Perché si crede che il gatto nero porti sfortuna?

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La credenza secondo cui i gatti neri portino sfortuna risale fin dai tempi più antichi. Nel Medioevo, periodo buio di caccia alle streghe, infatti, il gatto nero veniva considerato il diabolico compagno delle streghe per la sua abitudine di uscire a notte fonda. Il gatto è l’unico animale domestico che esce di notte come le streghe, sussurrava il popolino. Molti credevano che le streghe si trasformassero in enormi gatti neri. Nero era poi il colore dell’inferno, del lutto e del diavolo.

Si dice che il gatto nero porti male se ci attraversa la strada perché a quell’epoca, se si andava di notte a cavallo, un gatto nero che attraversava all’improvviso la strada poteva spaventare l’equino e disarcionare il cavaliere.

Questo insieme di credenze fece sì che si desse vita a una vera e propria mattanza di gatti, tanto che, quando la peste nera colpì l’Europa, ce ne erano talmente pochi che non bastarono per combattere i topi, principali propagatori della terribile malattia.

Ma non in tutti i paesi e in tutte le epoche è sempre stato così. Gli antichi greci e gli egizi consideravano il gatto nero un portafortuna, persino sacro. E in Francia e in Inghilterra il gattino nero in miniatura, sottoforma di statuina o ciondolo, è considerato un talismano potentissimo.