaria per l'insegnamento dell'italiano e della matematica, questo metodo permette ai bambini di imparare velocemente e con estrema naturalezza.

Il Metodo Bortolato prende il nome dal pedagogista Camillo Bortolato. L'insegnante che ha dedicato la sua professionalità all’insegnamento fa partire le sue intuizioni da un assioma: l'analogia prevale sulla logica. Questo è il segreto dell'efficacia e immediatezza di quella che viene chiamata anche la didattica dell'analogia o Metodo Analogico Bortolato. Si applica per lo più nella scuola primaria, per l'insegnamento dell'italiano e della matematica. Al centro ci sono la dimensione del gioco e della fantasia, per far sì che l'apprendimento sia quanto più naturale possibile.

Chi è Camillo Bortolato

Camillo Bortolato è un insegnante che ha dedicato 42 anni all'insegnamento nella scuola primaria. Il metodo analogico è nato per cercare di aiutare i suoi alunni ad apprendere con più leggerezza. Gli strumenti che ha messo a punto sono stati sperimentati all'Università di Padova e oggi sono utilizzati in diverse nazioni. Il Metodo Analogico Bortolato, grazie alla sua immediatezza, sta conoscendo un successo crescente, tanto da essere stato inserito da Ashoka nella Mappa dell'Innovazione della Scuola Italiana.

Il metodo Bortolato

Ma cos'è il Medoto Bortolato? Esso prevede, in primo luogo, un programma di attività individuali e collettive per la scuola dell’infanzia con strumenti per un primo approccio alla lettura e alla matematica. In secondo luogo, include percorso curricolare completo per la scuola primaria per italiano e matematica. Inoltre, sono previsti materiali integrativi individuali e collettivi per geometria e scienze, nonché iniziative di formazione per insegnanti, pedagogisti e genitori.

Perché si parla di didattica dell'analogia

Il concetto di analogia (e di apprendimento per analogie) è alla base del Metodo Bortolato. Come spiega lo stesso docente, «è il modo più naturale di apprendere mediante metafore e analogie, come fanno i bambini che nella loro genialità imparano a giocare, a parlare o usare il computer ancor prima degli adulti».

Secondo questa impostazione, quindi, è l'analogia e non la logica la forma primaria e più spontanea di apprendimento. Così come avviene nella vita di tutti i giorni. Si basa su un semplice rapporto di causa ed effetto: vedo e poi rifletto. Il metodo analogico attinge a piene mani da quelli che sono i riferimenti per eccellenza dei bambini: il gioco e la fantasia.
 

L'età giusta per usare il metodo Bortolato

Il Metodo Analogico Bortolato è utilizzato in alternativa alla didattica tradizionale e, per essere efficace, deve essere utilizzato molto presto, altrimenti risulta inefficace. L'ideale, quindi, è applicarlo già a bambini in età prescolare e a quelli che frequentano le prime classi della scuola primaria.

I tre livelli di apprendimento

Secondo Camillo Bortolato, ogni bambino quando arriva a scuola ha una montagna da scalare e anche se sprovvisto degli strumenti per raggiungere la vetta, si lascia entusiasmare e coinvolgere dal nuovo, senza la presunzione del controllo. Compito dell'insegnante è non renderlo pesante, mettendogli fretta o cercando scorciatoie.

Questa "scalata" si compie su tre livelli: semantico, lessicale e sintattico. Il primo è legato al mondo delle cose: è il campo dell'intuizione, incentrato sulla quantità, che si percepisce con gli occhi e che si può riconoscere e manipolare. Il secondo ambito, quello lessicale, si riferisce al mondo delle parole: si associa un nome alle quantità, i numeri cominciano ad essere detti, letti e scritti. Il terzo ambio è quello sintattico: è la  fase di complessità maggiore, in cui si riesce ad organizzare le quantità secondo diversi ordini grandezza.

La linea del 20

Il metodo Bortolato nasce prima di tutto in ambito matematico, salvo poi essere esteso anche all'insegnamento dell'italiano. Si articola in varie tecniche e metodologie, diversificate per età (scuola dell'infanzia e scuola primaria) e per materia (matematica o italiano). Gli strumenti cardine del metodo, però, sono le cosiddette tre linee: la linea del 20, la linea del 100 e la linea del 1000.

La linea del 20 è una specie di piccolo pallottoliere, con 20 palline divise in 4 gruppi da 5, grazie al quale i bambini imparano a contare in modo estremamente rapido, senza usare le dita ma visualizzando le quantità. Con la linea del 100 il pallottoliere si fa più complesso. Le palline sono 100, divise su 10 righe, ciascuna con 2 gruppi da 5 unità, ma il principio resta lo stesso. Infine, c'è la linea del 1000, che passa dal pallottoliere al poster, con 1000 palline disposte in file e in blocchi, sempre sulla base del 5.

Stefania Leo

Foto di apertura: 123rf